
«Tutto Levi si può leggere in una sorta di doppio filo incrociato. Da un lato i libri in cui prevale nettamente una volontà di chiarezza e d’ordine, di moralità e di ragione; dall’altro la spinta uguale e contraria dell’enigma e delle tenebre, l’infezione cosmica dell’annientamento: tra ordine e caos»
Primo Levi: ancora qualcosa da dire. Conversazioni e letture tra biografia e invenzione di Giovanni Tesio
Un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d’archivio, tra cui autografi e fotografie. Un ritorno a Levi per appassionati lettori ma anche per insegnanti che vogliono approfondire con i propri studenti la figura di uno scrittore centrale per comprendere gli orrori della guerra e il Novecento.
RACCONTARE LA SHOAH, IN POESIA E PROSA
Due antologie curate da Giovanni Tesio raccolgono i testi di grandi scrittori e poeti che hanno reso la loro drammatica testimonianza oggetto di elaborazione letteraria.
«Noi che suonammo senza uno spartito / fummo chiusi / dietro le righe a pentagramma del filo spinato»
Nell'abisso del lager. Voci poetiche sulla Shoah. Un’antologia a cura di Giovanni Tesio
«Dopo Auschwitz scrivere ancora poesie è barbaro» è la frase del filosofo Adorno che ha suscitato tante polemiche ma anche stimolato a riscoprire le voci poetiche più intense della Shoah, per la prima volta qui riunite in un’antologia internazionale. Emerge soprattutto il loro valore di testimonianza, di presa diretta e di riflessione, che non attenua l’importanza anche estetica dei testi di Paul Celan o Nelly Sachs, di Dietrich Bonhoeffer o Mario Luzi, fino ad Antonella Anedda ed Erri de Luca.
«Che romanzi volete che ci siano, dopo Auschwitz e Buchenwald?» scriveva Carlo Levi, riflettendo sulle possibilità letterarie del “dopo”. Eppure molti hanno scritto, in tempi e modi diversi, rispondendo a un bisogno e anche a un dovere, a una necessità morale. Alcuni di essi, tra i più significativi, sono raccolti in questa antologia, da Primo Levi ad Anne Frank, da Etty Hillesum a Jean Améry, da Peter Weiss a Friedrich Dürrenmatt e David Grossman, presentando insieme – seppur separati – sia chi, avendo vissuto l’esperienza del lager, ne ha dato testimonianza sia chi, invece, non avendola vissuta personalmente, ne ha però fatto oggetto di elaborazione letteraria.
LA STORIA DI ÁRPÁD WEISZ
La tragica vicenda di uno dei più grandi allenatori di calcio degli anni trenta: una testimonianza e una riflessione sull’eredità della Shoah, che coinvolge nel dramma anche lo spor«Frammenti lacerati, che stentiamo a ricomporre e che lasciano intravedere le vertiginose profondità dell’abisso che si è spalancato nel cuore dell’Europa. La storia di Árpád Weisz è uno di questi frammenti.»
L'allenatore ad Auschwitz. Árpád Weisz: dai campi di calcio italiani al lager di Giovanni Cerutti
Un'importante ricerca su una figura chiave della storia del calcio italiano ed europeo, vittima delle leggi razziali e del lager, facendoci riflettere sul legame tra sport e discriminazione. L’ungherese Árpád Weisz, tra i più grandi allenatori degli anni trenta, colui che introdusse per primo gli schemi nel campionato italiano, fu commissario tecnico dell’Inter (dove scoprì Giuseppe Meazza) ma anche del Novara e del Bologna, fino all’espulsione dall’Italia, in seguito alle leggi razziali, e alla tragica fine nel lager di Auschwitz.
LA STORIA DI UN VIOLINO SPECIALE SOPRAVVISSUTO ALLA SHOAH
Un racconto ispirato alla vera storia di Eva Maria Levy, che narra il dolore della tragedia di Auschwitz ma anche la solidarietà e l'amore per la musica, attraverso le vicende della giovane Cicci, una giovane ragazza ebrea, e della sua famiglia, vittima delle leggi razziali e del lager.
«Cominciò come un venticello senza importanza, che incattivì e diventò bufera. E niente fu più come prima. Niente.»
Il violino di Auschwitz di Anna Lavatelli, illustrazioni di Cinzia Ghigliano
Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l’inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove dovrà suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Un racconto commovente tratto da una storia vera.
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