Lo stupore

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Lo stupore
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Questo saggio, che offre un contributo originale alla comprensione dell’esperienza del vedere, interpreta lo stupore come una forma di risposta a «ciò che ci raggiunge nello splendore del suo apparire». Dopo alcune introduzioni (sull’opera di Platone, Aristotele, Maupassant, Bloch, Barthes e Van Gogh), Silvano Petrosino ci conduce nell’affascinante mondo dello «sguardo», fino a portarci di fronte alla meraviglia dell’evento singolare che sempre ci interpella personalmente e davanti al quale «siamo chiamati a rispondere, prima ancora che con le parole, con i nostri stessi occhi». Un libro fondamentale che ci insegna a «guardare».
 

Biografia dell'autore

Silvano Petrosino

Silvano Petrosino
Silvano Petrosino (Milano 1955), internazionalmente noto per i suoi studi sul pensiero di E. Lévinas e J. Derrida, è uno dei più apprezzati filosofi italiani. Insegna Teorie della comunicazione e Filosofia morale presso l’Università Cattolica di Milano e Piacenza. Tra le sue opere ricordiamo: Lo stupore (1ª ed. Novara 1997, Madrid 2001); Jacques Derrida e la legge del possibile. Un’introduzione (2a ed. Milano 1997, Paris 1994); Il sacrificio sospeso (Milano 2000, Paris 2008); Il dono (in collaborazione con P. Gilbert, Genova 2002, Bruxelles 2007, Belo Horizonte 2008); Babele. Architettura, filosofia e linguaggio di un delirio (Genova 2003, Paris 2010); Piccola metafisica della luce (Milano 2004); La scena umana. Grazie a Derrida e Lévinas (Milano 2010); L’eros della distruzione. Seminario sul male (in collaborazione con S. Ubbiali, Genova 2010); Visione e Desiderio. Sull’essenza dell’invidia (2a ed., Milano 2010); Capovolgimenti. La casa non è una tana, l’economia non è il business (2a ed., Milano 2011), Abitare l’arte. Heidegger, La Bibbia, Rothko (Novara, 2011).

Rassegna stampa per Lo stupore

Da "Il Quotidiano della Sicilia", Fabio Gabrielli su "Lo stupore" di Silvano Petrosino

Potrebbe forse essere proprio questa la definizione dello stupore: esso è la circostanza in cui il vedere è costretto a diventare un guardare; ciò che costringe è lo splendore del qualcosa, ove tuttavia tale risplendere non assorbe, come fosse un buco nero, il soggetto nel qualcosa, ma lo «riflette» rinviandolo al suo proprio modo d’essere: nello stupore il qualcosa interpella il soggetto che guarda, ma non attirandolo a sé (questo è ciò che avviene nella fascinazione), ma rinviandolo a sé, costringendolo a «riprendere sotto guardia» il proprio sé.