Angelo Gaccione (con introduzione di Alessandro Zaccuri e una nota di Lella Costa), Spore, Novara, Interlinea, 2020
Da "Nuova Antologia", Filippo Ravizza su Spore di Angelo Gaccione
«L’interno del suo viaggio, l’interno del libro, si avvale di una cornucopia di strumenti tattico-stilistici: l’epigramma si è detto, soprattutto nella prima delle due sezioni, con la sua brevitas e la sua capacità di colpire il lettore con la forza dell’ironia o con la gravità della sentenza sapienziale, registri entrambi usati con maestria dal nostro autore. Ma anche il paradosso, il colpo di teatro (Gaccione è anche un noto drammaturgo, ha pubblicato tutto il suo lavoro per la scena in un unico volume, Ostaggi a teatro. Testi teatrali 1985-2007, non molti anni fa), infine il respiro concettuale dell’aforisma».
«L’interno del suo viaggio, l’interno del libro, si avvale di una cornucopia di strumenti tattico-stilistici: l’epigramma si è detto, soprattutto nella prima delle due sezioni, con la sua brevitas e la sua capacità di colpire il lettore con la forza dell’ironia o con la gravità della sentenza sapienziale, registri entrambi usati con maestria dal nostro autore. Ma anche il paradosso, il colpo di teatro (Gaccione è anche un noto drammaturgo, ha pubblicato tutto il suo lavoro per la scena in un unico volume, Ostaggi a teatro. Testi teatrali 1985-2007, non molti anni fa), infine il respiro concettuale dell’aforisma».
Spore
di Angelo Gaccione
editore: Interlinea
pagine: 88
«Esatti come proverbi» ha definito questi componimenti Alessandro Zaccuri, costruiti con effetti di straniamento che sconfinano non di rado nella rivelazione. A sua volta lella costa ne sottolinea la sonorità e lo sguardo sempre consapevole. Spore si rivela una lettura «umanissima e sapienziale, capace di toccare la parte più sensibile e profonda del lettore».
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