Il violino di Auschwitz

Titolo | Il violino di Auschwitz |
Autore | Anna Lavatelli |
Illustratore | Cinzia Ghigliano |
Argomenti |
Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi Letteratura per l'infanzia Età di lettura 8-11 anni |
Collana | Le rane, 37 |
Marchio | Le rane |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 96 |
Pubblicazione | 2021 |
ISBN | 9788866991878 |
Cicci ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: una vita bella e agiata, una famiglia che le vuole bene, tanti amici e una grande passione per la musica. Ma è ebrea e durante la guerra tutto cambia. Le rimarrà solo il suo violino, da cui non si separerà a nessun costo. Sarà proprio lui a raccontare, dopo un lungo silenzio, la lenta discesa di Cicci verso l’inferno del campo di concentramento di Auschwitz, dove dovrà suonare per le SS. Scoprirà però che la musica rende liberi. Un racconto commovente tratto da una storia vera. Nuova edizione.
Biografia dell'autore
Anna Lavatelli

Un brano del libro
«Stai bene, papà?» chiese Eva Maria, che stava uscendo a far compere, infagottata come un’eschimese. «Hai una faccia!»
«Guarda qui, in prima pagina. Sono state emanate le leggi per la difesa della razza» disse lui con voce cupa.
«E adesso?»
«Se la prenderanno con noi ebrei, Cicci. Ecco cosa sta per succedere».
La sua voce era così desolata che la ragazza non osò più chiedergli nulla.
Ma presto fu tutto chiaro.
Enzo e Eva Maria non potevano più andare al cinema, a teatro, al ristorante. Così, da un giorno all’altro.
E neanche frequentare club sportivi, sale da ballo o altri luoghi di divertimento pubblico.
Questo significava non trovarsi più con gli amici. Andare in vacanza, al mare, in montagna.
Quando i figli sbuffavano, i genitori non reagivano quasi mai nello stesso modo.
La signora Egle diceva, di solito: «Senti, senti! E cosa dovrebbe dire vostro padre, che non può più lavorare?»
Mentre il signor Edgardo con più tranquillità proponeva: «Possiamo sempre fare un festone a casa nostra».
Ma c’erano cose ben più gravi nel futuro dei due ragazzi.
Per esempio, non potevano più andare a scuola.
E c’era anche un’assurda lista di lavori che non potevano più svolgere, come fare il medico, il ferroviere, l’avvocato, l’insegnante, l’impiegato statale, l’allenatore sportivo, il musicista...
Questo significava, per Eva Maria, l’addio alla carriera di violinista.
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