Carlo Alberto Carutti
Titoli dell'autore
L’ultimo testimone
Il violino della Shoah e la sua storia
di Carlo Alberto Carutti
editore: Interlinea
pagine: 80
La storia del “violino della Shoah”, appartenuto a una famiglia ebrea e finito in campo di concentramento ad Auschwitz.
Boom
Gli oggetti del miracolo economico tra vita, passione e lavoro
di Carlo Alberto Carutti
editore: Interlinea
pagine: 320
I ricordi di un testimone del boom economico, uno dei molti italiani che hanno costruito il Paese collaborando con i grandi nomi dell'imprenditoria degli anni Sessanta
Viaggio ad Arles
di Carlo Alberto Carutti
editore: Interlinea
pagine: 180
La felicità piena e irragionevole riservata forse ad ogni vita s’incontra in queste pagine nella storia di un personaggio il cui nome non è casuale, Felicita.
Noi
Incontri di una lunga vita salvati in poesia
di Carlo Alberto Carutti
editore: Interlinea
pagine: 176
L’esordio poetico di Carlo Alberto Carutti si affida a questa sessantina o poco più di testi che vogliono “salvare in memoria” l’essenziale di una lunga esperienza di vita. Il “noi” del titolo è soprattutto degli affetti, familiari, di amicizia, di generazione; magari frutto di tardive scoperte ma non per questo meno accolti; e che nel collezionista appassionato di quadri e strumenti musicali si estende anche a questi oggetti altrettanto simbolici di una pluralità, di una cerchia moltiplicata, nel tempo e nello spazio, di condivisione della bellezza: che appunto è tale solo se l’io vi trova riflesso un noi. Questo noi inglobante affianca prima di tutto all’io poetico quello che nei riepiloghi della memoria appare come «il primo delli suoi amici», tanto da farsi ideale “motore” della raccolta, Giovanni Testori. A distanza di settant’anni è come se ora Carutti riscontrasse pubblicamente, dopo la lunga consuetudine privata con l’amico e il familiare – tramata in particolare, più che di letteratura, di spedizioni per quadri e pittori, per rivelazioni di mostre e di pitture – quella lontana, liminare inclusione di amicizia. Un suggello di vicinanza rivendicato da Carutti anche con la decisione generosa di inserire nella raccolta un bel manipolo di disegni inediti del suo amico Gianni, sorprendenti disegni del terribile 1944, di un Testori ventunenne che, muto di parole, si raccomandava allora a un segno tra Picasso e Braque per le sue angosciate riflessioni sulla condizione umana.