Franco Spazzi, milanese, è pittore, acquerellista e poeta. Scrive principalmente in uno dei dialetti della Valle Intelvi: quello di Lanzo, paese natale dei suoi genitori. Wystan Hugh Auden, uno dei suoi poeti preferiti, dice: «Il pittore schizza un mondo visibile da amare o da respingere. Frugando nella sua vita, il poeta cerca e trova quelle immagini che feriscono e (o) legano. Solo il compositore, impegnandosi a fare arte la vita, ci dà le note come meccanismo puro, il canto come dono assoluto». Che è lo spirito del suo scrivere in dialetto.
Ha pubblicato:
’L Sas de Nööf, Dominioni, Como 1993, 1996;
Scì granda l’Urchès’tra, I Mestieri delle Arti – Pulcinoelefante, Brugherio – Milano 1999;
S’crif sura i mür, con una nota di Maria Corti, Interlinea, Novara 2002;
A Coomeen, con note di Franco Loi, La Vita Felice, Milano 2004;
Saggezza in lingua minore. Proverbi e detti popolari, a cura di Franco Spazzi, Adalberto Piazzoli e Tiberio Colantuoni, Edlin, Milano 2004;
La cuscénza di tram, Il ragazzo innocuo, Milano 2005, con un’acquaforte originale di Franco Spazzi,
plaquette in 45 copie;
’L libru di uus: vocabolario poetico di voci intelvesi, Bocca, Milano 2007;
La poesia carbonara, I frutti dell’albero, Milano 2008. Ha collaborato inoltre a sessanta edizioni del Pulcinoelefante (Osnago, 1997-2009), i raffinati libretti di Alberto Casiraghy, come poeta e pittore, illustrando, tra gli altri, testi di Maria Corti, Franco Loi, Alda Merini e Fabio Pusterla.
La sua attività pittorica è raccolta nella monografia
Franco Spazzi. Acquerelli, presentazione di Maria Corti, Bocca, Milano 2000.