Prigione di trincee
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titolo | Prigione di trincee |
sottotitolo | Memoriale inedito della Grande Guerra |
autore | Giuseppe Cuzzoni |
curatore | Roberto Leggero |
con testi di | Mauro Begozzi |
Argomento | Storia Memorie e biografie |
Collana | Passio, 39 |
marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 164 |
Pubblicazione | 2008 |
ISBN | 9788882126421 |
Questo libro riporta alla luce un documento di eccezionale valore per la vita quotidiana durante la prima guerra mondiale: è il diario redatto da un soldato italiano che può assumere un grande interesse documentario e culturale, anche per un pubblico di giovani studenti, soprattutto in occasione del novantesimo anniversario della fine della Grande Guerra (1918). Scrive il curatore: "Affermare che si sa già tutto, che non è interessante la testimonianza d'occasione di chi, come Giuseppe Cuzzoni, restò silenzioso per tutto il resto della sua lunga vita, significa non comprendere che ascoltare i testimoni oculari restituisce loro dignità e consente al lettore di avanzare nella conoscenza di se stesso".
Un brano dal libro
Quando il 24 maggio 1915, dopo mesi burrascosi di lavorii politici e di manifestazioni popolari, avvenne la dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, non pensai che vagamente alla possibilità di una mia partecipazione al conflitto, perché supponevo che questo sarebbe finito prima dell’epoca della mia chiamata alle armi, e neppure quando in autunno di quello stesso anno venne preannunciato l’arruolamento del “1896” mi convinsi pienamente che tale eventualità si sarebbe potuto presto realizzare.
La nostra guerra si era iniziata sotto ottimi auspici ed i primi bollettini giornalieri del gen. Cadorna, che leggevamo con commozione, davano notizia di rapidi progressi delle nostre truppe; più tardi però i comunicati rilevarono la cresciuta resistenza nemica e l’inasprirsi della lotta contro le difese che l’Austria aveva apprestato specialmente sul fronte orientale.
Nel periodo delle contese interventiste e neutraliste io non ebbi mai grandi speranze né desideri circa una nostra entrata in guerra: pensavo, forse un po’ freddamente, che, se ciò fosse avvenuto, sarebbe stato per necessità storiche e consideravo quindi di dovere parteciparvi, con la coscienza di compiere opera di buon cittadino ma senza valutare troppo le conseguenze che ne sarebbero derivate in ogni ordine di cose e di idee. Ciò nonostante partecipai poi sinceramente alle speranze, ai voti e alle ansie di tutti in quei primi mesi di guerra che sembravano aver aperto alla nazione un nuovo periodo di epiche vicende.
Eventi collegati a Prigione di trincee
Biblioteca Civica Negroni, il 22.11.2018 alle ore 16.00, corso Cavallotti 6, Novara
Quella prigione di trincee strette e di camminamenti [...] mi faceva desiderare per contrasto la liberazione da quell'incubo di guerra e la letzia di una natura rigogliosa di colori e di vita