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Ahmed e altre storie

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Ahmed e altre storie
Titolo Ahmed e altre storie
Autore
Illustratore
Argomenti Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi
Letteratura per l'infanzia Età di lettura 8-11 anni
Collana Le rane piccole, 10
Marchio Le rane
Editore Interlinea
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 48
Pubblicazione 2002
ISBN 9788882123826
 
5,00 2,50
 
risparmi: € 2,50
Spedito in 2-3 giorni

Età consigliata

Dagli 8 anni in su.
Sette racconti ambientati a Natale: Ahmed è un orfano del deserto che conduce i magi alla capanna di Betlemme, Guidone è un duca cattivo che si lascia intenerire il cuore la notte di Natale, Gretchen è una nonnina che prepara un golfino per Gesù bambino... Storie per la buonanotte.
 

Biografia dell'autore

Carlo Negro

Carlo Negro è nato a Cuneo nel 1920. Chiamato alle armi nella seconda guerra mondiale, è stato successivamente internato in Germania. Docente di Lettere dal dopoguerra al 1995, ha pubblicato un testo di storia per la scuola media (L’umana conquista, Paravia, 1962). È morto a Novara nel 1995; un suo volume di ricordi di prigionia, Spassiba, è uscito postumo, pubblicato da De Agostini nel 1997.

Un brano del libro

Ahmed

L’aveva trovato un cammelliere, una sera, in un’oasi del deserto.
L’uomo cercava refrigerio e pace, un po’ lontano dalla carovana rumorosa.
Un riflesso di stelle nel buio gli aveva rivelato un minuscolo specchio d’acqua, poco più di una pozzanghera, tra gli alti cespugli.
Mentre si chinava a bere aveva sentito l’improvviso fruscio e fra i suoi piedi era schizzato via un esserino – una bestiola? – mugolante e saltellante.
L’aveva afferrato con un balzo e si era trovato fra le mani un bambinetto minuscolo, tutto nudo, che gli morse la mano, buscandosi in cambio un formidabile scapaccione che gli tolse per qualche secondo la voglia di divincolarsi e fuggire.

Negro, Ahmed e altre storie, libro di Natale per bambini Le rane Interlinea

L’aveva trovato un cammelliere, una sera, in un’oasi del deserto. L’uomo cercava refrigerio e pace, un po’ lontano dalla carovana rumorosa. Un riflesso di stelle nel buio gli aveva rivelato un minuscolo specchio d’acqua, poco più di una pozzanghera, tra gli alti cespugli. Mentre si chinava a bere aveva sentito l’improvviso fruscio e fra i suoi piedi era schizzato via un esserino – una bestiola? – mugolante e saltellante.
L’aveva afferrato con un balzo e si era trovato fra le mani un bambinetto minuscolo, tutto nudo, che gli morse la mano, buscandosi in cambio un formidabile scapaccione che gli tolse per qualche secondo la voglia di divincolarsi e fuggire.
Lo portò al campo, dove il capocarovana lo fece lavare fra mille strilli, coprire con un minuscolo straccio rosso ai fianchi, e tentò di farlo parlare. Mugolii e basta.
Poteva avere tre, quattro anni. Pulito, era anche bello, con uno sguardo attento, occhio nero, nerissimi i capelli, e una fame da primato. Era stato abbandonato da una carovana, o si era perso?
«Dove l’hai trovato?»
«Nell’acqua, tra i riflessi delle stelle» rispose ridendo il cammelliere.
«Allora lo chiameremo Ahmed. Provvederò io a lui». E così il bimbo trovò un nome, un cibo, un padre. O quasi.
Quando giunse, dopo le ultime tappe del deserto, al caravanserraglio di Betlemme, in Palestina, il “padre” aveva già capito che non poteva portarsi dietro la piccola peste. O lui o gli affari. Scelse gli affari, ma non lo abbandonò.

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