Il diavolo nel presepe

titolo | Il diavolo nel presepe |
autore | Gina Labriola |
illustratore | Valentina Magnaschi |
Argomenti |
Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi Letteratura per l'infanzia Età di lettura 8-11 anni |
Collana | Le rane piccole, 12 |
marchio | Le rane |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 32 |
Pubblicazione | 2002 |
ISBN | 9788882123819 |
Biografia dell'autore
Gina Labriola

Gina Labriola è nata a Chiaromonte (Potenza), laureata in Lettere classiche, risiedeva a Parigi. Ha vissuto undici anni in Iran, lavorando presso l’Istituto italiano di cultura di Teheran come collaboratrice dell’IsMEO (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente), corrispondente dell’ANSA e lettrice presso l’università di Teheran. È vissuta poi in Spagna, a Barcellona. Ha insegnato Lingua e letteratura italiana presso l’università di Rennes, in Bretagna.
Numerose le pubblicazioni di narrativa, saggistica, poesia. Pittrice di notevole talento, ha trascritto e illustrato su seta i suoi testi poetici, ha esposto le sue opere in vari Paesi d’Europa. Tradotta in persiano, francese, inglese, spagnolo, è stata insignita di numerosi premi. È venuta a mancare il 2 aprile 2011 a Marsiglia.
Tra i suoi libri: Fantasma con flauto (La madia, 1981) e Il diavolo nel presepe (Interlinea, 1999).
Un brano del libro
Tutto accaldato com’era, non si poteva dire che fosse una cosa piacevole.
Focus Terzo era l’erede di una grande famiglia di diavoli, tutti cornuti, con zoccolo di cavallo che sprizzava scintille e coda attorcigliata che terminava in una fiamma bluastra.
Suo padre Ponsò e suo nonno Zolferino si erano fatti onore provocando liti, faide, vendette, omicidi, stragi, guerre; i suoi fratelli, Falò e Fumino, e la sorella Scintilla sapevano usare da maestri tutte le armi diavolesche: invidia, gelosia, maldicenza, tradimento, oltre, si capisce, al solito forcone, simbolo di tutti i diavoli dabbene.
Gli antenati di Focus avevano al loro attivo non so più quante condanne a morte di non so più quanti ladri, briganti, banditi e assassini.
Focus Terzo, però, era un erede degenere di tanta diabolica nobiltà. Sua madre, la diavolessa Rubecchia, bravissima a provocare litigi anche tra le donne più miti, per insegnargli il mestiere di diavolo lo metteva accanto a un bambino affinché insinuasse in lui la voglia di far capricci, di dir bugie, di disubbidire. Focus si addormentava con la testa sul cuscino della vittima, come se fosse il suo angelo custode invece che il suo diavoletto tentatore, e le teneva caldo, perché i diavoli scottano come se avessero sempre la febbre a quaranta tanto che, ad averne uno vicino, si potrebbe fare a meno della stufa.