Beppe Mariano vive ai piedi del Monviso, sua montagna totemica. È stato fondatore di riviste letterarie: tra queste “Pianura”, a metà degli anni settanta, insieme con Sebastiano Vassalli, che la diresse, Giorgio Bárberi Squarotti, Adriano Accattino, Cesare Greppi e altri. Nell’ultimo decennio del Novecento Mariano ha condiretto, prima a Milano e poi a Roma, la rivista “Il cavallo di Cavalcanti”. Da qualche anno collabora a “In Limine”, redatta dall’Università di Tor Vergata, e a “Mosaico italiano”, redatta dai dipartimenti di italianistica delle università brasiliane.Sue pubblicazioni recenti di poesia: nel 2007
Il passo della salita, con note di
Giovanni Tesio e Sebastiano Vassalli (Interlinea); nel 2012 (ristampato nel 2013)
Il seme di un pensiero (Poesie 1964-2011), con presentazione di Giuseppe Conte e contributi critici di Giorgio Bárberi Squarotti, Gianni D’Elia,
Giovanna Ioli, Elio Gioanola, Barbara Lanati, Giorgio Luzzi, Giovanni Tesio e Sebastiano Vassalli (Aragno).
Il seme di un pensiero ha vinto il premio internazionale Sulle orme di Ada Negri, il Guido Gozzano e l’Arenzano-Rodocanachi, ed è stato premiato al Sandro Penna, al Giovanni Pascoli e al Michelangelo.
Negli anni novanta Mariano ha vinto due volte il premio Cesare Pavese, per l’inedito e per l’edito. Nel 2014 è stata discussa all’università di Tor Vergata una tesi sulla sua poesia. È presente in una decina di antologie poetiche (l’ultima delle quali, edita nel 2017 a Rio de Janeiro da Comunità Editora, si intitola Vozes. Cinco décadas de poesía italiana, a cura di P. Peterle e E. Santi); nel 2018 con Interlinea ha pubblicato
Attraversamenti. Poesia 2011-2017.
Auspice il critico e pittore Albino Galvano, Mariano ha svolto negli anni settanta e ottanta attività di poeta visivo (catalogo edizioni Marcovaldo, 2002). Per il teatro ha scritto il dramma
Il caso Molineri e alcuni monologhi.