Tutti i prodotti: Interlinea

Il mestiere di Omero

Come scrivere per raccontare storie

di Sebastiano Vassalli

editore: Interlinea

pagine: 96

«Chi racconta storie sa di essere un cavaliere che scorta una bella dama – la sua storia – attraverso il terreno ostile e infido della scrittura»: dalle carte lasciate da Sebastiano Vassalli emergono appunti di scrittura mai raccolti in volume. sono Consigli di metodo fra rituali, strumenti, paure, varianti, correzioni e avvertenze, dal momento che «il linguaggio non è un pongo». Una lettura utile per chi maneggia le parole ma gustosa e rivelatrice anche per gli appassionati dei romanzi dell’autore della Chimera, perché «raccontare e ascoltare storie è un bisogno che fa parte della nostra natura».

La seconda bellezza

Poesie vegetali

di Alberto Nessi

editore: Interlinea

pagine: 184

Questo libro sui segreti delle piante e della natura, specchio dell’umanità, è una vera scoperta della «seconda bellezza», una fioritura di parole e storie. Il decano dei poeti svizzeri, Alberto Nessi, ci invita a seguire le impronte vegetali della vita. è un catalogo di volti botanici, «piante vagabonde che non sanno / dove saranno domani», come noi, «sempre in fuga / da noi stessi, alla ricerca di una luce / che non s’accende se non il mattino / quando siamo soli e un ramo s’agita al vento». il lettore attraversa un prato, costeggia un lago ed entra in un bosco per aiutare il poeta nella sua ricerca, tra un incontro e l’altro: «Questa notte ho perso una poesia / è volata via / s’è impigliata ai rami spogli del glicine…»

Le anime di Milano

di Carlo Castellaneta

editore: Interlinea

pagine: 160

Carlo Castellaneta ha saputo descrivere la sua Milano in tutti gli aspetti, evidenziando il fascino, studiando gli atteggiamenti e descrivendo la storia dei suoi quartieri. Lo scrittore e giornalista del “Corriere della Sera” racconta qui, in testi finora inediti in volume, una metropoli che rappresenta l’Italia del boom economico, del Sessantotto, degli anni di piombo e del passaggio al Duemila: un racconto che è soprattutto un’indagine sull’identità milanese, alla ricerca di quel qualcosa che sembra sfuggire continuamente: «Ma perché Milano è Milano? Ve ne parlo da un’ora, e arrivato alla fine neanch’io so spiegarvelo».

Per esempio

di Roberto Sanesi

editore: Interlinea

pagine: 180

Roberto Sanesi (1930-2001) non fece in tempo ad avviare alla stampa il suo ultimo libro poetico, concepito sul finire del secolo scorso. Poté estrarne, bensì, alcune decine di testi per due più esigue raccolte, Arrondissement la vie e Il primo giorno di primavera, e qualche altro per corrispondere a specifici inviti, ma il libro in quanto tale, nonostante fosse pronto per essere consegnato a un editore, rimase nel cassetto. Lo si pubblica qui per la prima volta, in un’edizione critica che rende omaggio a una delle voci più esclusive del Novecento, dando esecuzione testamentaria alle sue ultime volontà.

L’ippopotamo

di Luciano Erba

editore: Interlinea

pagine: 208

Nel centenario di Luciano Erba (1922-2010), poeta appartato eppure tra i più importanti del Novecento, è proposta un’edizione commentata dell’opera più celebre, L’ippopotamo (premio Librex-Guggenheim-Montale), perché «forse la galleria che si apre / l’ippopotamo nel folto della giungla / per arrivare al fiume, ai curvi pascoli» rappresenta l’emblema della ricerca umana, tra natura, attese e sogni. In questi testi Erba predilige una poesia di piccole cose quotidiane per parlare dei grandi interrogativi dell’esistenza e della vita civile, nel dubbio (metafisico e aperto alla speranza) che «forse questo e qualsiasi tracciato… / altro non sono / che eventi privi d’ombra e di riflesso / soltanto un segno che segna se stesso».

Giuseppe Motta

Una vita per la cartografia

a cura di Maria Motta

editore: Interlinea

pagine: 100

«Da ragazzo sognavo sugli atlanti, vi immaginavo viaggi e avventure» è una citazione di Umberto Eco che piaceva a Giuseppe Motta, singolare figura di geografo proveniente da studi di scienze naturali, e in particolare di geologia, con la passione per l’alpinismo sul Monte Rosa. La dedizione al lavoro, unita alla volontà di aggiornarsi periodicamente e alle innate qualità umane, ne fecero per moltissimi anni il punto di riferimento del reparto cartografico dell’Istituto Geografico De Agostini, che con lui conobbe un periodo di notorietà internazionale che non ebbe pari, segnando nel 1982 il culmine della produzione scientifica di alta divulgazione con il nuovo Grande Atlante Geografico De Agostini. Quando lasciò la direzione cartografica dell’Istituto, tenuta dal 1965 al 1995, annotò che «come in altri campi, anche il cartografo dovrà sempre più trasformare il proprio bagaglio culturale per utilizzare al meglio le nuove tecnologie alla base delle quali tuttavia c’è sempre l’uomo con la sua razionalità ma anche con il suo gusto estetico senza di cui la carta non può essere nel contempo un prodotto scientifico, artistico e tecnico».

Ritrovare Guareschi. «Mondo piccolo-Don Camillo»

Atti del convegno di studi Milano 10 ottobre 2018

a cura di Ermanno Paccagnini, Daniela Tonolini

editore: Interlinea

pagine: 224

In occasione del 50° anniversario della morte di Giovannino Guareschi, in un innovativo convegno di studi ideato dall’Università Cattolica e dal Centro Culturale di Milano, tenutosi nella sede milanese dell’ateneo, sono state studiate le carte letterarie e le sceneggiature inedite dei film dedicati a Peppone e don Camillo mettendo in luce aspetti nuovi della ideazione di un capolavoro tradotto nel mondo, ambientato nella Bassa padana. Il rapporto con Milano, la fortuna internazionale, testi, immagini e tabelle mettono in luce nuova il valore assoluto sul piano artistico e letterario dello scrittore e gli elementi che lo rendono emblematico e attuale.

Tremenda è la vita a cui hanno condannato l’Ucraina

di Renzo Dionigi

editore: Interlinea

pagine: 32

24 febbraio 2022, la Russia lancia la sua aggressione militare all’Ucraina. Il bilancio dei primi mesi di guerra è devastante e riporta alla mente le parole che lo scrittore sovietico di origine ebraica Vasilij Grossman scrisse nel 1943 nel suo racconto Il vecchio maestro, descrivendo l’inferno vissuto dalla sua città natale, Berdičev, ora fra i primi centri ucraini a essere aggrediti dai russi. Renzo Dionigi ci propone una riflessione, in bilico fra letteratura e tragica realtà, svelandoci come i grandi scrittori come Grossman siano in grado di servirci da guida per aiutarci a meglio comprendere gli eventi. La Madonna Sistina di Raffaello, cui Grossman dedicò un altro racconto, è ancora presa da profondo stupore e sembra dire «ma cosa state facendo?»

Dell’io prigioniero

Pirandello, Levi, Berto, Sanguineti

di Laura Nay

editore: Interlinea

pagine: 204

I quattro scrittori presi in esame, molto diversi fra loro, sono accomunati dall’inesausta ricerca di un indizio che permetta di non smarrirsi nel labirinto. Li unisce infatti una condizione di separatezza e di prigionia, che non necessariamente coincide con i muri di una cella ma che, pur sempre, si configura quale esperienza limite per un io che nella scrittura trova il modo per dare espressione a tale separatezza e contemporaneamente per mantenere vivo il rapporto – alle volte deformato, altre illusorio – con gli altri. Le loro opere diventano così il luogo dove poter sperimentare nuove forme di scrittura capaci di esprimere se stessi e il mondo, dove è consentito all’io prigioniero, per poter sopravvivere, dire di sé e tenere saldamente il filo che ancora lo lega a ciò che è stato, come a ciò che spera e vuole essere, ma soprattutto per imparare a conoscere la propria prigione.

Storia d’Italia

di Francesco Guicciardini

editore: Interlinea

pagine: 888 + 896

Torna un grande classico della storia della letteratura del Cinquecento in una nuova versione aggiornata nella lingua italiana di oggi: la Storia d’Italia di Francesco Guicciardini è un viaggio appassionante nell’Italia del Rinascimento che ricostruisce con cura minuziosa le guerre, gli intrighi e le lotte per l’egemonia nella penisola. Condottieri, truppe mercenarie, principi, mecenati e ambasciatori, papi e ambiziosi sovrani si susseguono tra le pagine del Guicciardini, che descrive con spregiudicatezza e acume da diplomatico la perenne lotta per il potere sullo sfondo di un’Italia ormai in decadenza e ridotta a terra di conquista da parte di potenze straniere. Quarant’anni cruciali, tra il 1492 e il 1534, in cui lo scrittore fiorentino, protagonista e osservatore diretto degli eventi, ripercorre la crisi degli Stati italiani fino all’esito finale, che vedrà nella Spagna la nazione egemone e dominatrice. Grazie alla nuova versione di Claudio Groppetti, il capolavoro storiografico di Guicciardini si riafferma come testo fondamentale per comprendere la nostra storia nazionale.

Gli incanti dell'isola

Guida letteraria all'isola di San Giulio sul lago d'Orta

di Laura Pariani e Nicola Fantini

editore: Interlinea

pagine: 96

Chissà perché l’isola di San Giulio, al centro del piccolo lago d’Orta, ha suscitato da tempo la fantasia di tanti narratori che si occupano di misteri. Da Umberto Eco a Piero Chiara, da Montale alla badessa Cànopi, il viaggio letterario e artistico è ricco di sorprese, incontrando anche Gianni Rodari, che è nato sulle rive del lago: «L’isola di San Giulio sembra fatta tutta a mano come un gioco di costruzioni. L’insieme è compatto come i pezzi di un rompicapo».

Corpo a corpo. Traduzioni poetiche e poeti traduttori

Autografo 67

rivista: Autografo

pagine: 168

Corpo a corpo con il linguaggio, atto critico supremo, esercizio straordinario e disperante: la traduzione poetica è l’oggetto di studio attorno a cui ruotano i contributi di questo numero, dedicato a uno dei maggiori traduttori italiani del XX secolo, Roberto Sanesi. Le pagine qui offerte oscillano tra la testimonianza di chi ha a lungo percorso i sentieri impervi della traduzione e l’analisi di precisi casi condotta con i raffinati strumenti della linguistica, della filologia e della stilistica. Gli autori e i traduttori chiamati in causa attraversano la modernità, da Baudelaire a Hopkins e a Mallarmé, da Caproni a Orelli e a Raboni, giungendo ai nostri contemporanei: come se, attraverso le esperienze traduttorie da cui la poesia non può e non vuole prescindere, fosse possibile disegnare, con altra prospettiva, la storia della letteratura, suggerendone un divenire costantemente aperto all’altro da sé, caparbiamente in cerca della voce necessaria e sfuggente.