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Tutti i prodotti: Interlinea

La pietra e le nuvole

di Domenico Camera

editore: Interlinea

pagine: 84

«Con questo sesto libro la ricerca poetica di Domenico Camera si distende ormai per quasi mezzo secolo: ma si tratta di una ricerca poetica essenziale, concentrata, che fra l’altro, al di fuori dei volumetti – mai troppo esili, mai eccessivi, opportunamente distanziati negli anni –, non ha lasciato épaves, depositi di sorta. E si tratta di una ricerca poetica in continua evoluzione ma sempre e profondamente fedele a se stessa» (dalla nota di Paolo Zoboli).

Americus

di Lawrence Ferlinghetti

editore: Interlinea

pagine: 104

Un'autobiografia poetica della coscienza americana del grande Lawrence Ferlinghetti.

Il miele del silenzio

Antologia della giovane poesia italiana

a cura di Giancarlo Pontiggia

editore: Interlinea

pagine: 208

Un'antologia che farà discutere ma che lancia le voci di 18 tra i migliori giovani poeti italiani. "Mi piacerebbe poter chiedere ai lettori di questo libro di non essere partigiani, di leggere con libertà, con quella sovrana libertà dello spirito che è l'unico grande dono che sia stato accordato all'uomo. E mi piacerebbe poter chiedere loro di riflettere sul fatto che la poesia si inscrive in uno scenario più vasto di ogni singolo libro, che è quello che chiamiamo letteratura": così scrive Giancarlo Pontiggia, già autore di un'antologia di poeti nuovi, "La parola innamorata", che ha fatto epoca.

I titoli non esistono

di Antonio Buonocore

editore: Interlinea

pagine: 64

"'Ognuno di noi è più di uno', diceva Pessoa e anche l'autore dei Titoli non esistono si rappresenta seguendo il principio del due, del doppio registro e dell'identità riflessa. Riuniti in una struttura che simula un assetto scenico, dopo un prologo di composta armonia con duplice titolo (Gratitudine e sentimento), i testi si presentano come passi di un recitativo per voce sola che non cessa di essere dialogica, proprio perché è rivolta a quel diverso se stesso, invisibile, eppure presente come l'eco di un luogo comune. Il ritratto che emerge da questo libro esibisce in tal modo una smaccata rottura di tradizionali compostezze e il distacco da tutte le questioni che potrebbero misurarsi con le forme canoniche della poesia. Alto e basso, bello e brutto, cielo e terra, angeli e demoni, solfeggiano così il loro lessico bifronte allo specchio 'senza aloni' di una poesia che non chiede benevole indulgenze, ma spera di distillare nel suo alambicco da stregone un nuovo segno, una ragione dialogica, un titolo degno di questo nome." (dalla presentazione di Giovanna Ioli).

Mappamondi e corsari

di Gian Luca Favetto

editore: Interlinea

pagine: 96

Un libro di poesia può essere un mappamondo di città e di sguardi se l'autore è un viaggiatore che crede che il "tempo quieto della poesia / è cielo chilometri attimi".

Di gloria e di polvere

Poesie 1957-2007

di Mario Graziano Parri

editore: Interlinea

pagine: 184

Si raccolgono in questo volume le poesie di Mario Graziano Parri datate dal 1957 al 2007, con un’intera sezione inedita, dal titolo La mente ospitale, e altre 8 sezioni con poesie tratte da varie raccolte e che sono state insignite di importanti premi di poesia. Parri canta «la recidiva speranza o illusione, m’affretto / a dichiarare la colpa per nascondere / la grazia / che agli occhi dei vivi mi condanna». L’antologia matura di un poeta appartato.

«Vieni o maggio»

Canto sociale, racconti di magia e ricordi di lotta della prima metà del XX secolo nella bassa novarese

di Cesare Bermani

editore: Interlinea

pagine: 120

Sono raccolti in questo volume e nei due cd allegati le memorie orali e il repertorio di canto sociale di sei cantanti e narratori del Novarese, registrati tra il 1963 e il 1970. Nel primi due decenni del secolo, con il rafforzarsi del partito socialista e della Camera del lavoro e le multiformi iniziative di “propaganda elementare” rivolte sia verso la città che verso la campagna, viene formandosi anche nel Novarese un repertorio socialista di canto sociale. Queste testimonianze rappresentano un’importante fonte per conoscere il mondo proletario del Novarese tra la prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo.

«Nessuno potrà tenersi in disparte»

La grande guerra: memoria, territorio, documentazione

a cura di Adolfo Mignemi

editore: Interlinea

pagine: 352

«Siamo alla vigilia di una quasi inevitabile conflagrazione generale europea, dalla quale nessuno potrà tenersi in disparte»: queste parole, tratte da una lettera che Riccardo Bollati, ambasciatore italiano a Berlino, scrive nel 1914, aprono idealmente gli atti del convegno sulla prima guerra mondiale tenutosi a Novara il 24 ottobre 2008, a novant’anni dalla conclusione del conflitto. Nel corso del convegno si è cercato di analizzare i diversi aspetti di cambiamento introdotti dalla realtà della guerra sulla società ad essa contemporanea, e di analizzarne le conseguenze. Chiude gli atti un’appendice contenente una panoramica degli eventi organizzati a Novara in occasione della ricorrenza e due sezioni iconografiche riservate alle mostre allestite al Museo Aldo Rossini, dedicate al contributo sociale e militare dei novaresi nel corso della Grande Guerra e alle opere d’arte conservate in alcune collezioni d’arte di Novara.

Fontaneto: una storia millenaria

Monastero. Concilio Metropolitico. Residenza Viscontea.

a cura di Cesare Alzati, Giancarlo Andenna, Alberto Bacchetta, Gisella Cantino Wataghin, Marina Dell'Omo, Eleonora Destefanis, Nicolangelo D’Acunto, Saverio Lomartire, Alfredo Lucioni, Luisella Pejrani Baricco, Aldo A. Settia, Fabrizio Slavazzi, Ivana Teruggi

editore: Interlinea

pagine: 372

«Sono trascorsi oltre 950 anni da quando, nel 1057, veniva indetto, a Fontaneto, il sinodo dei vescovi milanesi contro la Pataria e abbiamo ormai superato 1100 anni da quando il nome di Fontaneto appare per la prima volta, in un documento ufficiale, come sede del monastero di San Sebastiano, esattamente il 14 agosto del 908. Per ricordare questi avvenimenti si è costituito nella primavera del 2007 un Comitato storico con il compito di promuovere per il paese di Fontaneto alcune iniziative di carattere culturale. […] A volte, lungo percorsi misteriosi, la storia, quella con la lettera maiuscola narrata sui libri di scuola, passa attraverso le vicende di piccoli borghi apparentemente senza importanza, dentro infinite storie di contadini e paesani e ripercorre l’antica strada detta “stravachera” in compagnia del vicecomes Gariardo fino alle case e al castello di Fontaneto. Il compito di ricordare il passato è un dovere necessario soprattutto in questi tempi difficili, è condizione indispensabile per capire e valorizzare il presente e guardare con serenità al futuro. Chi non ha memoria del proprio passato si illude di essere vivo ma in realtà è come il cavaliere medievale che “del colpo non accorto, / cercava la battaglia ma era morto”» (Carlo Masseroni, Presidente del Comitato storico fontanetese).

Fummo soldati d'Italia

Monumenti ai caduti delle province di Novara e Verbania

di Mario Balossini e Emiliana Mongiat

editore: Interlinea

pagine: 128

La forma della foglia

di Pier Angelo Soldini

editore: Interlinea

pagine: 254

Un romanzo-diario a cavallo tra il fascismo e gli anni sessanta

E divenne Maggiore

Aspetti della storia dell'Ospedale di sant'Andrea in Vercelli

a cura di Giancarlo Andenna, Luca Bianchi, Giorgio Cosmacini, Miriam Clelia Ferrari, Gianmario Ferraris, Riccardo Nelva, Maria Caterina Perazzo, Adriano Soldano

editore: Interlinea

pagine: 276

«Un tempo si diceva comunemente e semplicemente “Ospedale Maggiore”, ora, non si sa perché, si dice comunemente “Ospedale di Sant’Andrea”. In realtà sia l’uno sia l’altro modo di chiamare quest’ospedale vanno bene. Nel primo modo s’indica la supremazia storica dell’ospedale fondato da Guala Bicchieri nei confronti degli altri ospedali che sono esistiti a Vercelli e che poi vennero assorbiti dall’Ospedale di Sant’Andrea, nel secondo modo si ritorna alla dugentesca denominazione originaria. [...] Ricordiamo che dapprima fu un’istituzione religiosa, poi, con bolla di Paolo IV del 1555, divenne un’istituzione laica, amministrata da cittadini vercellesi; nel secolo XIX ebbe una ragguardevole crescita, acquisendo anche un’ottima e ben meritata fama, grazie ad amministratori capaci e scrupolosi nel gestire il suo grande patrimonio fondiario e soprattutto nello scegliere con rigore il personale sanitario, che ancora al principio del Novecento era ritenuto fra i migliori del Piemonte. In questi ultimi decenni gli studi di storia ospedaliera, sia in generale sia di singoli ospedali, hanno avuto un forte incremento, ed è giusto che anche le complesse vicende dell’Ospedale di Sant’Andrea, una gloria autentica di Vercelli, incomincino a essere studiate in modo degno. Per questo v’è da plaudire a Vercelliviva per aver organizzato questo convegno, dove valenti relatori hanno dato importanti contributi sia nell’inquadrare la storia particolare dell’ospedale vercellese nella più vasta storia ospedaliera italiana, sia nell’approfondire la ricerca storica su argomeriti specifici riguardanti importanti momenti del suo passato, fino al secolo XVI. è da augurarsi però che gli studi proseguano anche per i secoli successivi» (Rosaldo Oldano, presidente della Società Storica Vercellese).

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