I versi che compongono questo canzoniere, che si sostanzia di una «lirica filosofica, o poesia di pensiero in senso leopardiano», sono testimonianza di un lavoro ultradecennale sul reale, sul tempo, sulla bellezza. Un dialetto antico è in dialogo con l’italiano contemporaneo, nella costruzione di un discorso imperniato sui grandi temi di oggi e di sempre: il lavoro, l’amore, il rapporto uomo-natura, la memoria, il nesso realtà-linguaggio, la ricerca di Dio. La volontà di una voce solida – nuova ma in costante dialogo coi classici – di far ritrovare al lettore «la funzione “sociale”, o piuttosto “religiosa” e sempiterna, della poesia» si sposa con la costante consapevolezza che viviamo in una realtà “frantumata”, in cui forse ci resta «una goccia di bene / lerciato dal male». Con una nota di Rolando Damiani.
Biografia dell'autore
Paolo Steffan

Paolo Steffan è nato a Conegliano nel 1988. È autore di monografie sulla poesia di Andrea Zanzotto (2012), Luciano Cecchinel (2016) ed Edith Bruck (2023). Con Giuliano Galletti ha curato due volumi di carattere storico-biografico: Sebastiano Barozzi e la sua Cronaca del popolo (2016) e Germoglia il silenzio. Vita di Giocondo Pillonetto (2020). In poesia ha pubblicato la raccolta In deserto (2018), mentre la silloge Frantumi è stata inserita nel Quattordicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (2019). Ha vinto il premio italo-russo Raduga 2019 per la narrativa breve. Dal 2016 fa parte della giuria del premio di poesia Arcipelago Itaca. Lavora come docente di discipline letterarie nella scuola secondaria.









