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Interlinea

Dacci la grazia della tenerezza

Sullo spirito del Natale

di Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio

editore: Interlinea

pagine: 72

La tenerezza, la carezza di Dio: sono le espressioni che ritornano più volte in questi discorsi e scritti che, in occasione del Natale, il cardinale Bergoglio rivolge al suo popolo di Buenos Aires. Un invito a ridestare nel cuore lo stupore davanti alla promessa che quel bambino, il figlio, sarà compagno nel cammino, sarà sempre accanto a ogni uomo per lenire il dolore delle sue piaghe. L'annuncio di un Dio vicino, che "si innamora della nostra piccolezza, che si fa tenerezza per accarezzarci meglio".

I miei Natali Regency

di Jane Austen

editore: Interlinea

pagine: 176

250 anni fa, pochi giorni prima di Natale, il 16 dicembre 1775, nasceva Jane Austen, penultima di otto figli, una delle più famose scrittrici inglesi, antesignana del genere romance oggi tanto di moda. Per lei il 25 dicembre resterà sempre un momento magico, grazie anche alla sua grande famiglia che si riuniva in quel periodo concentrando incontri e visite. Le lettere alla sorella Cassandra, vicina d’età, testimoniano sentimenti e attese durante le feste, tra giochi, segreti, banchetti e balli. Un’antologia dei suoi romanzi propone pagine indelebili su questi pranzi con tacchino e pudding al centro e sui lavori che richiedeva l’organizzazione. Con illustrazioni originali d’epoca, a cura di Linda Poncetta.Con illustrazioni d’epoca.

La nostra villeggiatura celeste

Poesie 2012-2021

di Pietro Polverini

editore: Interlinea

pagine: 192

Una raccolta di testi inediti di Pietro Polverini (1992-2023), una delle voci poetiche italiane più intense e vertiginose della sua generazione, cresciuta tra analogico e digitale. L’intento è quello di fornire un “ritorno” da quella «vacanza celeste» ossessivamente profetizzata dai versi del poeta. «l’opera di Polverini consiste anzitutto in una profonda meditazione sul senso di scomparsa individuale: anche il suo esordio è un libro sullo sbiadimento e sulla memoria come ricerca ossessiva della parola fino alla dissoluzione. Più che un itinerario, una “vacanza” da cui non tornare, intesa nel senso etimologico di vuoto» (dalla Presentazione di Francesco Ottonello).

Canzoni alla fine

di Iryna Shuvalova

editore: Interlinea

pagine: 152

Iryna Shuvalova è una figura centrale della scena poetica ucraina. La sua lirica è in grado di coniugare l’attenzione per ciò che di eterno il mondo può offrire allo sguardo poetico con il radicamento nell’oggi, con le sue sfide, le sue difficoltà e la sua sofferenza. Canzoni alla fine segna indubbiamente una svolta nella sua poetica, legata all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, un evento che ha sconvolto l’esistenza di decine di milioni di persone, dopo il quale nulla potrà essere come prima: «una poesia riflessiva, che non ha fretta di correre via dall’ineluttabilità del presente, in cui i versi spesso si allungano perché si possa provare a comprendere l’incomprensibile di quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti, anche se c’è chi sceglie di girarsi dall’altra parte» (dalla presentazione di Alessandro Achilli e Yaryna Grusha).Con testo originale ucraino a fronte.

Una goccia di bene

di Paolo Steffan

editore: Interlinea

pagine: 148

I versi che compongono questo canzoniere, che si sostanzia di una «lirica filosofica, o poesia di pensiero in senso leopardiano», sono testimonianza di un lavoro ultradecennale sul reale, sul tempo, sulla bellezza. Un dialetto antico è in dialogo con l’italiano contemporaneo, nella costruzione di un discorso imperniato sui grandi temi di oggi e di sempre: il lavoro, l’amore, il rapporto uomo-natura, la memoria, il nesso realtà-linguaggio, la ricerca di Dio. La volontà di una voce solida – nuova ma in costante dialogo coi classici – di far ritrovare al lettore «la funzione “sociale”, o piuttosto “religiosa” e sempiterna, della poesia» si sposa con la costante consapevolezza che viviamo in una realtà “frantumata”, in cui forse ci resta «una goccia di bene / lerciato dal male». Con una nota di Rolando Damiani.

Christopher

di Matteo Bianchi

editore: Interlinea

pagine: 112

Christopher è una raccolta poetica ibrida, dolente e insieme precisa, concepita intorno a tre figure portanti: Christopher Channing (artista queer, attore teatrale, creatura notturna, in bilico tra il nudo e la maschera, tra la lingua inglese e la malinconia parisienne), Roberto Pazzi (il maestro, l’intellettuale esemplare, l’ultimo alfiere di una cultura che rifiuta il consumo e la finzione) e Napoleone Bonaparte (non il generale di Austerlitz, bensì il vinto dell’Elba, il nostalgico rifugiato nella propria disfatta). Tre individui diversi per epoca, postura, linguaggio, eppure accomunati da una stessa fragilità irriducibile, da un’identica quanto ostinata resistenza a scomparire del tutto.

Angeli e asfodeli

di Paula Meehan

editore: Interlinea

pagine: 76

Per Paula Meehan, una delle voci più autorevoli della poesia irlandese contemporanea, «la poesia è discorso pubblico, per quanto privato o intimo possa esserne il materiale»: lo testimoniano gli inediti raccolti in questo volume, scritti espressamente per accompagnare due mostre e un concerto, e percorsi da un filo rosso, vale a dire il continuo rispecchiamento fra poeta e mondo, memorie personali e storia collettiva, passato e presente. «I testi di Meehan nascono da un profondo dialogo fra l’io che scrive e il noi cui l’io sente di appartenere. È questa la particolare accezione della sua poesia politica, che muove dall’esigenza di dare rappresentanza a quella comunità in cui è radicata la sua esperienza biografica (i quartieri operai nel nord di Dublino) e che nel tempo si è aperta al confronto con una declinazione del noi ancora più ampia, che comprende il mondo naturale, il non umano, il mito» (dalla Presentazione di Carla Pomarè). Con testo originale a fronte.

Il senso del dono

Alla ricerca del Natale perduto

di Enzo Bianchi

editore: Interlinea

pagine: 148

Una lettura per «entrare di più nel mistero dei misteri, quello del Dio che si fa uomo»: così Enzo Bianchi, monaco laico e scrittore seguitissimo, presenta i testi qui raccolti, tra ricordi d’infanzia in campagna, prime esperienze spirituali e riflessioni sulla crisi contemporanea di tutti noi e della Chiesa stessa. Sono pagine di speranza, fede e solidarietà, grazie alla capacità della festa più amata di adattarsi e rielaborare tradizioni diverse. «La festa del Natale ha assunto un significato antropologico universale, è la festa della nascita e della novità, della fragilità della vita umana e della sua vocazione all’eternità». Una lettura che conforta e sorprende.

Al figlio del pugile tremano le mani

Storie fragili di scuola

di Andrea Bianchetti

editore: Interlinea

pagine: 128

«Le scuole professionali / sono una terra di niente». Ecco una raccolta di poesie dedicata alla scuola professionale e ai ragazzi incontrati dall’autore nel corso dei suoi anni di insegnamento: studenti spesso sconfitti, persi, smarriti, senza punti di riferimento, a cui è importante far comprendere che «non esiste uno studente di serie A e uno studente di serie B. Tutti, perché esseri umani, hanno diritto alla migliore formazione che possiamo offrire». Le loro difficili storie hanno segnato indelebilmente, e inevitabilmente, anche quella dell’autore, che scrive: «io mi sono accorto, / mi sono accorto di tutti voi. / il mio paradiso portatile».

Maestri e amici

Legami affidabili

di Franco Giulio Brambilla

editore: Interlinea

pagine: 144

In occasione del 50° anniversario della ordinazione presbiterale di monsignor Franco Giulio Brambilla, sono raccolti in questo volumetto alcuni suoi scritti dedicati a maestri ed amici, con cui ha intrecciato legami profondi e che ha amato, frequentato e studiato: da mons. Aldo Del Monte a don Luigi Monza, dal card. Carlo Maria Martini al card. Renato Corti, da don Giovanni Moioli a don Luigi Serenthà, da Zaira Spreafico a don Luigi Caldera. È un modo «per restituire un frammento del suo mondo interiore, fatto di incontri che lasciano il segno e di legami che sanno attraversare il tempo», come scrivono gli autori della presentazione, fotografando il suo essere allo stesso tempo «il Franco degli amici e il Giulio del Vangelo», un uomo che «ha saputo abitare la fede con la stessa autenticità con cui ha abitato l’amicizia».

L’ultima cena del mio corpo

di Alex Averbuch

editore: Interlinea

pagine: 144

Una selezione di alcuni dei più recenti testi del poeta ucraino Alex Averbuch, accomunati dal tema della guerra, dal secondo conflitto mondiale all’aggressione russa nella sua regione natale, Luhans’k. Dai versi di Averbuch emerge una pluralità di voci, tormentate dalle guerre e dalle deportazioni, mettendo al centro la storia dell’Ucraina tra presente e passato. Ma la sua poesia è tanto collettiva quanto individuale: «per Averbuch la centralità dell’esperienza corporea è, forse a prima vista paradossalmente, la negazione della chiusura solipsistica nell’io in favore di una costante ricerca di un dialogo con corpi che sono al contempo altri e parte stessa del sé» (dalla presentazione di Alessandro Achilli).Con testo originale ucraino a fronte

Diego Boca

L’architettura del paesaggio

a cura di Matteo Gambaro

editore: Interlinea

pagine: 132

Diego Boca fa parte di quella generazione di architetti che si è formata nell’immediato dopoguerra e ha avviato l’attività negli anni cinquanta, un periodo storico irripetibile, caratterizzato da rilevanti occasioni lavorative che hanno catapultato i giovani architetti immediatamente nel mondo del lavoro. Una pubblicazione che vuole rendere omaggio a una vita professionale piena e articolata, vissuta con passione attraverso tutte le possibili forme dell’architettura, e fornire un’adeguata chiave di lettura che faccia emergere l’approccio “paesaggistico” al progetto: una linea culturale rigorosa praticata con serietà e coerenza durante tutta la sua vita.

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