Il bosco dei respiri è il nuovo libro dell'autore torinese illustrato da Daniela Costa: una storia magica che ci parla dei sogni dei bambini in una dimensione naturale (nella collana “Le rane” di Interlinea stampata su carta ecologica ricavata dalle alghe)
Il bosco dei respiri di Sebastiano Ruiz Mignone, che esce a maggio nella collana “Le rane” di Interlinea stampata su carta ecologica ricavata dalle alghe, è una storia tra sogno e realtà, concreta eppure sognante, che racconta di come «nei sogni, a volte, ci sono cose nascoste che solo i bambini possono scoprire».
Il libro
Sibilla è molto affezionata a suo nonno Rinaldo, che ha sempre un pensiero speciale per lei e le insegna tante cose. Un giorno però il nonno non si sente bene e comincia ad avere il respiro corto, così la bambina decide che deve aiutarlo in qualche modo. Ma come? Per caso esiste un posto dove si vendono i respiri nuovi di zecca? Poi una notte Sibilla sogna di essere in un bosco… una storia magica che racconta come «nei sogni, a volte, ci sono cose nascoste che solo i bambini possono scoprire».
L’autore
Sebastiano Ruiz Mignone, torinese, è uno dei più brillanti autori della nuova letteratura per ragazzi italiana. Ha pubblicato da tutti i maggiori editori e ha vinto numerosi premi letterari, tra cui l’Andersen e il premio Cento. Per Interlinea ha scritto Il musicista del Titanic, La strega di Natale, Casa pelosa, Occhichiusi e Il ritorno di Babbo Natale.
L’illustratrice
Daniela Costa vive e lavora a Torino e ha pubblicato con diverse case editrici per ragazzi. Collabora con magazine e riviste di settore e tiene laboratori e workshop per bambini, ragazzi e adulti.
Un brano del libro
Una notte sognò di essere in un bosco, dove un venticello le accarezzava i capelli e la spingeva a inoltrarsi per i sentieri profumati. «Si… Si… Sibilla… Sibilla… Sibilla…» Qualcuno la stava chiamando, anzi erano più voci che venivano da diverse direzioni, come dei bisbigli, dei sussurri portati dal vento. La bambina dapprima era incerta su dove muovere i propri passi, ma poi una voce, che sembrava provenire da più vicino, la convinse.
«Sibilla… Sibilla… Sibilla…»
«Chi mi chiama? Chi conosce il mio nome?» domandò la bambina.
«Vieni… vieni… vieni più vicina…» ripose la voce, che aveva il suono di un’arpa e sembrava un canto.
«Ma chi sei?» domandò ancora Sibilla.
«Sono il Respiro del Sonno…»
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