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Anna Lavatelli tra Sessantotto e violenza di genere

Anna Lavatelli tra Sessantotto e violenza di genere Anna Lavatelli tra Sessantotto e violenza di genere
Anna Lavatelli tra Sessantotto e violenza di genere

La celebre scrittrice per ragazzi, premio Andersen, propone un palpitante romanzo di formazione: La chiamavano Cinquemila

Una grande scrittrice per ragazzi si confronta con un romanzo di formazione per adulti e giovani tra Sessantotto e violenza di genere: in La chiamavano Cinquemila Anna Lavatelli, premio Andersen tradotta in molte lingue e autrice di successi come Bimbambel e Il violino di Auschwitz, firma per Interlinea il suo primo libro non dedicato all’infanzia, un’opera che si tinge di giallo tra passioni femminili e tensioni sociali.

La chiamavano Cinquemila
Mentre il ’68 infiamma i giovani d’Europa, in un paese della pianura lombarda regna calma piatta. Ma non tutto è come sembra. Lo scoprirà la protagonista, quando la morte per annegamento di una prostituta diventa per lei una opportunità per farsi strada nel giornale con cui ha cominciato a collaborare. Ma il direttore non vuole chiasso sul tema e quando le indagini si chiudono fin troppo rapidamente, la ragazza prosegue per proprio conto, spinta da un sentimento di pietà per una donna che molti in paese chiamavano semplicemente «Cinquemila» (quanto faceva pagare i suoi clienti) e della quale a nessuno importa come e perché sia morta. C’è dell’altro: vuole dimostrare a se stessa di poter andare fino in fondo proprio quando agli altri non interessa più. Da una grande scrittrice premio Andersen un romanzo di formazione young adult tra passioni giovanili e tensioni sociali che si tinge di giallo.

«Però il caso della Cinquemila poteva essere mio, per una quantità di ragioni, e non avevo nessuna intenzione di rinunciare. Al giornale avrei potuto dire che mi toccava di diritto, perché era successo nel mio paese, e volevo vedere chi si metteva di mezzo, perché avrei tirato fuori le unghie»

Anna Lavatelli è nata a Cameri, paese dove attualmente vive. Si è laureata in Filosofia all’Università Statale di Milano e ha insegnato per molti anni Lettere alle scuole medie. Inizia a dedicarsi ai libri per ragazzi nel 1986, cimentandosi con i generi più diversi ma sempre con un occhio rivolto ai problemi della società contemporanea. Svolge attività di animazione progettando percorsi didattici di invito alla lettura. Ha vinto molti premi tra i quali quello del Battello a Vapore nel 1993 e il premio Andersen nel 2005 come migliore autrice italiana con Bimbambel (Interlinea). I suoi libri per bambini sono tradotti anche all'estero, in particolare in America latina.
Per le Rane di Interlinea Anna Lavatelli ha pubblicato molti libri, come Il giallo del sorriso scomparsoChi ha incendiato la biblioteca?I racconti dei re magiFilastrane. Storie di rane in giro per l'ItaliaÈ Natale BimbambelUna gamba dispettosaMaso CiucciamasoIl nuovo manuale della BefanaLa gallina che non sapeva fare le uova, Benvenuto, pomodoro!, Il violino di Auschwitz, un grande successo per ragazzi sul tema della Shoah, e I mostri dell’Inferno. In viaggio con Dante con le illustrazioni di Enrico Macchiavello. Anna Lavatelli fa anche parte del comitato editoriale delle Rane fin dal 2001, anno di fondazione della collana. La chiamavano Cinquemila è il suo primo libro per un pubblico adulto.

La chiamavano Cinquemila

Una brutta storia di provincia a cavallo del ’68

di Anna Lavatelli

editore: Interlinea

pagine: 132

Mentre il ’68 infiamma i giovani d’Europa, in un paese della pianura lombarda regna calma piatta. Ma non tutto è come sembra. Lo scoprirà la protagonista, quando la morte per annegamento di una prostituta diventa per lei una opportunità per farsi strada nel giornale con cui ha cominciato a collaborare. Ma il direttore non vuole chiasso sul tema e quando le indagini si chiudono fin troppo rapidamente, la ragazza prosegue per proprio conto, spinta da un sentimento di pietà per una donna che molti in paese chiamavano semplicemente «Cinquemila» (quanto faceva pagare i suoi clienti) e della quale a nessuno importa come e perché sia morta. C’è dell’altro: vuole dimostrare a se stessa di poter andare fino in fondo proprio quando agli altri non interessa più. Da una grande scrittrice premio Andersen un romanzo di formazione young adult tra passioni giovanili e tensioni sociali che si tinge di giallo.

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