Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Interlinea

Torino 1864

La prima strage senza colpevoli dell’Italia unita

di Enzo Ciconte

editore: Interlinea

pagine: 200

«Erano davvero tante le persone quel pomeriggio in piazza San Carlo»: dietro i fatti del settembre 1864, che segnarono il destino di Torino e dell’Italia unita, sta la terribile strage rimasta impunita e senza colpevoli. Uno storico ricostruisce, come in un giallo, l’intricata vicenda con i primi casi di depistaggi e affossamenti di commissioni d’inchiesta. Nasce uno strappo tra i reali sabaudi e la loro città, tra governo e cittadini, con un’amnistia che si rivela un vero e proprio colpo di spugna. Perché «parlamento e magistratura con il solenne avallo del sovrano non avevano avuto nessuna voglia di continuare a ricordare e a discutere i fatti del recente passato». E allora i morti? «i morti requiescant in pace. Perché disturbarli ancora?»

Roberto Rebora

«Saper dire: cielo»

a cura di Giuseppe Langella, Lucia Geremia, Davide Savio

editore: Interlinea

pagine: 152

Poeta, scrittore e critico teatrale, Roberto Rebora (1910-1992) è stato una delle voci più pure e isolate del Novecento italiano. A trent’anni dalla morte, questo volume collettaneo ne ricostruisce la figura, portandolo oltre l’etichetta di autore della Linea lombarda cui nel 1952 l’aveva ascritto Luciano Anceschi. Accanto all’attività di poeta, si esaminano di Rebora le traduzioni, gli scritti teatrali e le prose memoriali, generate dall’esperienza di internato nei lager nazisti, dopo il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. Gli studi qui raccolti, che si valgono anche di materiali manoscritti e inediti, fanno seguito alla prima giornata di studi a lui dedicata, promossa dal Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita Francesco Mattesini” e dall’Archivio della letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca, dove dal 2018 è costituito il Fondo Roberto Rebora.

Anche gli alberi cantano

Le piante in poesia

a cura di Giovanni Tesio

editore: Interlinea

pagine: 192

Per chi ama la natura delle piante ecco un’antologia “vegetale”, dalle radici alle foglie, dal fiore al frutto, che propone gli omaggi di alcuni dei maggiori poeti e poetesse del Novecento: da Eugenio Montale a Andrea Zanzotto, da Luciano Erba a Tonino Guerra, da Antonella Anedda a Vivian Lamarque e Alda Merini, nel solco di una tradizione letteraria che partendo da Cicerone e passando per Boccaccio e Leopardi arriva fino ai giorni nostri. Nella convinzione che, come scriveva Henry David Thoreau, «ben poco si può sperare da una nazione che abbia esaurito la propria matrice vegetale».

Quel che resta del caso Moro

di Stefania Limiti

editore: Interlinea

pagine: 160

Esterno notte di Marco Bellocchio, l’ultimo film uscito su Aldo Moro, riaccende la discussione sulla discrepanza tra un’opera di carattere biografico e la storia, ricostruita attraverso i verbali dei processi e le voci dei protagonisti. Stefania Limiti racconta il caso Moro ponendo l’accento su quanto ancora la verità dei fatti sia offuscata anche a distanza di così tanti anni. E si domanda quanto l’immagine di Aldo Moro restituita dai film corrisponda alla realtà e quante reticenze ancora persistano nel parlare di questa storia, ferita aperta per il nostro paese.

La danza degli aironi

di Matteo Meloni

editore: Interlinea

pagine: 80

Un esordio che fin da subito cerca un accordo con la natura, aprendosi al suo ritmo originario per potersi fare voce. Prime maestre del giovane autore sono le sue montagne, le Alpi del Monginevro e del Monviso cui è dedicata la sezione iniziale, una presenza costante lungo tutto il libro. Il contatto con esse, scrive Franca Mancinelli «sbriciola l’ego, accoglie ogni ferita esistenziale, così come ogni accadimento della storia, in un corpo plurale di alberi e pietre». Segue poi una discesa dalla montagna verso la pianura e la città, alla ricerca di un precario equilibrio tra uomo e natura che rimanda alla danza degli aironi che dà il titolo alla silloge: «Dovremo – mi dicevi – imparare / a sciogliere i legami, / alternare di generazione / in generazione gli affetti, mancare / al tempo come le piante, / imitare per gioco / la danza degli aironi».Con una nota di Franca MancinelliVincitore del XXV Concorso Guido Gozzano 2024 - Premio Opera Prima

Animali bruttissimi

di Anna Vivarelli

editore: Interlinea

pagine: 32

La natura è solo bellezza? No! Secondo il nonno «c’è un sacco di roba orrenda a questo mondo. Muffe, mucillagini, piante carnivore con tanto di denti. E animali bruttissimi». Così, sera dopo sera, il nonno racconta divertenti storie sugli animali più schifosi: mollicci, spelacchiati, ruvidi, pelosi. E tutti veri. Perché, in natura, sapersi adattare all’ambiente è più importante che essere carini.  

Frammenti lirici

di Clemente Rebora

editore: Interlinea

pagine: 864

Per la prima volta un’opera poetica del Novecento è spiegata con un commento tanto esteso, tra lingua stile e filologia

Il falco e la colomba

di Davide Puccini

editore: Interlinea

pagine: 96

Il falco e la colomba è la settima tappa del cammino poetico di Davide Puccini, giunto ormai al traguardo del quarto di secolo. L’agguerrito linguista, il raffinato studioso di Sbarbaro e Boine, di Pulci, Poliziano e Ariosto, di Sacchetti e Fucini, si serve della sua lingua nitida e coltissima e insieme affabile e colloquiale, della sua tradizionalissima metrica di endecasillabi e settenari, musicale e insieme fluidamente narrativa, per condurci – nel duplice segno iniziale e conclusivo di un falco simbolo di incombente minaccia o di montaliana indifferenza e di una colomba simbolo del divino e annuncio di salvezza – lungo un percorso che dagli abitanti della nostra “casa comune” e in particolare della sua terra e del suo mare di Toscana (il geco, la polpessa, le meduse, la lucertola...), attraverso il sentimento doloroso del trascorrere del tempo e della vecchiaia che avanza, alla sofferta e intensa meditazione religiosa della terza e ultima sezione (Paolo Zoboli).

«De arme e de amore e cose diletose»

Saggi sulla letteratura cavalleresca

di Cristina Montagnani

editore: Interlinea

pagine: 168

Questo volume nasce dal desiderio di rendere omaggio a una studiosa che, con grande understatement, ha segnato la via degli studi di italianistica grazie a doti critiche non comuni. Cristina Montagnani si è occupata principalmente di due grandi generi poetici, lirica e tradizione cavalleresca: e qui infatti sono riuniti alcuni suoi saggi sulla poesia cavalleresca, principalmente su Boiardo, del quale ha curato, insieme ad Antonia Tissoni Benvenuti, l’edizione critica dell’Inamoramento de Orlando e delle egloghe volgari. Si delinea un articolato percorso fuori e dentro il poema del conte di Scandiano, che culmina infine con una incursione in altri territori cavallereschi, ovvero quelli fiorentini del Morgante, che intersecano un testo di cui Montagnani è stata curatrice: La Spagna ferrarese. Questo gruppo di contributi tratteggia così un affresco accattivante e variopinto del mondo dei paladini in cui storia, generi letterari, intertestualità e personaggi divengono preziose chiavi di lettura dei poemi in ottave e in particolar modo dell’Inamoramento de Orlando. SOMMARIO DELL’OPERATabula gratulatoriaPresentazione I. Fra mito e magia: le «ambages» dei cavalieri boiardeschiII. «Queste historie di fabulosi sogni son dipincte»: Boiardo, Ariosto e la genealogia degli Este III. L’incantesimo del sequel: fra Boiardo e AriostoIV. «Ogni cavalier ch’è sanza amore…»: presenze epiche nell’Inamoramento de Orlando V. Lontano da sé: i cavalieri in PaganiaVI. «Le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive ragazze vanno dove vogliono»: donne e viaggi nella letteratura cavallerescaVII. Orlando fra i pastoriVIII. La magia del potere: Boiardo e le politiche estensiIX. Da Feragu a Rodamonte: il paradigma del nemicoX. Gli ultimi cinque cantari del Morgante e la tradizione italiana delle vicende di Spagna

Saper leggere? Sulla critica oggi

Nuova Corrente 172

rivista: Nuova Corrente

pagine: 136

«Saper leggere» è la celebre espressione di Renato Serra a inizio Novecento nel pieno di una stagione che faceva della “critica” (titolo della rivista di Croce) un perno della formazione intellettuale e della scrittura letteraria e filosofica. La rivista “nuova corrente” ripropone quell’espressione «saper leggere» con un interrogativo, ovvero proporre una serie di riflessioni sulle caratteristiche dell’attività critica letteraria e filosofica in una stagione diversa, specie nell’ultimo trentennio in cui si sono stratificati alcuni fattori: la repentina evoluzione linguistica in tempo massmediatico, la crisi delle teorizzazioni interpretative, la revisione valoriale (cultural studies, gender ecc.), le forti ibridazioni delle scritture, il distacco tra critica accademica e lettori, il nuovo mondo informatico e digitale, fino alla questione della cancel culture, della seduzione della brevitas comunicativa e della semplificazione dei messaggi.

Wheeping Lands - Terre che piangono

di Susan Nalugwa Kiguli

editore: Interlinea

Susan Kiguli, poetessa ugandese pubblicata qui per la prima volta in Italia, ha una peculiarità: parla degli orrori - come il

Rose

All’ultimo chiaro

di Rossella Frollà

editore: Interlinea

pagine: 144

In questa nuova raccolta di Rossella Frollà la natura assume un’importanza di primo piano. E sono proprio gli elementi più fragili della natura come le foglie, le rose, «la viola di gennaio nata sola» a caratterizzare queste pagine. La loro fragilità ci rimanda a quella umana, fragilità che è una delle radici ontologiche della vita e che, grazie al tramite della natura, ci permette di riconnetterci a noi stessi e al luogo «in cui si trova quella luce altra, vivida e umanissima che ogni volta si riconquista e non si perde mai veramente».Con tavole di Livio Ceschin

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.