Il nuovo libro della docente e poetessa, dedicato alla riscoperta delle nostre origini in una prospettiva originale dalla scienza alla letteratura, è edito da Interlinea
Le piante di Darwin e i topi di Leopardi è il titolo del nuovo libro di Antonella Anedda, che analizza il mondo animale e naturale a partire dagli studi e dalle ricerche di tre grandi autori come Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Per l’autrice la poesia e la scienza trattano la stessa tematica con linguaggi e metodi differenti, offrendo al lettore di ieri e di oggi una panoramica ricca e variegata di interpretazioni e scoperte che aprono gli occhi sulla diversità e l’unicità del mondo che ci circonda. Nella storia degli studi e degli scritti dedicati all’evoluzionismo darwiniano, come si riscontra anche nei testi di Leopardi, si incontrano posizioni che evidenziano l’umanità nel processo di evoluzione, a dispetto della tesi del “più forte”. Così un intenso lavoro di osservazione, comprensione e confronto confluiscono in questo libro, per donare una prospettiva diversa a questioni ormai date per scontate, ma che di scontato hanno ben poco. Come scrive Anedda, «Leopardi non nega la scienza ma disprezza la convinzione di possedere una verità assoluta, una scienza infusa. Per questo celebra il ruolo che l’errore “fecondo” gioca nel sapere scientifico. La sua idea di sviluppo della conoscenza non è lineare, il progresso non avanza su binari prestabiliti ma è appunto casuale».
Le piante di Darwin e i topi di Leopardi. Tra natura e letteratura questo libro è il racconto appassionato di un confronto tra idee, parlando di animali e di tre autori: Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Come ha scritto Osip Mandel’stam dei naturalisti, leggerli può spalancare nella nostra vita una radura e, in particolare, «leggere Darwin ci rende attenti, la sua sete di esperienza lo rende affidabile come un reporter sul campo». In queste pagine si svela come riscoprire Leopardi in chiave naturalistica ha un significato particolare per «capire che siamo fragili, caduchi. Infatti quando Leopardi scrive
La ginestra ha imparato davvero a morire, il suo riso è diventato una forma di bontà, ridendo nello stesso modo di sé, prima che degli altri».
Antonella Anedda (Anedda Angioy) vive a Roma e ha insegnato in università italiane e straniere. È una dei maggiori poeti italiani contemporanei. Nel 2012 è uscito per Mondadori Salva con nome. È anche autrice di testi saggistici. Il suo ultimo libro di poesie è
Historiae, edito da Einaudi nel 2018. Il suo ultimo libro di prose
Geografie è uscito nel 2021 per Garzanti.
«Pensare ai vermi ci costringe a rivedere le nostre gerarchie, a ripensare la nostra relazione con Dio, ad abbandonare ogni idea di superiorità»
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