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Tutti i prodotti: Interlinea

In cammino

Antenati nomadi, migranti, girovaghi e itineranti

di Anna Maria D'Ambrosio

editore: Interlinea

pagine: 232

Molto prima che i nostri emigranti sognassero la Merica, si registrava in questa parte di mondo, ora chiamata Italia, la presenza diffusa di uomini, donne e bambini in cammino. Chi erano questi antenati nomadi, migranti, girovaghi e itineranti? Eterni poveri, in prevalenza contadini. Con ogni mezzo, lasciavano il loro paese per tentare altrove la sorte. Chi vendeva la forza delle proprie braccia, chi mercanzie o spettacolo di strada e chi non aveva niente da vendere. Erano braccianti, mondariso, spazzacamini, ambulanti, orsanti, cantastorie, burattinai, vagabondi e camminanti. Una population flottante di antico regime di cui si sta perdendo la memoria, anche per la mancanza di una documentazione scritta, poiché questi poveri erano analfabeti. In cammino racconta la maestria di ogni singolo mestiere e l’attitudine alla mobilità dei nostri antenati quale unica risorsa per sfuggire alla miseria.

Rap up!

Esercizi di stile dalla poesia alla trap

di Giuseppe Passalacqua

editore: Interlinea

pagine: 216

Si può ripassare la dialettica di Hegel grazie a Noi, loro, gli altri di Marracash? Come riscoprire Einstein, il teatro di Čechov nei testi di Kid Yugi? Si può fare la parafrasi della Commedia di Dan­te con il flow di Tedua e gli endecasillabi di Mu­rubutu? Il rap è uno strumento letterario e didat­tico potentissimo che può essere usato come risorsa nelle discipline umanistiche. Il rap funzio­na nell’educazione perché permette “ripensa­mento”, innescando sempre una rielaborazione cognitiva ed emotiva. Scrivere aiuta a riflettere su un’esperienza, a esprimere emozioni represse o nascoste, a stimolare il ragionamento, a met­tersi davanti a limiti che si è in grado di superare con esercizio e fatica. Noi diciamo spesso ai ra­gazzi che scrivere una poesia o un racconto può avere la stessa funzione del rap. Il rap ha una sto­ria. Non nasce nei salotti e nelle scuole, ma nella strada, che è la maestra di vita da cui ha origine ogni lingua. Per questo il motto del progetto Rap Up è: «Studia a scuola, impara dalla strada!»

Pagine sparse e interviste

di Giovanni Verga

editore: Interlinea

pagine: CVIII+244

Il volume riunisce le novelle sparse di Verga – quelle non confluite nelle raccolte d’autore (La caccia al lupo) e altre rimaste sul suo scrittoio incompiute (Novella sentimentale) o inedite (Un episodio del 31 Maggio) –, nonché prefazioni, recensioni, pensieri d’occasione e appunti mai dati alle stampe: testi minori, ma di sorprendente interesse anche per l’impegno elaborativo rivelato dagli autografi. Si accolgono inoltre le interviste, depositarie delle rare enunciazioni di poetica.

L’avventurosa vita di Emilio Isgrò

nelle testimonianze di uomini di stato, artisti, scrittori, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini

di Emilio Isgrò

editore: Interlinea

pagine: 176

Alla celebre affermazione di Flaubert, «Madame Bovary sono io», L’avventurosa vita di Emilio Isgrò risponde rimuovendo l’ultimo schermo: quello del personaggio mediatore tra il poeta e il suo pubblico. Ma non scompare soltanto il personaggio: scompare anche l’autore. La “storia” è qui raccontata da chi dovrebbe leggerla: 328 testimoni che danno di Isgrò un ritratto sconcertante e contraddittorio, lasciando spazio ad altre possibili testimonianze. Le moderne tecniche di “coinvolgimento”, anche quelle più avanzate, vengono così mostrate lucidamente e sarcasticamente per quello che sono: strizzate d’occhio a un pubblico di “intenditori”. Non c’è bisogno di precisare, perché il lettore non scambi il libro per un’autobiografia, che le dichiarazioni comprese nel romanzo (tranne una o due) sono tutte inventate. Da chi non si sa. Ma è meglio che il lettore non lo sappia se vuole godersi la realtà del romanzo.

Parole contro il male di vivere

Conversazioni e interviste

di Eugenio Borgna

editore: Interlinea

pagine: 161

Riascoltiamo la voce di uno dei protagonisti e maggiori autori della psichiatria italiana, Eugenio Borgna, grazie a una serie di sue testimonianze che fanno rivivere, in forma di interviste, «la nostalgia e i sentimenti di colpa, l’inquietudine e la disperazione, l’ansia e i rimpianti, le attese e le speranze, la gioia e la solitudine». Come scrive Umberto Galimberti nel ricordo dell’autore: «Borgna prese a descrivere, in modo accessibile a tutti, la depressione e il male di vivere con l’invito a non lasciarsi ingannare dal silenzio malinconico. Per lui quel che occorre fare è perforare questo silenzio nel tentativo di raggiungere quel grido taciuto, che è tale perché molto spesso nessuno si dispone all’ascolto». Infatti, come Borgna scrive in un libro che ha per titolo una frase di Hölderlin, «noi siamo un colloquio».

Novara e la Shoah

Presenza e persecuzione antiebraica tra indifferenza, complicità e soccorso

di Anna M. Cardano

editore: Interlinea

pagine: 208

Antichi pregiudizi e stereotipi sono alla base della diffusione dell’antisemitismo che favorì anche a Novara l’applicazione delle leggi razziali contro la piccola minoranza di ebrei presenti in città. Negli anni trenta e quaranta si arrivò così, nel breve volgere di pochi anni, a produrre un’aberrante attività amministrativa finalizzata alla persecuzione dei diritti e poi delle stesse vite degli ebrei. Documenti d’archivio, testi giornalistici dell’epoca e testimonianze sono utilizzati per ricostruire una memoria che altrimenti andrebbe persa, fornendoci alcune chiavi interpretative per capire gli atteggiamenti di indifferenza o addirittura di entusiasmo verso la persecuzione, o al contrario le scelte di soccorso verso i perseguitati, puntando in particolare l’attenzione su ciò che successe a Novara il 19 settembre del 1943, e sulle vittime di quegli arresti. Come la cittadinanza si interrogò sulla Shoah, dopo la Liberazione? Quale ascolto ebbero gli ebrei sopravvissuti? Che cosa resta oggi di quella memoria?

Carteggio con Federico De Roberto

di Giovanni Verga

editore: Interlinea

pagine: XLII + 230

A differenza di quella tra Verga e Capuana, la relazione letteraria e umana tra Verga e De Roberto non ha finora goduto di quell’attenzione critica che solo una lettura integrale delle missive disponibili rende possibile. Di certo il ventennio che separa anagraficamente i due scrittori ha influito nel confinare la presenza di De Roberto a un ruolo minore nel rapporto con l’amico, ruolo che si è andato via via trasformando in quello di biografo “ufficiale”, mentre la relazione con Capuana si è sempre collocata su un piano di assoluta parità. La lettura integrale del carteggio restituisce in ogni caso l’intensità di un rapporto che, se non attinge alle manifestazioni di «fratellanza artistica e morale» che caratterizzano quello con Capuana, fornisce comunque un importante contributo per la conoscenza del Verga scrittore e lettore di testi altrui, a maggior ragione nei momenti in cui il giudizio critico si esercita su opere poste a distanza di una generazione.

Le gazzette di Vassalli. Giornalismo e scrittura sull'attualità

Nuova corrente 176

rivista: Nuova Corrente

pagine: 152

«Il mondo è un gomitolo di storie che si dipanano ogni giorno attraverso milioni di articoli di giornale» ha annotato Sebastiano Vassalli, il cui capitolo giornalistico non è secondario. L'autore della Chimera è testimone di una lunga tradizione novecentesca di scrittori sulle prime pagine dei giornali. Qui sono analizzati tre momenti delle sue collaborazioni: con le  riviste d'avanguardia, con i quotidiani come "l'Unità" e "Il Mattino" e infine con le maggiori testate, dov'è chiamato come editorialista, da "Repubblica" al "Corriere della Sera". «La misura migliore dei suoi pezzi riguarda i corsivi, spesso occasionati da una situazione, da un altro articolo, in cui il gioco di contropiede consente brillantezza e depistaggio e una vocazione all'inattualità» (Stefano Verdino). Con un'antologia di testi finora inediti in volume. SOMMARIO  Premessa (Stefano Verdino)L’impegno giornalistico del «bastian contrario» Vassalli (Roberto Cicala)  TRE STAGIONI DI COLLABORAZIONI PUBBLICISTICHE DI VASSALLIAlla ricerca del «genere romanzo»: la collaborazione di Vassalli a “Pianeta” (1971-1973) (Martina Vodola)«Lasciate al poeta almeno la parola». Vassalli giornalista per “l’Unità” (1978-1988) (Alessandro Curini)           Un ritratto del presente lungo vent’anni. Tra libri e giornali: Vassalli e il “Corriere della Sera” (Lorenzo Steffani)           TESTI INEDITI IN VOLUMERecensioni e servizi sull’“Unità” tra poesia e avanguardia       Commenti e interventi sul “Corriere della Sera”          Il tempo della scrittura                                           Tra politica e letteratura                                        Raccontare il territorio                                         Abstracts                                                                   Notizie sugli autori

Isula

Da mare a terra da terra a mare

a cura di Leonardo Boscani, Chiara Gatti

editore: Interlinea

pagine: 176

La mostra ISCRA – Flotta Culturale del Mediterraneo rappresenta per il MAN un’occasione preziosa per dare forma visibile a un progetto che, ideato dall’artista Leonardo Boscani, nasce da un dialogo virtuoso fra istituzioni: il nostro stesso museo e l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari, il Comune di Flussio, l’Associazione Marco Magnani di Sassari e l’Associazione Cosinzu de Isciareu di Flussio. Guidata da Boscani, una flotta di artisti, fra cui Giorgio Porcheddu, Lucia Magnifico, Marco Facchetti, Alfredo Puglia e Carmelo Logias, insieme ai docenti e agli studenti dell’Accademia di Sassari, ha esplorato il territorio fisico e simbolico di Flussio, traducendolo in opere che attraversano la fotografia sperimentale, la videoarte, l’indagine botanica e la mappatura delle relazioni tra natura e società. Nelle fotografie che Daniele Brotzu ha scattato lungo il tragitto, anche durante la navigazione sulla costa, viene restituito in dettagli e ampie vedute il senso di ogni momento e di tutta l’esperienza. Ne emerge infine un “interspazio” di narrazioni che, pur diverse nei linguaggi, convergono nel tentativo comune di ascoltare, comprendere e restituire il carattere profondo di un luogo. È proprio nella pluralità degli sguardi che si rivela il valore di questa iniziativa: far emergere storie, forme e visioni che abitano aree solo in apparenza marginali, ma in realtà centrali nella costruzione di nuove geografie culturali. Un compito che il MAN condivide pienamente, nella convinzione che il museo debba essere, non soltanto custode del passato, ma anche motore di ricerca, coprogettazione e trasformazione. Attraverso ISCRA, si delinea una rotta culturale che dal mare alle colline, dai gesti antichi alle tecnologie contemporanee, prova a tracciare nuovi orizzonti per il Mediterraneo, inteso non solo come spazio geografico, ma come metafora dinamica di scambio, mobilità e trasformazione. Un viaggio che comincia in Sardegna e guarda lontano.   Tonino Rocca Presidente MAN

Contra Pasolini

Nuova corrente 175

rivista: Nuova Corrente

pagine: 152

Prendendo spunto dal ciclo seminariale tenuto tra aprile e giugno 2022 presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova, Contra Pasolini mira a grattare via una certa patina agiografica dalla figura di Pier Paolo Pasolini, fin troppo alimentata dalle celebrazioni del centenario allora in corso e, in fondo, limitante per l’autore stesso. Gli interventi raccolti in questa sede prendono in esame il dialogo-scontro tra Pasolini e un’altra figura culturale di rilievo, senza però limitarsi alla sola letteratura o al solo orizzonte italiano. Si esaminano così polemiche interne tanto al mondo delle riviste (che vanno anche oltre la leggendaria “Officina”) quanto all’ampia e più o meno ortodossa area marxista italiana; ma ci si spinge anche oltre, come Pasolini stesso aveva voluto, arrivando a toccare un mondo da noi generalmente lontanissimo come quello lusofono.   Sommario -Premessa-Fortini e Pasolini, di razza fraterna e nemica (Cecilia Bello Minciacchi)Sanguineti e Pasolini. Solidarizzare/desolidarizzare (Erminio Risso)-«E un giorno non mi capirai». Pier Paolo Pasolini e Massimo Ferretti (Marco Berisso)-Melissa senza Modena. Le polemiche tra Salinari e Pasolini (Gian Luca Picconi)-Jacobbi con/tra Pasolini e il Terzo Mondo (Alessandra Vannucci)-Glauber Rocha contra Pasolini. Dalla violenza decoloniale del Vangelo alla violenza esistenziale di Salò(Yuri Brunello)-Abstracts-Notizie sugli autori

Monachesimo femminile cistercense

Configurazioni e reti sociali in area padana nel Duecento

di Guido Cariboni

editore: Interlinea

pagine: 160

La storiografia ha a lungo dibattuto circa l’atteggiamento dell’ordine cistercense nei confronti dell’elemento femminile. Si è spesso dipinto il quadro di un monachesimo restio a occuparsi della “pericolosa” missione di inquadramento e cura spirituale e materiale delle donne religiose, per meglio preservare la purezza della sua vocazione contemplativa. Questo volume, al contrario, mostra come nel Duecento, in area padana, le comunità femminili non soltanto furono accettate, ma anzi prosperarono, spesso proprio grazie alla promozione e all’appoggio dei monaci. La ricchezza delle fonti, perlopiù inedite, permette di tratteggiare una realtà monastica estremamente varia e articolata che si inserì nella rete di Cîteaux, non accettandone passivamente la configurazione ma adattandola alle variabili circostanze, spesso drammatiche, del suo tempo.

Isole minori

Note sul visivo dal 1990 ad oggi

editore: Interlinea

pagine: 208

Il MAN dedica da anni un’attenzione costante e strutturata alla fotografia, intesa come linguaggio chiave della contemporaneità e strumento privilegiato per osservare, raccontare e interrogare il mondo. Il museo ha sviluppato nel tempo progetti che alternano la valorizzazione di figure storiche a un’apertura verso le ricerche più attuali. Con Isole minori. Note sul visivo dal 1990 ad oggi, a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, il museo prosegue il proprio impegno nella ricerca fotografica, offrendo uno sguardo sulle pratiche che hanno interrogato il concetto di insularità da diverse prospettive estetiche, geografiche e politiche. La mostra attraversa decenni di trasformazioni, mettendo a fuoco il modo in cui l’obiettivo degli artisti ha ridefinito l’immaginario dell’insularità mediterranea – e della Sardegna in particolare – attraverso le opere di Mimmo Jodice, Massimo Vitali, Ralph Gibson, Vanessa Winship e George Georgiou, Paola De Pietri e molti altri. Ancora una volta, il MAN conferma la propria vocazione come luogo di studio, produzione e valorizzazione dei linguaggi visivi contemporanei: un museo che, a partire dal proprio territorio, si affaccia al mondo.   Tonino Rocca Presidente MAN  

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