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Jacopo Ramonda, "Omonimia"

Recensione di: Omonimia
29.02.2020
Omonimia Da "Semicerchio", Francesca Santucci su Omonimia di Jacopo Ramonda

«"Mi chiamo Andrea", facendo seguire a questo incipit alcuni dati, o una breve descrizione di una scena, una narrazione brevissima, sensazioni o analisi provate ed emesse da un uomo o da una donna – Andrea essendo un nome scelto per l’inclusività di genere che consente. Persone diverse che hanno urgenza di dire qualcosa di sé, pronunciare il proprio nome come prima cosa, un nome che – tragicamente – li rappresenta tutti, sempre lo stesso».

Omonimia

di Jacopo Ramonda

editore: Interlinea

pagine: 144

L'identità perduta nell'omologazione della società di oggi nei versi di Jacopo Ramonda.

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