Tutti i prodotti: Interlinea
Da Novara all’Italia
Carlo Negroni (1819-1896) nel bicentenario della nascita
a cura di Davide Bruno De Franco, Elisabetta Fiocchi Malaspina, Claudio Rosso
editore: Interlinea
Politico, giornalista, avvocato, dantista, professore universitario, intellettuale poliedrico: in questo libro, nato da un convegno nel bicentenario della nascita a Novara, viene presentata la figura di Carlo Negroni nelle sue numerose sfaccettature. Il volume a più voci ricostruisce la storia del personaggio piemontese: dalla fondazione della Banca Popolare di Novara agli studi su Dante Alighieri, dalla sua dedizione ai meno fortunati all’insegnamento giuridico a Torino, senza tralasciare la sua notevole capacità negli affari. Quest’opera propone uno spaccato della vita in una città di provincia di fine Ottocento e permette di conoscere a fondo un protagonista che ha contribuito a plasmare Novara come oggi la conosciamo, ad esempio attraverso la fondazione dell’Opera Pia Negroni, ancora attiva, e il lascito di molti suoi averi, compresi il suo palazzo e i suoi manoscritti, alla biblioteca civica che oggi porta il suo nome.
Le strade dei vini di Mario Soldati
Itinerari d’autore in Piemonte tra turismo e letteratura
editore: Interlinea
pagine: 15
Di Mario Soldati si è celebrato nel 2006 il centenario della nascita mettendo in luce quanto non sia stato soltanto uno degli scrittori e registi più originali della cultura contemporanea, un maestro del reportage narrativo e televisivo, il primo media man del nostro Paese, una figura inconsueta e complessa nel panorama del Novecento italiano, di cui è un testimone ideale. Oltre ai libri (da America primo amore a Le lettere da Capri e ai Racconti del maresciallo) e ai film (come Piccolo mondo antico), Soldati ha lasciato un segno anche come appassionato cultore dell’enogastronomia: «Il modo più facile, più diretto di arrivare a conoscere un paese è praticare la cucina della gente che lo abita. Nei cibi e nella maniera di cucinare c’è tutto». In particolare è stato tra i primi a riscoprire e valorizzare lagenuinità e la varietà dei vini italiani. Tra questi quelli piemontesi, dal Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti al Ghemme e Gattinara.
Per questo il Centro Novarese di Studi Letterari crede sia possibile proporre occasioni di cultura del gusto e di turismo anche attraverso gli spunti offerti dalla letteratura.
Dopo aver proposto in altre forme percorsi letterari sulla Novara seicentesca della Chimera di Sebastiano Vassalli o sulla Terra degli aironi di DanteGraziosi, inaugura ora una serie di “itinerari d’autore” sostenuti dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte in compagnia di Mario Soldati. Buon viaggio ma anche buona lettura e buon assaggio!SFOGLIA IL VOLUME
Apologia dell'inesistenza
di Sergio Pozzi
editore: Interlinea
pagine: 96
L’autore osserva la vita con disincantata ironia, in un atteggiamento di aristocratico isolamento intellettuale dai «tanti » che o credono (e dunque non pensano) o semplicemente non pensano, dal loro «assurdo niente» o dall’«ovvio» che si consuma nelle «secche voraci della quotidianità» (27 maggio). «Per vivere ci vuole assai coraggio / ma per esistere basta l’esser nati», si legge in Fortezza Bastiani. Se dunque una simile esistenza è un «deserto sterminato e irrilevante » (Sri Lanka), «in bilico fra il niente del rumore e la fatica del silenzio» (Fall), allora non resta, appunto, che il rifiuto di essa, l’apologia dell’inesistenza. (Paolo Zoboli)
Il consenso e la forza
L’ultimo discorso del 30 maggio 1924
di Giacomo Matteotti
editore: Interlinea
pagine: 84
Nell’agosto di un secolo fa, nel 1924, fu trovato il corpo di Giacomo Matteotti, giornalista, politico e segretario del partito socialista unitario. Chiamato “Tempesta” per il carattere focoso, Matteotti, 39 anni, era stato rapito e ucciso il 10 giugno 1924, dopo che il 30 maggio aveva pronunciato in parlamento un discorso contro le irregolarità e le violenze che avevano condizionato le elezioni di primavera, le ultime prima della dittatura. Il suo discorso era stato un atto d’accusa clamoroso e aveva suscitato grande ira tra gli esponenti del partito fascista. Una pagina nera della storia italiana, ricostruita attraverso il testo integrale del discorso e arricchita da un saggio di Francesca Rigotti, filosofa e saggista, già docente di teoria politica e dottrine politiche alle università di Gottingen e della Svizzera italiana a Lugano.Con un saggio di Francesca Rigotti.
Don Giuseppe Rossi
Un prete martire per la sua gente
di Mario Perotti
editore: Interlinea
pagine: 96
Nato a Varallo Pombia il 3 novembre del 1912 da Girolamo e da Angela De Ambrogio, viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1937. L’anno successivo diviene parroco di Castiglione Ossola, dove rimane sino alla tragica morte, avvenuta il 26 febbraio 1945 dopo una giornata convulsa, iniziata con un attentato partigiano e continuata con la rappresaglia fascista. Don Rossi non fugge e si lascia arrestare per rimanere, in coerenza al suo ministero pastorale, tra gli ostaggi, rincuorandoli con la presenza e la parola. Liberato e quindi non considerato colpevole, viene poi prelevato per iniziativa di alcuni militi assetati di vendetta e senza alcuna prova di colpevolezza barbaramente ucciso. Da allora il nome di don Giuseppe viene ricordato come fulgido esempio di dedizione pastorale. Al termine del Processo Romano, il 14 dicembre 2023, papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi alla promulgazione del decreto che dichiara don Rossi “beato” in quanto martire, ucciso in odium fidei. Solenne proclamazione: cattedrale di Novara, 26 maggio 2024.Nuova edizione realizzata in occasione della beatificazione di don Giuseppe Rossi.
Giocare è una cosa seria
Viaggio nei segreti del gioco libero
di Marco Scardigli e Maurizio Stangalino
editore: Interlinea
Il gioco è una cosa seria, perché giocando ci si prepara alla vita: uno psichiatra infantile e uno scrittore propongono un viaggio affascinante nei loro giochi, alla ricerca dei fili invisibili che legano gli adulti di oggi ai bambini di allora. Non è un manuale né tantomeno una raccolta dei "giochi di una volta" ma, tra basi spaziali dietro un divano e scatole di montaggio, tra soldatini o bambole e rudimentali campi di calcio, gli autori presentano un educato grido in difesa del gioco libero, della fantasia e della creatività. Spetterà al lettore fare un confronto con la situazione attuale e tirare le proprie conclusioni.
Piccolo manuale per la campagna elettorale
di Quinto Tullio Cicerone
editore: Interlinea
pagine: 88
Nel 2024 un grande numero di persone è chiamato a votare in Italia e nel mondo, dall’Europa agli Usa. Ma quali sono i meccanismi dietro le quinte di una campagna elettorale? Una risposta arriva dall’antica Roma, con Quinto Tullio Cicerone: «Preoccupati che siano sempre pronti e a portata di mano tutti i trucchi del mestiere favorevoli a quest’arte, che, lo so bene, tu tieni in serbo». Lo scrive al fratello Marco, candidato per la campagna elettorale del 64 a.C. dalla quale sarebbe uscito console della Repubblica romana. Lo smaliziato autore suggerisce tutte le mosse necessarie ad acquisire il consenso in maniera piuttosto spregiudicata: infatti nella campagna elettorale è più importante «apparire che essere, promettere vantaggi, mostrarsi potente e ammirato, fare promesse precise ma non dispendiose, diffamare gli avversari, farsi amici uomini potenti». Una lettura agile, con testo originale latino a fronte.
Quaderni Borromaici 11
Saggi, studi, proposte
rivista: Quaderni Borromaici
pagine: 264
Chi cercasse notizia del Collegio voluto nel 1561 da Pio IV, dei Medici di Marignano, nel Fermo e Lucia, faticherebbe invano. È legittimo credere che quel nome sia stato suggerito da Luigi Rossari, alunno dal 1816, che di Manzoni diveniva nei primi anni venti, come lo era stato di Carlo Porta, l’amico più discreto e ascoltato, il suo “Noi”.
Torino 1864
La prima strage senza colpevoli dell’Italia unita
di Enzo Ciconte
editore: Interlinea
pagine: 200
«Erano davvero tante le persone quel pomeriggio in piazza San Carlo»: dietro i fatti del settembre 1864, che segnarono il destino di Torino e dell’Italia unita, sta la terribile strage rimasta impunita e senza colpevoli. Uno storico ricostruisce, come in un giallo, l’intricata vicenda con i primi casi di depistaggi e affossamenti di commissioni d’inchiesta. Nasce uno strappo tra i reali sabaudi e la loro città, tra governo e cittadini, con un’amnistia che si rivela un vero e proprio colpo di spugna. Perché «parlamento e magistratura con il solenne avallo del sovrano non avevano avuto nessuna voglia di continuare a ricordare e a discutere i fatti del recente passato». E allora i morti? «i morti requiescant in pace. Perché disturbarli ancora?»
Roberto Rebora
«Saper dire: cielo»
a cura di Giuseppe Langella, Lucia Geremia, Davide Savio
editore: Interlinea
pagine: 152
Poeta, scrittore e critico teatrale, Roberto Rebora (1910-1992) è stato una delle voci più pure e isolate del Novecento italiano. A trent’anni dalla morte, questo volume collettaneo ne ricostruisce la figura, portandolo oltre l’etichetta di autore della Linea lombarda cui nel 1952 l’aveva ascritto Luciano Anceschi. Accanto all’attività di poeta, si esaminano di Rebora le traduzioni, gli scritti teatrali e le prose memoriali, generate dall’esperienza di internato nei lager nazisti, dopo il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. Gli studi qui raccolti, che si valgono anche di materiali manoscritti e inediti, fanno seguito alla prima giornata di studi a lui dedicata, promossa dal Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita Francesco Mattesini” e dall’Archivio della letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca, dove dal 2018 è costituito il Fondo Roberto Rebora.
Anche gli alberi cantano
Le piante in poesia
a cura di Giovanni Tesio
editore: Interlinea
pagine: 192
Per chi ama la natura delle piante ecco un’antologia “vegetale”, dalle radici alle foglie, dal fiore al frutto, che propone gli omaggi di alcuni dei maggiori poeti e poetesse del Novecento: da Eugenio Montale a Andrea Zanzotto, da Luciano Erba a Tonino Guerra, da Antonella Anedda a Vivian Lamarque e Alda Merini, nel solco di una tradizione letteraria che partendo da Cicerone e passando per Boccaccio e Leopardi arriva fino ai giorni nostri. Nella convinzione che, come scriveva Henry David Thoreau, «ben poco si può sperare da una nazione che abbia esaurito la propria matrice vegetale».
Quel che resta del caso Moro
di Stefania Limiti
editore: Interlinea
pagine: 160
Esterno notte di Marco Bellocchio, l’ultimo film uscito su Aldo Moro, riaccende la discussione sulla discrepanza tra un’opera di carattere biografico e la storia, ricostruita attraverso i verbali dei processi e le voci dei protagonisti. Stefania Limiti racconta il caso Moro ponendo l’accento su quanto ancora la verità dei fatti sia offuscata anche a distanza di così tanti anni. E si domanda quanto l’immagine di Aldo Moro restituita dai film corrisponda alla realtà e quante reticenze ancora persistano nel parlare di questa storia, ferita aperta per il nostro paese.