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In ricordo di Mino Milani

In ricordo di Mino Milani In ricordo di Mino Milani
In ricordo di Mino Milani
Interlinea piange Mino Milani, autore dalla fantasia avventurosa che ci ha donato storie per bambini e romanzi, il "Salgari di Pavia", scomparso ieri a 94 anni. 








Milani-Mino_Di-amore-e-di-guerraNel nostro catalogo rimane il memoriale uscito nel 2018 per i suoi novant’anni Di amore e di guerra, un ricordo appassionato e commovente degli anni giovinezza a Pavia, dove esplode lo scenario di una guerra piena di domande senza risposte «Fu certo una stagione difficile. Per i ragazzi richiamati alle armi; per gli altri, che riuscivano a nascondersi, per gli altri ancora che per convinzione o per caso o per convenienza si mettevano dall’una o dall’altra parte, chi con i fascisti, cioè, chi con i partigiani», ma dove il filo rosso che lega le avventure giovanili è sempre l'amore. Proprio come in Giulia, che segue la vicenda amorosa tra un ingegnere di successo e una giovane donna ricca di fascino e di mistero: «Per lei. Per Giulia. M'ero messo su quel treno. in quella sorta di labirinto, perché l'amavo, solo per quello. E quello spiegava e giustificava tutto. Tutto diveniva quiete e silenzio. Non c'era altro».
Senza dimenticare il racconto natalizio per i più piccoli La torta che vede come protagonista un improbabile sostituto di Babbo Natale «Domani è Natale», aveva pensato, «e io lo festeggerò mangiandomi questa torta». Giuseppe vide, infine, la casa che faceva per lui: l’unica che non avesse una finestra illuminata. Eccola, lungo la strada, con quel tetto aguzzo. Adagio s’avvicinò. Tenendosi piegato sulle ginocchia, s’accostò a una finestra, poi a un’altra e a un’altra ancora, con le orecchie tese. Nessun rumore. La casa era vuota. Aveva due porte, una sulla strada, un’altra sul cortile. Il ladro, abilmente e silenziosamente, aprì questa ed entrò.»

Mino Milani, all’anagrafe Guglielmo, classe 1928, è uno degli autori più noti tra coloro che hanno scritto libri di successi per varie età: dai ragazzi e dai fumetti (esordendo sul “Corriere dei Piccoli” e riscrivendo L’isola del tesoro con Hugo Pratt) fino al pubblico adulto (a cominciare da Fantasma d’amore, dal quale Dino Risi trasse il film con Marcello Mastroianni e Romy Schneider). Con Interlinea ha pubblicato, per bambini, La torta,  e per adulti Giulia, Tre arance di Natale e Di amore e di guerra.
Su di lui è uscito In viaggio con Mino Milani. Un percorso tra casi editoriali in occasione dei 90 anni dello scrittore (Edizioni Santa Caterina, Pavia 2018), di cui riportiamo la presentazione di Roberto Cicala "Avventure di carta":

«La mia vita è un’antologia di sbagli» ha confessato una volta con umiltà Mino Milani, lo scrittore che ha sempre cercato la grande avventura e ha deciso di raccontarsi per la prima volta superati gli ottant’anni dopo una piccola avventura personale che l’ha costretto a una lunga convalescenza. «La colpa è di un muretto sul lungomare di Sestri Levante, ho cercato di scavalcarlo e mi sono rotto il bacino. Quanto si sbaglia nella vita»: lo riferisce con autoironia nel suo Piccolo destino, come ha voluto intitolare le memorie di una vita pubblicate da Mursia, storico editore di molti suoi successi per ragazzi.
«Ho cominciato a vivere a dodici anni, da bravo balilla, calzoncini grigioverdi e fez neri» ricorda in quelle pagine rimpiangendo forse di essere nato fuori tempo per combattere le due guerre «ma in tempo giusto per soffrirle entrambe». Guerra significa anche il primo bacio nella sua Pavia oscurata, alla penombra della statua della Minerva. Prima delle pagine di carta vengono i vetrini al microscopio: nel ’47 si iscrive a Medicina per accontentare la famiglia, che poi deve digerire il passaggio a Lettere: «bisogna seguire le proprie passioni».
Da passione giovanile i libri diventano per lui una professione, anche come bibliotecario, fino a essere nominato direttore della Civica, mentre scrive racconti avventurosi che invia agli editori. Ma in principio non rispondono, fino a quando gli arriva una lettera della Rizzoli con il «consiglio di non rivolgersi più a loro e smettere di scrivere». Per fortuna non lo fa e con la stessa editrice pubblicherà mezzo secolo dopo L’uomo giusto, premio Hemingway. Tutto si sblocca con il “Corriere dei Piccoli” diretto da Giovanni Mosca, allora della famiglia Crespi: nel 1953, ricorda Milani, «capii di avere stoffa quando Mosca mi spedì un telegramma con l’invito a mandargli racconti perché gli piacevano».
Inizia una lunga stagione nella sede del “Corrierino” in zona Affori. Nella periferia di Milano nascono molte storie; altre traggono ispirazione dal Ticino (e Avventure sul Po è un altro fra i quasi cento titoli pubblicati), fino al ritorno definitivo nella sua città, come direttore della “Provincia pavese” quando il settimanale dei ragazzi, nel 1977, «viene liquidato già nel nuovo titolo imposto: “Corrier-boy”».
Perché le sue storie per ragazzi, illustrate dalle grandi matite internazionali del fumetto – e del graphic novel – come Pratt e Manara, scelgono sempre l’avventura? La risposta è chiara: «Perché l’avventura stimola a non piangersi addosso, ad affrontare la realtà con coraggio». Come il suo Tommy River, protagonista di avventure senza mai smettere di essere un antieroe che sa perdere.
È una lezione per tutti. Infatti lo stile dello scrittore, impeccabile ma palpitante, è rivolto anche agli adulti, prediligendo visioni che che si trasformano in carne e ossa, come in Fantasma d’amore, titolo scelto da Alcide Paolini per l’edizione Mondadori e poi divenuto film di Dino Risi con Romy Schneider e Marcello Mastroianni o Giulia o ancora Selina, da cui lo sceneggiato La trappola di Carlo Lizzani.
Il mondo di Milani è La realtà romanzesca, come il titolo divenuto proverbiale fin dalla rubrica affidatagli da Zucconi, nuovo direttore della “Domenica del Corriere”. E la storia domina il suo studio, tra libri (su tutti un’edizione di Cuore di tenebra dell’amato Conrad: «mi svelò la verità»), foto, bandiere e anche una baionetta della Grande Guerra, bruna di ruggine, con la scritta «Ortigara 1917», cimelio del padre. Un’altra arma è la Smith & Wesson calibro 38 che «il 30 luglio 1986 sparò al mio cuore ma senza uccidermi» come confessa in una pagina da pelle d’oca.
A chiedergli come sta, risponde con Salvatore di Giacomo (famoso epigrammista e autore napoletano; ma la citazione è da Benedetto Croce): «Non lo vedi, sto morendo», ma in verità continua a scrivere. E a vivere bene. Come sei i novant’anni festeggiati nel 2018 non pesassero. L’hanno sperimentato gli studenti del corso di Editoria letteraria dell’Università di Pavia attivo presso il Collegio S. Caterina con una ricerca divenuta mostra bibliografica e laboratorio di editoria per allestire questa piccola plaquette-catalogo.
Mino Milani sta scrivendo ancora e sembra, come quando creava il cowboy Tommy River, che sia sempre l’ultima storia ma non è così. «Tornerei a quei tempi…» ammette, eppure non si lamenta, perché a Pavia «dalla mia finestra vedo la facciata di San Pietro in Ciel d’ Oro con quei suoi mattoni pronti a rispondere al cielo mutando colore, e mi consolo».

Di amore e di guerra

di Mino Milani

editore: Interlinea

pagine: 164

I difficili anni della guerra e della sua giovinezza raccontati dallo scrittore Mino Milani in un romanzo di formazione, nel segno della letteratura e dell'amore

Giulia

di Mino Milani

editore: Interlinea

pagine: 136

Un romanzo dalla penna di Mino Milani: un professionista pavese incontra a una festa una giovane donna ricca di fascino e di mistero, ne nascerà una tormentata storia d'amore

La torta

di Mino Milani

editore: Interlinea

pagine: 24

Chi porta davvero i regali di Natale?

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