Tutti i prodotti: Interlinea
Un armadio di canzoni
Un viaggio di parole e musica
di Claudio Sanfilippo
editore: Interlinea
pagine: 132
«Claudio Sanfilippo scrive canzoni da quaranta, forse addirittura da cinquant’anni. È un armadio di canzoni. Un armadio di quelli con due belle ante grandi a battente e dentro lo spazio comodo dove appendere le musiche buone e calde per l’inverno, tra i loden e i paletot; ci sono anche un bel po’ di ripiani per impilare maglie e maglioni, versi e strofe» scrive Gino Cervi nell’introdurre questo libro di ricordi e itinerario del cuore di un musicista che ha vinto la Targa Tenco e che è stato autore di canzoni per grandi interpreti come Mina, Eugenio Finardi e Pierangelo Bertoli. Per l’autore è «una geografia sentimentale che si trasforma in testo, melodia, armonia, canto, un po’ come fanno i bambini quando giocano…»
Verga è il verismo
di Carla Riccardi
editore: Interlinea
pagine: 328
Si raccolgono qui, scelti all’interno della lunga produzione verghiana dell’autrice, gli studi filologico-critici più rilevanti, rivisti e aggiornati sulla base della bibliografia prodotta negli ultimi decenni, studi che rispondono prima di tutto alla fondamentale domanda: dove nasce il verismo se non in Verga? È ciò che l’autrice dichiara fin dal capitolo iniziale, che vuole giustificare il titolo ma anche ribadire una posizione critica: e se inizialmente lo scrittore è più orientato verso la scrittura dei Dumas tra avventura e feuilleton e il realismo balzachiano, in seguito è sempre più fermo nella ricerca di una via nuova in «un continuo ripensamento della sua funzione di artista in una società nuova, fino ad arrivare all’assassinio di quell’artista da giovane che culmina in Enrico Lanti per trasformarsi nell’analista psicologo delle passioni, nell’anatomo della realtà, che infine non esiterà a negare attraverso i burattinai e burattini di Don Candeloro e C.i»
Jack e gli altri
Letteratura generazionale di fine millennio
di Alberto Carli
editore: Interlinea
pagine: 244
Un saggio originale sul fenomeno della letteratura generazionale degli anni novanta tra Jack Frusciante, gli Antò e gli scrittori cannibali. Sono numerosissimi i rimandi, le citazioni, le allusioni e, in generale, gli strumenti culturali del panorama pop adottati da una narrativa capace di raccontare al proprio pubblico la percezione condivisa di un tempo colto al presente. Corrono tra le pagine gli insegnamenti di Pier Vittorio Tondelli e di Enrico Palandri, raccolti da Silvia Ballestra, Enrico Brizzi e Giuseppe Culicchia con una multilingua del tutto letteraria, mutuata anche dai titoli dei film, dalla pubblicità, dai palinsesti televisivi, dai telefilm americani, dai cartoni animati, dai fumetti e dalla musica (punk, rock, pop…). La parola narrativa del postmoderno si fa poco più tardi lingua cannibale, che divora il mondo delle merci dal quale trova origine, affinando accorgimenti costruttivi del testo e un passo narrativo capaci di elevare la caricatura e la neo-realtà elettronica di fine millennio a verità.
Spazi autobiografici nel Novecento
Autografo 72
rivista: Autografo
pagine: 168
Gli spazi autobiografici evocati nel titolo, giocoforza al plurale, comprendono una varietà di modi disposti su tutto l’arco del secolo: dalle memorie di Marino Moretti, al riserbo scontroso di Antonio Delfini; dalla ricerca delle radici di Primo Levi, all’immersione dell’esistenza nella storia in Mario Spinella e Vittorio Foa. I contributi saggistici sono arricchiti da due inediti: il ‘diario in pubblico’ di Vittorio Bodini dalla Spagna, quasi il resoconto di un’iniziazione, e l’autoritratto ‘mascherato’ di Giovanni Testori-Edipo. L’“Archivio della memoria” rende omaggio a Franco Antonicelli, visto con gli occhi del ricordo della figlia. Il saggio teorico iniziale suggerisce delle linee di lettura: non si è trattato di rimettere in questione una ‘grammatica’, semmai di esplorarne una volta di più le sollecitazioni novecentesche: indebolimento del soggetto, gioco di specchi tra memoria e identità, rapporto problematico tra fatto e finzione.
In absentia
di Alessandro Canzian
editore: Interlinea
pagine: 96
In absentia è una raccolta in cui il titolo funge da chiave di lettura dell’opera «ma senza svelare il mistero»: il poeta, affacciato sul mondo, si assenta. Le sue sono poesie dell’estrema attenzione. «Come i dream-catchers nelle tradizioni degli indiani della costa nordamericana erano piccoli strumenti per afferrare i nostri sogni fugaci, le piccole poesie di Canzian sono come trappole per topi intessute di rimandi interni. Con la leva del linguaggio depositano pezzi di vita, di storia, di sentimenti e di pensieri; arriva il presente e si chiude la trappola. La presenza diventa assenza intensa e corpo fantasmatico» (dalla nota di Martin Rueff).
Benedetto Croce scrittore
Nuova corrente 173-174
rivista: Nuova Corrente
pagine: 216
Di Benedetto Croce, tra i personaggi più influenti nella cultura e nell’editoria dell’ultimo secolo, non è mai stata fatta luce completa in relazione al suo impegno nella scrittura. Queste pagine dirigono un fascio di luce sullo scrittorio del grande filosofo napoletano (1866-1952), da come, quando e a chi scriveva le sue lettere più importanti fino all’attività di diarista, soprattutto nei taccuini di guerra, passando dalle recensioni alle riscritture, per esempio del Cunto de li cunti del Basile. Emergono testi inediti e rari che non spiegano soltanto la persona ma anche il suo tempo: «Il filosofo, oggi, deve non già fare il puro filosofo, ma esercitare un qualche mestiere, e in primo luogo, il mestiere dell’uomo».
La Corona e il Feudo
Diritto, economia e istituzioni nel Regno angioino da una pergamena salentina del 1292
di Antonio Manco
editore: Interlinea
pagine: 128
Il regno angioino nel Mezzogiorno d’Italia rappresenta un’epoca di profondi cambiamenti, in cui la continuità e l’innovazione si intrecciano nel segno di una nuova dinastia. Questo volume esplora la complessità amministrativa e giuridica del Regno, soffermandosi su temi fondamentali come la legislazione feudale, la gestione delle successioni e il ruolo dei sovrani angioini nella costruzione di un nuovo equilibrio tra élite locali e nuove realtà feudali. Attraverso lo studio del caso degli Hugot, nobili provenzali infeudati nel Salento, l’autore ricostruisce un capitolo cruciale della storia del Mezzogiorno medievale, illuminando il delicato processo di integrazione tra le diverse componenti sociali e culturali del Regno. La pergamena del 1292 diventa il punto di partenza per un’indagine che tocca le radici del diritto medievale, il panorama delle istituzioni angioine e le sfide della storiografia moderna. Un’opera che non si limita a raccontare una storia locale, ma la intreccia con il grande mosaico della storia europea, offrendo al lettore un viaggio illuminante tra documenti, contesti e prospettive di ricerca.
Premio ricerca “Silvio Biancardi” per la storia medievale 2024
Monza littoria
L’architettura nel Ventennio fascista
a cura di Francesca Albani, Matteo Gambaro
editore: Interlinea
pagine: 152
Il volume Monza Littoria ha come obiettivo di mettere in luce le dinamiche di un importante centro industriale della Brianza dove processi urbani, già presenti nei decenni precedenti, portarono all’attuazione di opere che determinarono profondi cambiamenti e trasformazioni, in parte inesplorate. Un ampio piano di riqualificazione del centro storico condusse alla ridefinizione di spazi pubblici, al progetto e alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture. Le dinamiche politiche e sociali resero necessaria la realizzazione di abitazioni e servizi per l’assistenza dei cittadini, in sintonia con le istanze igieniste e sociali che un moderno modo di vivere e abitare imponeva. Parallelamente la presenza di eventi internazionali come la Biennale delle Arti decorative riportarono le dinamiche urbane intorno alla Villa Reale, il cui parco fu interessato da strategie per la definizione di spazi per il tempo libero come l’ippodromo, il golf club e l’autodromo. Il volume raccoglie un ricco apparato iconografico di immagini d’epoca provenienti dalla Fototeca Civica e documentazione grafica conservata presso gli archivi storici della città.
Il volume, edito da Editoriale Nuova - Interlinea edizioni, si inserisce nella serie dedicata alle città che nel Ventennio fascista furono interessate da un’intensa attività edificatoria che portò a un loro parziale ridisegno, ma soprattutto alla definizione di una nuova immagine. Nel 2020 il primo volume è stato dedicato a Novara e nel 2022 a Vercelli, che ritornata ad essere capoluogo di provincia nel 1927, fu oggetto di un rinnovamento che portò alla trasformazione del significato di molti luoghi della città.
Quaderni Montaliani 4
rivista: Quaderni montaliani
pagine: 200
L’epistolario montaliano è, per più versi, il protagonista di questo fascicolo, sia per quanto pertiene alla sezione Testi, con nuove acquisizioni di inediti a (e di) Arturo Loria e Guido Lopez oltre a un’integrazione alle già note lettere a Margherita Dalmati, sia per quanto riguarda la sezione Saggi e note, con un primo studio stilistico su un’importante lettera a Clizia e col ritrovamento di una lettera a Lalla Romano del 1941 che consente di documentare una precoce attenzione di “lettore” delle poesie della scrittrice piemontese.
Tra i saggi spicca la decifrazione della sinora enigmatica figura di G.B.H. segnalata nella cronologia di Zampa in relazione al viaggio londinese del 1948: si tratta di una giovane signora forlivese (Grete Basini, allora sposa del fotografo Sascha Harnisch), già conosciuta nell’ultimo periodo fiorentino, che a pieno titolo va rubricata tra i personaggi femminili della Bufera e altro.
Il fascicolo si completa con l’analisi di un’antologia di giudizi di poeti coevi allestita da Enzo Fabiani su “Gente” in occasione del premio Nobel e con il recupero dal “Corriere d’informazione” di quattro note su opere pucciniane, come omaggio al centenario di un musicista che contò parecchio per Montale. La densa pagina di Eugenio De Signoribus, infine, ci consegna un altro vis-à-vis firmato da uno dei maggiori poeti dei nostri giorni.
Hanno collaborato a questo numero: Leonardo Bellomo, Ida Campeggiani, Alberto Cavaglion, Alessandra Cenni, Eugenio De Signoribus, Alessandro Ferraro, Monica Marchi, Luca Carlo Rossi, Paolo Senna, Stefano Verdino.
Celestina. Il mistero del volto dipinto
di Marco Scardigli
editore: Interlinea
pagine: 344
Un delitto carico di mistero si compie in una notte di nebbia in una città di provincia durante la Belle époque. Una donna è trovata morta seminuda in casa sua, con il viso dipinto di nero. È conosciuta come Celestina, una escort d’alto bordo. Le indagini vengono affidate al funzionario Deodato Marchini, che crede fortemente nel progresso scientifico, applicato anche nelle ricerche di polizia, ed è affiancato da un capitano dell’esercito, giocatore e bevitore incallito. Insieme incontrano un’affascinante sarta con un matrimonio sfortunato. In principio c’è diffidenza tra loro ma poi nasce un rapporto stimolante e i differenti punti di vista aiutano a trovare il bandolo della matassa fino a risolvere il caso, tra colpi di scena, curiosità dell’epoca, momenti divertenti e occasioni per riflettere sulla storia che ha riflessi attuali. Questo romanzo giallo è il primo di una serie che con Évelyne si è aggiudicato il premio Selezione Bancarella.
Quasi paesaggi
Viaggi quotidiani tra poesia e fotografia
di Romina Emili
editore: Interlinea
pagine: 160
Una raccolta di fotografie che diventano componimenti poetici, per esprimere l’esperienza della scoperta del paesaggio della provincia di Novara, ma non solo, negli ultimi dieci anni, con un occhio attento all’architettura e alla relazione tra l’essere umano, la sua ricerca continua del sé e i luoghi che vive. Attraverso la macchina fotografica si mette in atto una fuga quasi quotidiana dalla realtà: un processo di rilettura dei luoghi orizzontali che diventano paesaggi verticali dell’anima.
La sabbia sfugge ai numeri
Riflessioni sulla parola e sulla conoscenza
di Andrea Ferri
editore: Interlinea
pagine: 112
«Ho ascoltato autori, scienziati e intellettuali d’ogni tempo su temi promiscui, come la scienza e il pensiero religioso, l’origine della vita e del cosmo, i limiti della conoscenza umana, il linguaggio e i nomi del nostro mondo… Mi basterebbe contribuire ad accendere una luce su espressioni dello spirito umano meno conosciute, in grado di destare, magari, in un raffronto con i molti riferimenti che si troveranno invece famigliari, anche solo un po’ della sorpresa, della fascinazione e della meraviglia che ho avvertito io nell’incontrarle. L’invito è a lasciarsi trasportare dai molteplici risvolti del sapere umano, in uno sforzo di superamento, anche solo amatoriale, delle nozioni a cui ci costringono i doveri professionali e gli interessi a cui siamo stati educati. Con la consapevolezza che nel viaggio inesauribile dentro la conoscenza, e nelle parole per esprimerla, non si trovano risposte definitive (se non sino a quando qualcuno ce ne propone di nuove), ma solo strumenti su misura per onorare e migliorare l’esistenza che ci è dato condividere» (dalla premessa dell’autore).