Studi boiardeschi
Serie della collana “Studi” a cura del Centro Studi Boiardo di Scandiano (formato 17×24)
Curiosando tra i libri degli Este
Le biblioteche di corte a Ferrara da Nicolò II (1361-1388) a Ercole I (1471-1505)
di Antonia Tissoni Benvenuti
editore: Interlinea
pagine: 448
Una ricerca tra le biblioteche degli Este
L'Entrée d'Espagne
di Anonimo padovano
editore: Interlinea
pagine: 528
Per la collana “Opere di Matteo Maria Boiardo”, L'Entrée d'Espagne
Gli "Amorum libri" e la lirica del Quattrocento
Con altri studi boiardeschi
a cura di Antonia Tissoni Benvenuti
editore: Interlinea
pagine: 264
Degli Amorum Libri di Matteo Maria Boiardo (1441-1494), il risultato più maturo della lirica volgare quattrocentesca, in questo volume si discutono le varianti redazionali e i tempi di composizione, sulla scorta dell'edizione critica recentemente messa a punto. Altre pagine riguardano la costruzione del sonetto; le interferenze con i canzonieri di Petrarca, di Cornazano e dell'anonimo cantore di Costanza Costabili; le influenze stilnovistiche nella lirica dell'Italia settentrionale. Una sezione del volume è infine dedicata a un testo di Sebastiano Corrado, professore universitario a Bologna alla metà del Cinquecento, che offre un quadro particolareggiato su ciò che era e rappresentava la cultura classica nell'Emilia boiardesca. A cura di Antonia Tissoni Benvenuti.
Boiardo a Scandiano. Dieci anni di studi
a cura di Andrea Canova, Gino Ruozzi
editore: Interlinea
pagine: 176
Questo volume intende celebrare i dieci anni di vita del Centro Studi Matteo Maria Boiardo, associazione voluta e sostenuta dal comune di Scandiano per "promuovere e favorire gli studi su Matteo Maria Boiardo e la cultura del suo tempo; sollecitare l'incontro e la collaborazione di studiosi di diverse esperienze e discipline nell'ambito della cultura umanistica con riferimento anche alla cultura contemporanea". È ormai definitiva l'acquisizione di Boiardo al pantheon dei classici italiani. Forse c'è chi vorrebbe celebrare o rivendicare con Boiardo una sua appartenenza alla "piccola patria" più che alla "grande", ma non va dimenticato che la caratteristica veste padana della sua lingua è l'espressione di quel policentrismo linguistico e culturale tuttora attivo all'interno di un sistema in cui le tradizioni locali sono state un'humus essenziale per la cultura nazionale. Interventi di Tina Matarrese, Giuseppe Anceschi, Rosario Coluccia, Donatella Coppini, Emilio Pasquini, Marzia Pieri, Marcello Aprile, Daniela Delcorno Branca, Ilaria Mussini.
Boiardo, il teatro, i cavalieri in scena
Atti del convegno Scandiano 15-16 maggio 2009
a cura di Giuseppe Anceschi, William Spaggiari
editore: Interlinea
pagine: 296
La questione delle fonti nei libretti d’opera, la preminenza degli uni rispetto all’altra (o viceversa) angustiano da sempre le storie letterarie, non meno di quelle musicali. Si tratta di problemi sostanzialmente irrisolti, considerati con sospetto da entrambe le parti e comunque soggetti alla variabilità dei tempi; li si può riassumere nel motto, largamente divulgato, «prima la musica poi le parole», oggetto per la sua rilevanza anche di specifiche rappresentazioni sceniche. I contributi qui raccolti, presentati in occasione del IV convegno di studi organizzato nel 2009 a Scandiano dal Centro Studi Matteo Maria Boiardo, si sono proposti di analizzare i modi e i tempi in cui il mondo letterario cavalleresco, consolidatosi a Ferrara anche nella dimensione teatrale dopo l’archetipo boiardesco e con la presenza poi dominante dell’Ariosto, si è depositato nel melodramma barocco e rococò italiano (ma non solo), fino al Settecento e oltre. Ne è sortito un panorama variegato che, pur privo di un centro focale (volutamente non perseguito), insegue qua e là nei campi più diversi “i cavalieri all’opera” e sollecita ulteriori linee di ricerca, piuttosto che proporre soluzioni chiuse.
Miscellanea boiardesca
a cura di Cristina Montagnani
editore: Interlinea
pagine: 136
Che cosa sappiamo, oggi, della letteratura cavalleresca che si sviluppò in Italia nel Quattrocento? Certamente più di quanto non ne sapessimo una trentina d’anni fa, e questo è di un certo conforto. A differenza di quanto accade con la lirica coeva, su cui c’è ancora molto da fare, ma della quale ciascuno di noi ha in mente una mappa, una gerarchia di autori e di opere, sul terreno cavalleresco si aprono di fronte a noi territori sconfinati, percorsi da una moltitudine di testi, o di forme varianti di uno stesso testo (o di una stessa storia? Caso che per un canzoniere non si dà mai) che è difficile, per usare una metafora di grana un po’ grossa, irregimentare. Anche perché i romanzi cavallereschi sono stati non solo numerosi, ma amatissimi dai lettori, che hanno letteralmente divorato prima i manoscritti, poi le edizioni a stampa dei loro libri preferiti, non lasciando a noi moderni che i lacerti di un genere, poche tessere di un puzzle irremediabilmente scomposto. I saggi raccolti in questo volume, che coprono l’arco cronologico compreso fra Entrée d’Espagne e Inamoramento d’Orlando, si propongono, per quanto possibile, di mettere a fuoco qualche segmento di questa storia ancora in gran parte da scrivere.
Boiardo, Ariosto e i libri di battaglia
Atti del Convegno (Scandiano, Reggio Emilia, Bologna, 3-6 ottobre 2005)
a cura di Andrea Canova, Paola Vecchi Galli
editore: Interlinea
pagine: 552
I capitoli che le storie letterarie dedicano al romanzo cavalleresco si rivelano fatalmente inadeguati a dominare una gigantesca mole di testi, in versi e in prosa, scritti tra il medioevo e l'età moderna. La schiera dei "libri di battaglia" annovera i suoi campioni più famosi, come Pulci, Boiardo, Ariosto e Tasso, ma anche uno stuolo di anonimi, di minori e di minimi, che hanno divertito generazioni di lettori lungo un arco plurisecolare. Gli ultimi decenni hanno visto grandi progressi nella conoscenza di questa multiforme letteratura e ne hanno confermato la centralità nella costruzione della cultura italiana ed europea. Il convegno di Scandiano, Reggio Emilia e Bologna ha fatto il punto della situazione e ha aperto nuove prospettive di ricerca. I saggi qui raccolti recuperano la memoria smarrita, o spesso solo in parte occultata dal tempo, di una tradizione generosa: una linea forte che come poche altre ha saputo influenzare l'immaginario di un pubblico rinnovatosi di continuo. Il vitale intreccio di cantari e poemi, la fitta rete intertestuale, le riflessioni teoriche sul genere portano alla luce le strategie longeve che, conservando o innovando, hanno accompagnato "le donne e i cavalieri, le armi e gli amori" fino alla contemporaneità.
Corti e cortigiani
Arte di governo e buone maniere nella vita di corte
di Giuseppe Anceschi
editore: Interlinea
pagine: 152
Lungo la storia d’Italia, dal Quattrocento ai giorni nostri, questo libro propone una riflessione sulla figura dei cortigiani, un tempo maestri assoluti di civiltà e di cultura, letterati, musicisti, pittori, scultori, architetti e in seguito (fino a oggi) intristiti “pifferi” del padrone di turno. Uno studio storico con pungenti incursioni nell’attualità sociale e politica contemporanea.
Boiardo e altri studi cavallereschi
di Carlo Dionisotti
editore: Interlinea
pagine: 232
Per la prima volta sono raccolti importanti studi e ricerche del grande italianista scomparso Carlo Dionisotti, che fa rivivere figure e opere di Ariosto e Boiardo oltre ai romanzi cavallereschi.
Giuseppe Anceschi maestro di un'Italia civile
a cura di Gino Ruozzi
editore: Interlinea
pagine: 104
Questo libro è dedicato al ricordo di Giuseppe Anceschi (Scandiano, 1936-2014), uomo di squisita e rara umanità, insegnante e preside di scuola, intellettuale e uomo politico, studioso di più secoli e autori della letteratura italiana, tra cui spicca la passione per Matteo Maria Boiardo. Il volume raccoglie interventi e testimonianze di amici che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le qualità e il lavoro. La raccolta di saggi rispecchia la giornata in memoria organizzata a Scandiano dal Comune e dal Centro Studi Matteo Maria Boiardo il 7 novembre 2015. Emerge il ritratto di un uomo che è stato un “maestro” sia per le qualità professionali sia per il senso di responsabilità civile e morale. Anceschi è stato un uomo generoso e aperto, energicamente appassionato delle proprie idee e disposto a combattere con coerenza e tenacia per la loro affermazione. A vantaggio di tutti.