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Titaniocromia (e altre cose)

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Titaniocromia (e altre cose)
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Come si sa, solo due metalli sono di per sé colorati, l'oro e il rame; gli altri, una sessantina, hanno tonalità fra il grigio e il bianco. Ma a volte le loro superfici appaiono colorate, magari per l'interferenza della luce su patine o strati superficiali sottili. Pedeferri (1938-2008, ingegnere chimico e docente al Politecnico di Milano) in questo conturbante libro spiega come si colora il titanio. La strada maestra è quella di ossidarlo per via elettrochimica. Lo si ricopre di una pellicola di ossido e qui comincia la suspense... Per parte nostra postilliamo che tale stato d'animo dello scienziato richiama quello dello scrittore e del regista. Si crea tra fenomeno naturale e condizione dello spirito umano una sorta di comunanza; e all'uomo rimane un ricordo indelebile di ciò che è accaduto, anche perché resta accaduto per sempre: i colori che assume il titanio sottoposto a ossidazione elettrochimica e ai riflessi della luce congiungono l'attimo all'eternità in quanto resistono agli agenti atmosferici e sono fissati oltre il tempo, come l'opera d'arte" (dalla nota di Maria Corti).
 

Biografia dell'autore

Pietro Pedeferri

Pietro Pedeferri (Delebio, 21 dicembre 1938 – Milano, 3 dicembre 2008), laureato nel 1963 in Ingegneria chimica al Politecnico con Roberto Piontelli, si muove subito con autorevolezza sul fronte della scienza e della tecnologia senza mai perdere di vista la cultura umanistica, una passione maturata al liceo classico Piazzi di Sondrio e segnata dall’incontro con Cesare Angelini, rettore del Collegio borromeo di Pavia, dove era approdato per seguire il biennio di Ingegneria. Nel 1968, come libero docente, ottiene al Politecnico di Milano l’incarico per il primo corso di Corrosione e protezione dei materiali metallici attivato in Italia, insegnamento che terrà per tutta la vita formando una vera e propria scuola, che continua a dare frutti nei numerosi allievi. La nomina a professore ordinario nel 1983 e l’ammissione nel 2003 nell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere sono alcuni dei riconoscimenti dei suoi meriti scientifici che ne fanno un protagonista a livello mondiale della ricerca in tema di corrosione dei metalli. L’intensa attività pubblicistica – oltre trecentocinquanta articoli e trentadue libri – testimonia come Pedeferri abbia saputo coniugare l’approccio teorico con quello ingegneristico-applicativo. Diverse soluzioni oggi normalmente adottate nella difesa delle costruzioni in cemento armato dalla corrosione portano il suo nome.
Fin dal 1967, proseguendo l’opera pionieristica di Leopoldo Nobili, Pedeferri conduce una ricerca sistematica sui colori che si formano sulla superficie del titanio per ossidazione ottenuta elettochimicamente. Allo scavo scientifico affianca ben presto un’intensa e originale ricerca artistica che gli varranno, fra l’altro, gli apprezzamenti di Bruno Munari e, a Parigi, nel 1989 il premio Science pour l’art.

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