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Interlinea

Il consenso e la forza

L’ultimo discorso del 30 maggio 1924

di Giacomo Matteotti

editore: Interlinea

pagine: 84

Nell’agosto di un secolo fa, nel 1924, fu trovato il corpo di Giacomo Matteotti, giornalista, politico e segretario del partito socialista unitario. Chiamato “Tempesta” per il carattere focoso, Matteotti, 39 anni, era stato rapito e ucciso il 10 giugno 1924, dopo che il 30 maggio aveva pronunciato in parlamento un discorso contro le irregolarità e le violenze che avevano condizionato le elezioni di primavera, le ultime prima della dittatura. Il suo discorso era stato un atto d’accusa clamoroso e aveva suscitato grande ira tra gli esponenti del partito fascista. Una pagina nera della storia italiana, ricostruita attraverso il testo integrale del discorso e arricchita da un saggio di Francesca Rigotti, filosofa e saggista, già docente di teoria politica e dottrine politiche alle università di Gottingen e della Svizzera italiana a Lugano.Con un saggio di Francesca Rigotti.

Don Giuseppe Rossi

Un prete martire per la sua gente

di Mario Perotti

editore: Interlinea

pagine: 96

Nato a Varallo Pombia il 3 novembre del 1912 da Girolamo e da Angela De Ambrogio, viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1937. L’anno successivo diviene parroco di Castiglione Ossola, dove rimane sino alla tragica morte, avvenuta il 26 febbraio 1945 dopo una giornata convulsa, iniziata con un attentato partigiano e continuata con la rappresaglia fascista. Don Rossi non fugge e si lascia arrestare per rimanere, in coerenza al suo ministero pastorale, tra gli ostaggi, rincuorandoli con la presenza e la parola. Liberato e quindi non considerato colpevole, viene poi prelevato per iniziativa di alcuni militi assetati di vendetta e senza alcuna prova di colpevolezza barbaramente ucciso. Da allora il nome di don Giuseppe viene ricordato come fulgido esempio di dedizione pastorale. Al termine del Processo Romano, il 14 dicembre 2023, papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi alla promulgazione del decreto che dichiara don Rossi “beato” in quanto martire, ucciso in odium fidei. Solenne proclamazione: cattedrale di Novara, 26 maggio 2024.Nuova edizione realizzata in occasione della beatificazione di don Giuseppe Rossi.

Giocare è una cosa seria

Viaggio nei segreti del gioco libero

di Marco Scardigli e Maurizio Stangalino

editore: Interlinea

Il gioco è una cosa seria, perché giocando ci si prepara alla vita: uno psichiatra infantile e uno scrittore propongono un viaggio affascinante nei loro giochi, alla ricerca dei fili invisibili che legano gli adulti di oggi ai bambini di allora. Non è un manuale né tantomeno una raccolta dei "giochi di una volta" ma, tra basi spaziali dietro un divano e scatole di montaggio, tra soldatini o bambole e rudimentali campi di calcio, gli autori presentano un educato grido in difesa del gioco libero, della fantasia e della creatività. Spetterà al lettore fare un confronto con la situazione attuale e tirare le proprie conclusioni.

Piccolo manuale per la campagna elettorale

di Quinto Tullio Cicerone

editore: Interlinea

pagine: 88

Nel 2024 un grande numero di persone è chiamato a votare in Italia e nel mondo, dall’Europa agli Usa. Ma quali sono i meccanismi dietro le quinte di una campagna elettorale? Una risposta arriva dall’antica Roma, con Quinto Tullio Cicerone: «Preoccupati che siano sempre pronti e a portata di mano tutti i trucchi del mestiere favorevoli a quest’arte, che, lo so bene, tu tieni in serbo». Lo scrive al fratello Marco, candidato per la campagna elettorale del 64 a.C. dalla quale sarebbe uscito console della Repubblica romana. Lo smaliziato autore suggerisce tutte le mosse necessarie ad acquisire il consenso in maniera piuttosto spregiudicata: infatti nella campagna elettorale è più importante «apparire che essere, promettere vantaggi, mostrarsi potente e ammirato, fare promesse precise ma non dispendiose, diffamare gli avversari, farsi amici uomini potenti». Una lettura agile, con testo originale latino a fronte.

Quaderni Borromaici 11

Saggi, studi, proposte

rivista: Quaderni Borromaici

pagine: 264

Chi cercasse notizia del Collegio voluto nel 1561 da Pio IV, dei Medici di Marignano, nel Fermo e Lucia, faticherebbe invano. È legittimo credere che quel nome sia stato suggerito da Luigi Rossari, alunno dal 1816, che di Manzoni diveniva nei primi anni venti, come lo era stato di Carlo Porta, l’amico più discreto e ascoltato, il suo “Noi”.

Così per gioco… e per riciclo

Costruiamo insieme i nostri giocattoli con materiali di recupero

di Elve Fortis De Hieronymis

editore: Interlinea

pagine: 192

Così per gioco… si possono fare tanti giochi e lavoretti in casa e a scuola, quando si è stanchi di studiare, di leggere o di guardare la tv, quando fuori piove e al chiuso ci si annoia. Utilizzando carta, cartone, stagnola, vassoietti di cartoncino o polistirolo, bottiglie di plastica, piatti e bicchieri di carta, tappi di sughero e molti altri materiali di recupero si può inventare un giocattolo, poi altri ancora, tutti diversi, creati con le nostre mani, magici e belli… Un libro da leggere e usare, una guida illustrata e pratica con tante idee per i bambini ma anche per gli adulti (mamme, papà, insegnanti) che diventa interattiva grazie a un link a piattaforma fruibile da smartphone e computer, con materiali extra e giochi sul tema del riciclo.Un libro “aumentato” per trasformare i rifiuti a casa o a scuola in giochi coloratissimi: scansiona il QrCode all'interno per accedere ad una piattaforma interattiva accessibile con contenuti extra.SFOGLIA UN ESTRATTO DEL LIBRO

Torino 1864

La prima strage senza colpevoli dell’Italia unita

di Enzo Ciconte

editore: Interlinea

pagine: 200

«Erano davvero tante le persone quel pomeriggio in piazza San Carlo»: dietro i fatti del settembre 1864, che segnarono il destino di Torino e dell’Italia unita, sta la terribile strage rimasta impunita e senza colpevoli. Uno storico ricostruisce, come in un giallo, l’intricata vicenda con i primi casi di depistaggi e affossamenti di commissioni d’inchiesta. Nasce uno strappo tra i reali sabaudi e la loro città, tra governo e cittadini, con un’amnistia che si rivela un vero e proprio colpo di spugna. Perché «parlamento e magistratura con il solenne avallo del sovrano non avevano avuto nessuna voglia di continuare a ricordare e a discutere i fatti del recente passato». E allora i morti? «i morti requiescant in pace. Perché disturbarli ancora?»

Roberto Rebora

«Saper dire: cielo»

a cura di Giuseppe Langella, Lucia Geremia, Davide Savio

editore: Interlinea

pagine: 152

Poeta, scrittore e critico teatrale, Roberto Rebora (1910-1992) è stato una delle voci più pure e isolate del Novecento italiano. A trent’anni dalla morte, questo volume collettaneo ne ricostruisce la figura, portandolo oltre l’etichetta di autore della Linea lombarda cui nel 1952 l’aveva ascritto Luciano Anceschi. Accanto all’attività di poeta, si esaminano di Rebora le traduzioni, gli scritti teatrali e le prose memoriali, generate dall’esperienza di internato nei lager nazisti, dopo il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. Gli studi qui raccolti, che si valgono anche di materiali manoscritti e inediti, fanno seguito alla prima giornata di studi a lui dedicata, promossa dal Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita Francesco Mattesini” e dall’Archivio della letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca, dove dal 2018 è costituito il Fondo Roberto Rebora.

Anche gli alberi cantano

Le piante in poesia

a cura di Giovanni Tesio

editore: Interlinea

pagine: 192

Per chi ama la natura delle piante ecco un’antologia “vegetale”, dalle radici alle foglie, dal fiore al frutto, che propone gli omaggi di alcuni dei maggiori poeti e poetesse del Novecento: da Eugenio Montale a Andrea Zanzotto, da Luciano Erba a Tonino Guerra, da Antonella Anedda a Vivian Lamarque e Alda Merini, nel solco di una tradizione letteraria che partendo da Cicerone e passando per Boccaccio e Leopardi arriva fino ai giorni nostri. Nella convinzione che, come scriveva Henry David Thoreau, «ben poco si può sperare da una nazione che abbia esaurito la propria matrice vegetale».

Quel che resta del caso Moro

di Stefania Limiti

editore: Interlinea

pagine: 160

Esterno notte di Marco Bellocchio, l’ultimo film uscito su Aldo Moro, riaccende la discussione sulla discrepanza tra un’opera di carattere biografico e la storia, ricostruita attraverso i verbali dei processi e le voci dei protagonisti. Stefania Limiti racconta il caso Moro ponendo l’accento su quanto ancora la verità dei fatti sia offuscata anche a distanza di così tanti anni. E si domanda quanto l’immagine di Aldo Moro restituita dai film corrisponda alla realtà e quante reticenze ancora persistano nel parlare di questa storia, ferita aperta per il nostro paese.

La danza degli aironi

di Matteo Meloni

editore: Interlinea

pagine: 80

Un esordio che fin da subito cerca un accordo con la natura, aprendosi al suo ritmo originario per potersi fare voce. Prime maestre del giovane autore sono le sue montagne, le Alpi del Monginevro e del Monviso cui è dedicata la sezione iniziale, una presenza costante lungo tutto il libro. Il contatto con esse, scrive Franca Mancinelli «sbriciola l’ego, accoglie ogni ferita esistenziale, così come ogni accadimento della storia, in un corpo plurale di alberi e pietre». Segue poi una discesa dalla montagna verso la pianura e la città, alla ricerca di un precario equilibrio tra uomo e natura che rimanda alla danza degli aironi che dà il titolo alla silloge: «Dovremo – mi dicevi – imparare / a sciogliere i legami, / alternare di generazione / in generazione gli affetti, mancare / al tempo come le piante, / imitare per gioco / la danza degli aironi».Con una nota di Franca MancinelliVincitore del XXV Concorso Guido Gozzano 2024 - Premio Opera Prima

Animali bruttissimi

di Anna Vivarelli

editore: Interlinea

pagine: 32

La natura è solo bellezza? No! Secondo il nonno «c’è un sacco di roba orrenda a questo mondo. Muffe, mucillagini, piante carnivore con tanto di denti. E animali bruttissimi». Così, sera dopo sera, il nonno racconta divertenti storie sugli animali più schifosi: mollicci, spelacchiati, ruvidi, pelosi. E tutti veri. Perché, in natura, sapersi adattare all’ambiente è più importante che essere carini.  

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