Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Tutti i prodotti: Interlinea

Teatro II: drammi borghesi, frammenti di commedie e sceneggiature

di Giovanni Verga

editore: Interlinea

pagine: XCVI + 712

Il volume raccoglie le prime due commedie verghiane, risalenti al periodo fiorentino, I nuovi tartufi e Rose caduche, insieme agli abbozzi delle opere teatrali non compiute e a quanto ci è giunto delle sceneggiature cinematografiche. Se i frammenti delle opere teatrali attestano un costante scambievole rapporto tra novellistica e teatro, la collaborazione con la nascente industria cinematografica offre una ulteriore testimonianza della concezione profondamente sperimentale che Giovanni Verga ebbe dell’arte.  

La traduzione del testo poetico

Tra XX e XXI secolo

a cura di Franco Buffoni

editore: Interlinea

pagine: 440

I maggiori autori e studiosi della traduzione letteraria sono raccolti in un libro di riferimento a cura di Franco Buffoni, tra i massimi esperti del settore a livello europeo. Da Bonnefoy e Sanesi a Bacigalupo, Magrelli e Gardini, sono messi in luce i diversi aspetti del tradurre, nell’idea che occorra comprendere e monitorare «il concetto di costante mutamento e trasformazione che è delle lingue e della traduzione, come metafora del nostro esistere».  

Parole contro il male di vivere

Conversazioni e interviste

di Eugenio Borgna

editore: Interlinea

pagine: 161

Riascoltiamo la voce di uno dei protagonisti e maggiori autori della psichiatria italiana, Eugenio Borgna, grazie a una serie di sue testimonianze che fanno rivivere, in forma di interviste, «la nostalgia e i sentimenti di colpa, l’inquietudine e la disperazione, l’ansia e i rimpianti, le attese e le speranze, la gioia e la solitudine». Come scrive Umberto Galimberti nel ricordo dell’autore: «Borgna prese a descrivere, in modo accessibile a tutti, la depressione e il male di vivere con l’invito a non lasciarsi ingannare dal silenzio malinconico. Per lui quel che occorre fare è perforare questo silenzio nel tentativo di raggiungere quel grido taciuto, che è tale perché molto spesso nessuno si dispone all’ascolto». Infatti, come Borgna scrive in un libro che ha per titolo una frase di Hölderlin, «noi siamo un colloquio».

Novara e la Shoah

Presenza e persecuzione antiebraica tra indifferenza, complicità e soccorso

di Anna M. Cardano

editore: Interlinea

pagine: 208

Antichi pregiudizi e stereotipi sono alla base della diffusione dell’antisemitismo che favorì anche a Novara l’applicazione delle leggi razziali contro la piccola minoranza di ebrei presenti in città. Negli anni trenta e quaranta si arrivò così, nel breve volgere di pochi anni, a produrre un’aberrante attività amministrativa finalizzata alla persecuzione dei diritti e poi delle stesse vite degli ebrei. Documenti d’archivio, testi giornalistici dell’epoca e testimonianze sono utilizzati per ricostruire una memoria che altrimenti andrebbe persa, fornendoci alcune chiavi interpretative per capire gli atteggiamenti di indifferenza o addirittura di entusiasmo verso la persecuzione, o al contrario le scelte di soccorso verso i perseguitati, puntando in particolare l’attenzione su ciò che successe a Novara il 19 settembre del 1943, e sulle vittime di quegli arresti. Come la cittadinanza si interrogò sulla Shoah, dopo la Liberazione? Quale ascolto ebbero gli ebrei sopravvissuti? Che cosa resta oggi di quella memoria?

Carteggio con Federico De Roberto

di Giovanni Verga

editore: Interlinea

pagine: XLII + 230

A differenza di quella tra Verga e Capuana, la relazione letteraria e umana tra Verga e De Roberto non ha finora goduto di quell’attenzione critica che solo una lettura integrale delle missive disponibili rende possibile. Di certo il ventennio che separa anagraficamente i due scrittori ha influito nel confinare la presenza di De Roberto a un ruolo minore nel rapporto con l’amico, ruolo che si è andato via via trasformando in quello di biografo “ufficiale”, mentre la relazione con Capuana si è sempre collocata su un piano di assoluta parità. La lettura integrale del carteggio restituisce in ogni caso l’intensità di un rapporto che, se non attinge alle manifestazioni di «fratellanza artistica e morale» che caratterizzano quello con Capuana, fornisce comunque un importante contributo per la conoscenza del Verga scrittore e lettore di testi altrui, a maggior ragione nei momenti in cui il giudizio critico si esercita su opere poste a distanza di una generazione.

Le gazzette di Vassalli. Giornalismo e scrittura sull'attualità

Nuova corrente 176

rivista: Nuova Corrente

pagine: 152

«Il mondo è un gomitolo di storie che si dipanano ogni giorno attraverso milioni di articoli di giornale» ha annotato Sebastiano Vassalli, il cui capitolo giornalistico non è secondario. L'autore della Chimera è testimone di una lunga tradizione novecentesca di scrittori sulle prime pagine dei giornali. Qui sono analizzati tre momenti delle sue collaborazioni: con le  riviste d'avanguardia, con i quotidiani come "l'Unità" e "Il Mattino" e infine con le maggiori testate, dov'è chiamato come editorialista, da "Repubblica" al "Corriere della Sera". «La misura migliore dei suoi pezzi riguarda i corsivi, spesso occasionati da una situazione, da un altro articolo, in cui il gioco di contropiede consente brillantezza e depistaggio e una vocazione all'inattualità» (Stefano Verdino). Con un'antologia di testi finora inediti in volume. SOMMARIO  Premessa (Stefano Verdino)L’impegno giornalistico del «bastian contrario» Vassalli (Roberto Cicala)  TRE STAGIONI DI COLLABORAZIONI PUBBLICISTICHE DI VASSALLIAlla ricerca del «genere romanzo»: la collaborazione di Vassalli a “Pianeta” (1971-1973) (Martina Vodola)«Lasciate al poeta almeno la parola». Vassalli giornalista per “l’Unità” (1978-1988) (Alessandro Curini)           Un ritratto del presente lungo vent’anni. Tra libri e giornali: Vassalli e il “Corriere della Sera” (Lorenzo Steffani)           TESTI INEDITI IN VOLUMERecensioni e servizi sull’“Unità” tra poesia e avanguardia       Commenti e interventi sul “Corriere della Sera”          Il tempo della scrittura                                           Tra politica e letteratura                                        Raccontare il territorio                                         Abstracts                                                                   Notizie sugli autori

Isula

Da mare a terra da terra a mare

a cura di Leonardo Boscani, Chiara Gatti

editore: Interlinea

pagine: 176

La mostra ISCRA – Flotta Culturale del Mediterraneo rappresenta per il MAN un’occasione preziosa per dare forma visibile a un progetto che, ideato dall’artista Leonardo Boscani, nasce da un dialogo virtuoso fra istituzioni: il nostro stesso museo e l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari, il Comune di Flussio, l’Associazione Marco Magnani di Sassari e l’Associazione Cosinzu de Isciareu di Flussio. Guidata da Boscani, una flotta di artisti, fra cui Giorgio Porcheddu, Lucia Magnifico, Marco Facchetti, Alfredo Puglia e Carmelo Logias, insieme ai docenti e agli studenti dell’Accademia di Sassari, ha esplorato il territorio fisico e simbolico di Flussio, traducendolo in opere che attraversano la fotografia sperimentale, la videoarte, l’indagine botanica e la mappatura delle relazioni tra natura e società. Nelle fotografie che Daniele Brotzu ha scattato lungo il tragitto, anche durante la navigazione sulla costa, viene restituito in dettagli e ampie vedute il senso di ogni momento e di tutta l’esperienza. Ne emerge infine un “interspazio” di narrazioni che, pur diverse nei linguaggi, convergono nel tentativo comune di ascoltare, comprendere e restituire il carattere profondo di un luogo. È proprio nella pluralità degli sguardi che si rivela il valore di questa iniziativa: far emergere storie, forme e visioni che abitano aree solo in apparenza marginali, ma in realtà centrali nella costruzione di nuove geografie culturali. Un compito che il MAN condivide pienamente, nella convinzione che il museo debba essere, non soltanto custode del passato, ma anche motore di ricerca, coprogettazione e trasformazione. Attraverso ISCRA, si delinea una rotta culturale che dal mare alle colline, dai gesti antichi alle tecnologie contemporanee, prova a tracciare nuovi orizzonti per il Mediterraneo, inteso non solo come spazio geografico, ma come metafora dinamica di scambio, mobilità e trasformazione. Un viaggio che comincia in Sardegna e guarda lontano.   Tonino Rocca Presidente MAN

Contra Pasolini

Nuova corrente 175

rivista: Nuova Corrente

pagine: 152

Prendendo spunto dal ciclo seminariale tenuto tra aprile e giugno 2022 presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova, Contra Pasolini mira a grattare via una certa patina agiografica dalla figura di Pier Paolo Pasolini, fin troppo alimentata dalle celebrazioni del centenario allora in corso e, in fondo, limitante per l’autore stesso. Gli interventi raccolti in questa sede prendono in esame il dialogo-scontro tra Pasolini e un’altra figura culturale di rilievo, senza però limitarsi alla sola letteratura o al solo orizzonte italiano. Si esaminano così polemiche interne tanto al mondo delle riviste (che vanno anche oltre la leggendaria “Officina”) quanto all’ampia e più o meno ortodossa area marxista italiana; ma ci si spinge anche oltre, come Pasolini stesso aveva voluto, arrivando a toccare un mondo da noi generalmente lontanissimo come quello lusofono.   Sommario -Premessa-Fortini e Pasolini, di razza fraterna e nemica (Cecilia Bello Minciacchi)Sanguineti e Pasolini. Solidarizzare/desolidarizzare (Erminio Risso)-«E un giorno non mi capirai». Pier Paolo Pasolini e Massimo Ferretti (Marco Berisso)-Melissa senza Modena. Le polemiche tra Salinari e Pasolini (Gian Luca Picconi)-Jacobbi con/tra Pasolini e il Terzo Mondo (Alessandra Vannucci)-Glauber Rocha contra Pasolini. Dalla violenza decoloniale del Vangelo alla violenza esistenziale di Salò(Yuri Brunello)-Abstracts-Notizie sugli autori

Monachesimo femminile cistercense

Configurazioni e reti sociali in area padana nel Duecento

di Guido Cariboni

editore: Interlinea

pagine: 160

La storiografia ha a lungo dibattuto circa l’atteggiamento dell’ordine cistercense nei confronti dell’elemento femminile. Si è spesso dipinto il quadro di un monachesimo restio a occuparsi della “pericolosa” missione di inquadramento e cura spirituale e materiale delle donne religiose, per meglio preservare la purezza della sua vocazione contemplativa. Questo volume, al contrario, mostra come nel Duecento, in area padana, le comunità femminili non soltanto furono accettate, ma anzi prosperarono, spesso proprio grazie alla promozione e all’appoggio dei monaci. La ricchezza delle fonti, perlopiù inedite, permette di tratteggiare una realtà monastica estremamente varia e articolata che si inserì nella rete di Cîteaux, non accettandone passivamente la configurazione ma adattandola alle variabili circostanze, spesso drammatiche, del suo tempo.

Isole minori

Note sul visivo dal 1990 ad oggi

editore: Interlinea

pagine: 208

Il MAN dedica da anni un’attenzione costante e strutturata alla fotografia, intesa come linguaggio chiave della contemporaneità e strumento privilegiato per osservare, raccontare e interrogare il mondo. Il museo ha sviluppato nel tempo progetti che alternano la valorizzazione di figure storiche a un’apertura verso le ricerche più attuali. Con Isole minori. Note sul visivo dal 1990 ad oggi, a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, il museo prosegue il proprio impegno nella ricerca fotografica, offrendo uno sguardo sulle pratiche che hanno interrogato il concetto di insularità da diverse prospettive estetiche, geografiche e politiche. La mostra attraversa decenni di trasformazioni, mettendo a fuoco il modo in cui l’obiettivo degli artisti ha ridefinito l’immaginario dell’insularità mediterranea – e della Sardegna in particolare – attraverso le opere di Mimmo Jodice, Massimo Vitali, Ralph Gibson, Vanessa Winship e George Georgiou, Paola De Pietri e molti altri. Ancora una volta, il MAN conferma la propria vocazione come luogo di studio, produzione e valorizzazione dei linguaggi visivi contemporanei: un museo che, a partire dal proprio territorio, si affaccia al mondo.   Tonino Rocca Presidente MAN  

Isole e Idoli

a cura di Chiara Gatti, Stefano Giuliani

editore: Interlinea

pagine: 208

Negli ultimi quattro anni, il MAN ha presentato al pubblico un programma pensato per alternare, ogni estate, mostre dedicate all’arte moderna con mostre dedicate invece ai linguaggi del contemporaneo tesi all’analisi di tematiche di grande attualità. Dopo il progetto Diorama. Generation Earth realizzato nel 2024, ora tocca nuovamente al Novecento delle avanguardie, esattamente come accaduto l’anno precedente con la scultura di Henri Matisse. Isole e idoli non presenta, tuttavia, la figura di un unico maestro protagonista, ma allarga il suo raggio di indagine a tutta una generazione di autori che, all’alba del Novecento, subirono fortemente il fascino delle culture extraeuropee, rivelando debiti e dialoghi fra l’arte moderna e i suoi modelli arcaici. Ponendosi criticamente come una riflessione sui concetti di alterità, primitivismo e le loro ricadute in un campo di dibattito esteso ben oltre la storia dell’arte, la mostra affonda nelle ragioni antropologiche connaturate alla presenza di figure totemiche nei circoscritti perimetri di un’isola e spiega come maestri del calibro di Gauguin, Pechstein, Miró, Arp o lo stesso Matisse, nel corso dei loro viaggi fra il Mediterraneo e i mari del Sud, abbiano riletto tale convivenza proiettando le loro stesse icone statuarie nella dimensione del sacro. Il retaggio delle tradizioni extra occidentali che fu assorbito dalle loro mani e dalla loro anima è documentato in un percorso evocativo e ricco – come accaduto in passato per la mostra di Picasso o per quella di Pininfarina e di Patrick Tuttofuoco – di accostamenti fra reperti in prestito dai maggiori musei archeologici della Sardegna (e oggi eccezionalmente dal Louvre di Parigi) e i dipinti, le sculture o le fotografie dei giganti del secolo scorso, approdati al MAN grazie ad accordi internazionali con la Fundació Pilar i Joan Miró di Maiorca o la Fondation Giacometti di Parigi. Si rinnova, altresì, il gemellaggio con il Museo Archeologico Nazionale G. Asproni di Nuoro, partner culturale del nostro museo da oltre tre anni e che conta, in questa occasione, la curatela della mostra affidata al suo ex direttore Stefano Giuliani. Nel panorama dei grandi nomi è stato ritagliato, infine, un posto significativo per due opere del sardo Giuseppe Biasi uscite dalle collezioni della Fondazione di Sardegna e che soggiornò in Africa nel corso degli anni venti; le sue figure di donne berbere si uniscono per la prima volta alla modernità cosmopolita dei colleghi europei.   Tonino Rocca Presidente MAN

Poepica

di Sergio Pozzi

editore: Interlinea

pagine: 96

Poepica è un viaggio tra lirica ed epica, dove versi e prose si alternano in venti brevi capitoli punteggiati da aforismi affilati. Sergio Pozzi intreccia ironia, riflessione e immagini potenti in una scrittura densa, volutamente ermetica, che invita il lettore a diventare parte attiva del testo. Come afferma l’autore: «ritengo che chi scrive non dovrebbe mai dire tutto, al fine di consentire un apporto personale al lettore, possibile parte attiva di un libro».

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.