Marina Airoldi Tuniz
Titoli dell'autore
Il buon samaritano si ferma ancora
Testimonianze
a cura di Marina Airoldi Tuniz, Elisa Bazzica, Margherita Bonanate, Anna Maria Cànopi, Ada De' Molinari, Mariella Enoc, Elisabetta Ferraro, Serena Fiocchi, Laura Gallio, Maria Adele Garavaglia, Cristiana Giordano, Anna Lavatelli, Annamaria Mellone, Anna Cristina Montanaro, Carla Naldi, Luisella Perucca, Paola Turchelli
editore: Interlinea
pagine: 116
In questo libro, dedicato all'annoso problema della tratta delle donne straniere costrette sulla strada da ignobili aguzzini, si vuole accostare al contenuto della nota parabola evangelica del "buon samaritano" la storia di Doris, una splendida ragazza ventenne che, dopo poche settimane di "vita d'inferno" nelle strade del novarese, ha trovato, una domenica mattina, il suo "buon samaritano" che, con coraggio, determinazione e molta naturalezza, le ha offerto il solo aiuto che poteva essere utile in quel momento: toglierla dalla strada, prendersi cura di lei e affidarla a persone in grado di garantirle sicurezza, dignità e rispetto. Sedici scrittrici e personalità femminili novaresi hanno accettato di rielaborare in qualche modo, sulla base della loro personale sensibilità e preparazione professionale, la storia di Doris, tenendo altresì conto delle azioni che caratterizzano l'aiuto offerto dal personaggio della pagina evangelica al malcapitato ridotto in fin di vita dai briganti, così come viene narrato nella pagina evangelica di Lc 10, 30-37.
L’Hospitale di Santa Lucia
Un’istituzione novarese dal 1599 al servizio del disagio giovanile
di Marina Airoldi Tuniz
editore: Interlinea
pagine: 312
Una giovane donna – immagine dell’inverno – che si riscalda al calore del fuoco: è uno dei quadri simboleggianti le quattro stagioni, oggi custodito presso la Comunità per minori Santa Lucia, un tempo collocati nella sala-laboratorio delle ragazze ospiti dell’Istituto. La scelta di quest’immagine per la copertina del libro non è casuale: il fuoco che riscalda la giovane e la luce che il medesimo irradia sul suo volto possono costituire l’immagine simbolica dello stile del lavoro e del cammino compiuto in questi quattrocento anni dell’Istituto, oggi Comunità per minori Santa Lucia: la tenerezza-accoglienza materna e la protezione-sicurezza paterna sono il terreno di riferimento per la crescita di una personalità matura ed equilibrata del bambino. La lunga serie di figure educative che, pur in contesti diversi, qui hanno fatto dono della propria vita sono state l’espressione concreta di questi valori, arricchiti e alimentati dalla luce della fede che descrive l’esistenza dell’uomo come luogo della rivelazione dell’amore di Dio. Esisto, dunque sono amato! Oggi celebriamo i quattrocento anni di fondazione e i tempi sono cambiati, viviamo in una società complessa che, a proposito di lavoro educativo, domanda una grande passione, competenza e spirito di collaborazione. Credo tuttavia resti immutato, per chi è credente, l’orizzonte di fondo che guida il compito educativo: la convinzione cioè che educare è in realtà dare una mano a Dio, il vero educatore delle persone. Ma il Santa Lucia, oltre che frutto della carità che il Vangelo ha suscitato lungo la storia, è pure il risultato di una bella e fruttuosa collaborazione con la comunità civile della città di Novara che da sempre, in questo luogo, ha visto un simbolo del cuore generoso della gente che la abita. Amministratori nominati dal Comune, volontari a tutto campo – da chi dà una mano al lavoro del guardaroba a chi entra in contatto diretto con i bambini – amici del Santa Lucia sono il segno di una più vasta attenzione e solidarietà che la città esprime nei confronti della Comunità: a tutti il nostro grazie, con l’augurio che questo vasto impegno contribuisca a rendere Novara una città sempre più attenta agli altri, aperta all’accoglienza e alla solidarietà.