Addio a Adam Zagajewski, poeta civile, «voce sommessa sullo sfondo delle immense devastazioni di un secolo osceno, più intima di quella di Auden, non meno cosmopolita di quelle di Miłosz, Celan, Brodskij» secondo le parole di Derek Walcott.
Interlinea ha pubblicato e invita a rileggere Prova a cantare il mondo storpiato, plaquette nata in occasione dell'edizione 2019 del Festival Internazionale di Poesia Civile. Zagajewski ha cantato la spersonalizzazione della società attuale e lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi, / perché in noi grida il futuro / e quel balbettio ci fa umani».
Interlinea ha pubblicato e invita a rileggere Prova a cantare il mondo storpiato, plaquette nata in occasione dell'edizione 2019 del Festival Internazionale di Poesia Civile. Zagajewski ha cantato la spersonalizzazione della società attuale e lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi, / perché in noi grida il futuro / e quel balbettio ci fa umani».

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