Verga, il veto alla nipote "Non leggere romanzetti"

«"Io di romanzi ne fo ma non ne mangio". Così scriveva lo scrittore e drammaturgo siciliano Giovanni Verga (1840-1922) rimarcando la differenza tra i romanzi sentimentali ("perniciosi") che la nipote Caterina voleva leggere e i romanzi realisti e naturalisti a cui ambiva il padre del Verismo, giunto ormai alla crisi creativa. Una distanza ideologica e di forme tra i due generi romanzeschi, sottolineata dall'autore di "I Malavoglia" e "Mastro Don Gesualdo"».
Lettere ai nipoti
di Giovanni Verga
editore: Interlinea
pagine: LII + 140
Si raccolgono in questo volume le lettere di Giovanni Verga ai nipoti Giovannino, Caterina e Marco, figli del fratello Pietro. Le lettere coprono un arco cronologico che va dal 1897 al 1921: la stagione dei capolavori è chiusa e si apre il lungo periodo del “silenzio letterario” in cui la parabola artistica ed esistenziale dello scrittore maturo si incrocia con le parole affettuose, i rimproveri e i nuovi doveri verso i nipoti, di cui diviene tutore quando rimangono orfani di entrambi i genitori. Le lettere fanno emergere un nuovo punto di vista da cui osservare Verga, in quanto i diversi passaggi della sua biografia possono essere adesso riletti alla luce della dimensione privata dello scrittore, anche in relazione ai viaggi e alle vicende politiche contemporanee, in particolare il dramma della Grande Guerra.
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