Novara littoria. L'architettura fascista del ventennio rivela, con più di 100 illustrazioni d'epoca, in parte inedite, l'impronta del fascismo negli edifici e nella vita di una città di provincia che Mussolini visitò ben due volte definendola «Novara fa da sé». Si tratta di un’ondata architettonica e urbanistica che ha lasciato tracce nell’oggi, quasi un secolo dopo, superando anche certe tensioni attuali che vogliono distruggere e dimenticare a tutti i costi il passato nei suoi episodi più contestati.
Il volume Novara littoria, di 168 pagine completamente illustrate in grande formato con copertina plastificata (cm 21×29,7), è una coedizione Interlinea-Editoriale Nuova ed è stampato su speciale carta patinata. È disponibile in prenotazione a soli 25 euro sul sito di Interlinea, senza spese di spedizione utilizzando il Codice buono sconto "LITTORIA".
Coedizione Interlinea - Editoriale Nuova
LEGGI LA BROCHURE DI PRESENTAZIONE
Un brano di Novara littoria:
«Il vostro rapporto sulla situazione del fascismo novarese è fra i più confortanti di quanti mi sono giunti dalle varie province d’Italia» scrive Benito Mussolini nel dicembre 1923 al federale di Novara Amedeo Belloni. L’espressione positiva è determinata dal fatto che l’anno prima si è svolta sul territorio tra Sesia e Ticino una vera e propria «battaglia» dopo il cosiddetto biennio rosso segnato, da un lato, da scioperi e occupazioni di fabbriche e, dall’altro lato, dal pesante radicalizzarsi del fascismo sul territorio, dove nel 1920 il locale Fascio di combattimento è sorto affidando la carica di segretario a Ezio Maria Gray, militante e di lì a poco deputato, di professione giornalista e quindi in grado di cogliere l’importanza della comunicazione di massa per una rapida diffusione dell’ideologia mussoliniana.
L’architettura rientra nelle forme con cui il fascismo esprime alla luce del sole la propria identità: l’essenzialità delle linee definiscono la romanità come forza classica da rinverdire. La costruzione di nuovi palazzi e talvolta di nuovi insediamenti urbani deve infatti rappresentare il simbolo della costruzione di un nuovo Stato basato sul mito di Roma, «fonte inesauribile di forza e di grandezza», come è stato scritto.
[...] Sfogliando le pagine di questo volume emerge, da un lato, l’imponenza delle realizzazioni, sia dal punto di vista numerico che dimensionale, e dall’altro l’eredità di questi manufatti che hanno ridisegnato intere porzioni del territorio comunale con un linguaggio razionale, austero ed enfatico. È la testimonianza inequivocabile di un’epoca che si era posta l’ambizioso obiettivo, anche con l’architettura, di costruire un mondo nuovo e di conseguenza un uomo nuovo. Ma gli esiti non sono stati quelli sperati come tutti sanno bene. Però ora la storia e l’immagine di questi edifici ci riconsegnano una memoria della «Novara fa da sé» che deve suggerire non un semplice ricordoIl volume Novara littoria, di 168 pagine completamente illustrate in grande formato con copertina plastificata (cm 21×29,7), è una coedizione Interlinea-Editoriale Nuova ed è stampato su speciale carta patinata. È disponibile in prenotazione a soli 25 euro sul sito di Interlinea, senza spese di spedizione utilizzando il Codice buono sconto "LITTORIA".
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Un brano di Novara littoria:
«Il vostro rapporto sulla situazione del fascismo novarese è fra i più confortanti di quanti mi sono giunti dalle varie province d’Italia» scrive Benito Mussolini nel dicembre 1923 al federale di Novara Amedeo Belloni. L’espressione positiva è determinata dal fatto che l’anno prima si è svolta sul territorio tra Sesia e Ticino una vera e propria «battaglia» dopo il cosiddetto biennio rosso segnato, da un lato, da scioperi e occupazioni di fabbriche e, dall’altro lato, dal pesante radicalizzarsi del fascismo sul territorio, dove nel 1920 il locale Fascio di combattimento è sorto affidando la carica di segretario a Ezio Maria Gray, militante e di lì a poco deputato, di professione giornalista e quindi in grado di cogliere l’importanza della comunicazione di massa per una rapida diffusione dell’ideologia mussoliniana.
L’architettura rientra nelle forme con cui il fascismo esprime alla luce del sole la propria identità: l’essenzialità delle linee definiscono la romanità come forza classica da rinverdire. La costruzione di nuovi palazzi e talvolta di nuovi insediamenti urbani deve infatti rappresentare il simbolo della costruzione di un nuovo Stato basato sul mito di Roma, «fonte inesauribile di forza e di grandezza», come è stato scritto.
curioso ma anche una riflessione.
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