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Addio a Adam Zagajewski

Addio a Adam Zagajewski Addio a Adam Zagajewski
Addio a Adam Zagajewski
Addio a Adam Zagajewski, poeta civile, «voce sommessa sullo sfondo delle immense devastazioni di un secolo osceno, più intima di quella di Auden, non meno cosmopolita di quelle di Miłosz, Celan, Brodskij» secondo le parole di Derek Walcott.






Interlinea ha pubblicato e invita a rileggere Prova a cantare il mondo storpiato, plaquette nata in occasione dell'edizione 2019 del Festival Internazionale di Poesia Civile. Zagajewski ha cantato la spersonalizzazione della società attuale e lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi, / perché in noi grida il futuro / e quel balbettio ci fa umani».


Zagajewski-Adam_Prova-a-cantare-il-mondo-storpiato_poesia-civile«Ma noi siamo vivi, / colmi di memoria e ragione» è la risposta di Adam Zagajewski ai drammi della storia e alla spersonalizzazione della società attuale, collocando sotto la sua lente d’ingrandimento piccoli particolari quotidiani molto rivelatori: così le ombre dei turisti sulla tomba di Brecht sembrano quelle degli informatori della stasi che lo pedinavano da vivo e la gatta di Ruth, ignara di essere ebrea come la sua padrona, di notte dal ghetto torna sempre alla parte ariana. Per l’autore di quest’antologia, che affronta la Shoah come l’11 settembre ma anche gli ex paradisi naturali fagocitati dal turismo di massa, resta lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi,  / perché in noi grida il futuro / e quel balbettio ci fa umani».
 

Prova a cantare il mondo storpiato

di Adam Zagajewski

editore: Interlinea

pagine: 120

Il poeta civile dell11 settembre, della Shoah, del dramma della storia e della società

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