Prefazione
Presentiamo in questo libro la traduzione della Vita beati Petri Damiani scritta dal discepolo san Giovanni di Lodi. Il testo seguito è quello pubblicato nella Patrologia Latina al volume 144, colonne 113-145.
Perché questa traduzione? Anzitutto per sottolineare come la santità di un uomo della grandezza e dell’energia di san Pier Damiani non sia un fatto che riguarda soltanto le persone che lo hanno conosciuto e coloro che, da studiosi, possono accostare i testi latini delle sue opere o della sua vita, ma sia piuttosto la risposta a un bisogno d’umanità semplice, trasparente ed esemplare, umanità che si realizza pienamente solo in chi affida la sua esistenza totalmente a Cristo.
La necessità quindi di una maggiore diffusione della Vita ci ha spinto a intraprendere un lavoro di traduzione che cerca di renderla accessibile a tutti. Inoltre, di fronte a una grande difficoltà a reperire nelle librerie, sul finire del Novecento, opere recenti di tipo divulgativo su san Pier Damiani, abbiamo ritenuto opportuno completare il lavoro di traduzione con una introduzione che mettesse in risalto la figura del santo nel suo tempo e il significato e l’importanza che essa ha avuto per la Chiesa.
Un’ultima considerazione sulla Vita. La chiave di lettura è facilmente riassumibile in tre parole: digiuno, preghiera e obbedienza. Digiuno e preghiera: l’offerta continua di sé a Dio è il mezzo per esercitare quella che, nel linguaggio damianeo, è la «milizia divina», l’appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa. E tale «milizia» non può esercitarsi se non nell’obbedienza fedele all’autorità gerarchica della Chiesa romana: il papa (particolarmente evidente risulta questo richiamo all’obbedienza nei capitoli 14 e 16). Tramite l’osservazione del santo in azione e la considerazione della sua fedeltà agli strumenti sopra citati, il discepolo Giovanni di Lodi riconosce nel suo maestro un modello cui ispirarsi per imparare la strada verso una più totale adesione a Cristo. Da qui gli accenni alla sua santità: tralasciando l’esplicito appellativo di «santo» datogli nel capitolo 23, che non è però di mano di Giovanni, per tre volte nel capitolo 13 Pier Damiani viene chiamato «vir Dei», e altre due volte, nei capitoli 14 e 16, si parla della «fama ipsius sanctitatis» e del suo essere fornito «... sanctitatis auctoritate». Un’evidenza dunque, quella della sua santità, che già il discepolo Giovanni non poteva passare sotto silenzio e che noi, lettori di oggi, cogliamo nella sua grande testimonianza culturale e spirituale.