Poesia e arte dell'uomo contemporaneo davanti al mistero: i nostri consigli di lettura aspettando la Pasqua
Una selezione dalla collana "Passio" di Interlinea, dedicata alla scoperta e alla proposta di pagine letterarie ispirate alla crisi e alla ricerca interiore dell’uomo contemporaneo. Passione dunque intesa come male di vivere, ma anche come amore profano e spirituale
NUDA LA PAROLA CHE SALVA. UNA VIA CRUCIS DI MASSIMO BETTETINI
Uno psicoterapeuta s'interroga sul senso del dolore umano attraverso un percorso poetico ispirato alla Passione di Cristo e alle cadute per eccellenza, quelle della via crucis della tradizione cristiana. «Che senso ha cadere se non potrò rialzarmi? Un dialogo problematico dell’uomo contemporaneo di fronte al mistero: «nudo sto per entrare nel sepolcro / nudo sono uscito da mia madre / nuda è la parola che salva». Il volume è impreziosito da tavole d'arte di Michele Dolz. Segui la presentazione.
CROCE D'AMORE. CRUS D'AMUR. PASSIONE IN VERSI ISPIRATA DAI CAPOLAVORI DEL ROMANINO DI FRANCA GRISONI
«Tua la croce d’amore / l’alta bandiera del regno / da piantarci in cuore» scrive Franca Grisoni rivolgendosi a una donna, Maria, di cui narra la vita accanto al figlio Gesù («Tò la crus d’amur / l’alta bandiera del regn / da piantane nel cör»). È un viaggio in versi, nel dialetto lombardo del lago di Garda, a confronto con opere del pittore cinquecentesco bresciano Romanino. I dipinti si offrono allo sguardo dell’autrice quale luogo fisico in cui le tappe della passione prendono corpo tra poesia e arte: «E tu, pittore, senza parole, / come lo hai sperato / lo mostri: / vuoi farcelo sperare».

Come scrive sant’Agostino, si prega «meglio coi gemiti che con le parole, più con le lacrime che con i discorsi». È allora possibile invocare un Dio di cui si sospetta l’assenza ma da cui si attende ostinatamente un segnale? Affidarsi a una disperata profezia d’esistenza che dissolva la propria voce in un silenzio assoluto? È la tensione di Giovanni Tesio che accoglie in questo suo diario letterario la quotidianità più arida e disarmata convertendo l’assenza-presenza spirituale in una oralità povera, di antica e per questo dialettale, ma sempre nuova, risonanza: «qui c’è non altro che parole: parole che tentano se mai di dire un pianto».

Un piccolo libro per un grande testimone, Giovanni Paolo II, il papa oggi santo, l'"atleta di Dio" che Vittorio Messori ricorda nella sua ultima notte dolorosa domandandosi: "Chi è, davvero, colui il cui respiro difficoltoso si leva da quel letto di ospedale?" è la croce a dare senso a tutto. Come scrive nell'introduzione Luigi Negri, "la croce è la radice della dignità dell'uomo". Ecco perché a un certo punto papa Wojtyla esorta: "Ciascuno di noi, guardando Cristo crocifisso, ritrovi la propria grandezza e la propria dignità". Una raccolta di testi, anche inediti e mai tradotti, dai pellegrinaggi polacchi a una preghiera in forma di poesia: "Accogli coloro che accettano la croce, coloro che non la capiscono e coloro che la evitano... accetta l'uomo!".


Una meditazione e un memoriale di un uomo che ha lasciato il segno nella chiesa dopo le ferite di guerra sul Don, l’esperienza con don Carlo Gnocchi, il rinnovamento del concilio e la pastorale di vescovo. Mons. Del Monte scrive: «sei passato e ripassato mille volte nella mia vita, per tuffarmi – nella gioia e nel pianto – nel mistero della tua divina umanità. E ogni volta mi dicevi: “sono io che ti ho scelto e ti ho posto tra gli uomini per svelare a loro i miei segreti. Li ho fatti a mia immagine; e per questo l’uomo vivente è la gloria di dio”». Un piccolo libro di una grande anima.

Allineando le parti di un’ideale messa di requiem (negli occhi il grande affresco michelangiolesco, nell’anima la musica di Mozart e di Verdi) la Gnemmi conduce una dolorosa, straziata meditazione sul male della storia, con lo sguardo tuttavia rivolto allo sfolgorante ritorno finale del «giusto indifesa follia che disarma, apre i cuori, perdona ai fratelli caini, sacrificio riparatore».

Le lettere e il Carnet de notes intimes: in questa antologia emerge a vivo la spiritualità di Bernadette di Lourdes, fino alla morte ricalcata, al di là di ogni retorica, su quella del Cristo. Lasciata sullo sfondo la storia delle apparizioni alla grotta di Massabielle, si vogliono così attestare gli anni della lunga passione che condussero la giovane donna, quasi un'icona vivente delle parole della Vergine, al sacrificio totale.
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