Croce d'amore. Crus d'amur
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titolo | Croce d'amore. Crus d'amur |
sottotitolo | Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino |
autore | Franca Grisoni |
con testi di | Giuseppe Langella, Fabio Larovere |
Argomento | Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia in dialetto |
Collana | Passio, 55 |
marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 88 |
Pubblicazione | 2016 |
ISBN | 9788868570873 |
«Tua la croce d’amore / l’alta bandiera del regno / da piantarci in cuore» scrive Franca Grisoni rivolgendosi a una donna, Maria, di cui narra la vita accanto al figlio Gesù («Tò la crus d’amur / l’alta bandiera del regn / da piantane nel cör»). È un viaggio in versi, nel dialetto lombardo del lago di Garda, a confronto con opere del pittore cinquecentesco bresciano Romanino. I dipinti si offrono allo sguardo dell’autrice quale luogo fisico in cui le tappe della passione prendono corpo tra poesia e arte: «E tu, pittore, senza parole, / come lo hai sperato / lo mostri: / vuoi farcelo sperare».
Biografia dell'autore
Franca Grisoni

Franca Grisoni è nata a Sirmione, dove vive. In collaborazione con istituzioni pubbliche e private organizza corsi biblici ed eventi culturali. Collabora con il “Giornale di Brescia”, “Paragone Letteratura”, “Città & Dintorni” e “Psicogeriatria”. Scrive nel dialetto di Sirmione. Ha pubblicato: La böba, prefazione di Pietro Gibellini, San Marco dei Giustiniani, Genova 1986 (premio Bagutta opera prima); El so che te se te, Pananti, Firenze 1987 (premio Empoli); L’oter, prefazione di Franco Brevini, Einaudi, Torino 1988; Ura, Pegaso, Forte dei Marmi 1993; De chi. Poesie della penisola di Sirmione, Scheiwiller, Milano 1997 (premio Viareggio); La giardiniera, L’Obliquo, Brescia 2001; L’ala, prefazione di Giovanni Tesio, Liboà, Torino 2005 (premio Biagio Marin); Passiù, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, L’Obliquo, Brescia 2008; Poesie, a cura di Paola Carmignani, prefazione di Pietro Gibellini, Morcelliana, Brescia 2009 (premio Salvo Basso, premio Tirinnanzi); Compagn, prefazione di Giovanni Tesio, postfazione di Giacomo Canobbio, Morcelliana, Brescia 2012 (premio nazionale PontedilegnoPoesia); Medea, con una nota di Franco Brevini, Fondazione Etica-L’Obliquo, Brescia 2012; L’ös / L’uscio, prefazione di Marco Trabucchi, L’Obliquo, Brescia 2013; per Interlinea Croce d’amore / Crus d’amur. Passione in versi ispirata dai capolavori del Romanino con prefazione di Giuseppe Langella e una nota di Fabio Larovere, 2016 e Alzheimer d'amore. Poesie e meditazioni su una malattia, 2017. E inoltre: Appunti sul far critica di Cesare Garboli, Pananti, Firenze 1992; Nel tempo di Mattioli, con uno scritto di Cesare Garboli, L’Obliquo, Brescia 2005.
Un brano del libro
GIUSEPPE LANGELLA
Biblia pauperum - Introduzione alle pitture verbali di Franca Grisoni
Biblia pauperum - Introduzione alle pitture verbali di Franca Grisoni

Tra l’arte della penna e quella del pennello, si sa, i contatti, le osmosi, gli scambi, i tributi, sono sempre stati all’ordine del giorno. Il fenomeno è talmente noto che insistervi sarebbe solo pedanteria. Preme piuttosto chiarire, preventivamente, con quale intendimento Franca Grisoni si sia accostata ai dipinti del Romanino e che tipo di lavoro abbia compiuto su di essi. L’operazione presenta, infatti, alcune peculiarità davvero notevoli, sulle quali vale la pena di indugiare. Chi andasse a cercare, in questa invenzione di riflesso, le tracce di una competizione virtuosistica col pittore per affermare, alla maniera del Foscolo delle Grazie, il primato evocativo della parola sull’evidenza materiale delle forme plastiche e delle immagini colorate, rimarrebbe spiazzato, come pure, all’opposto, chi si aspettasse di leggere una semplice trascrizione tematica degli episodi raffigurati dall’artista. Perfino nell’assolvimento della loro, del resto imprescindibile, funzione didascalica, i testi della Grisoni si tengono lontani tanto dall’emulazione quanto dal doppiaggio.
In coerenza con quella poetica dell’umiltà che l’ha sempre contraddistinta, la Grisoni non gareggia con la fonte figurativa, ponendosi, semmai, al suo servizio. Ma illustrare l’opera del Romanino non significa, per lei, banalmente, riferirne i contenuti, risalendo all’evento o alla situazione che il pittore ha voluto rappresentare. La Grisoni non fa dell’arte del Romanino soltanto uno spunto devozionale, un pretesto per toccare determinati motivi: i suoi versi vogliono essere anche un omaggio al pittore bresciano. Contemplare i fatti salienti che stanno alla base del suo credo cristiano resta, beninteso, il fine ultimo della poetessa; ma mediante e dentro le opere del Romanino. I dipinti, insomma, non sono attraversati alla stregua di vetri trasparenti che lasciano vedere oltre, lo spettacolo che si apre al di là di essi, ma si offrono al suo sguardo quale luogo fisico in cui le principali verità di fede prendono corpo, si perpetuano («per en per semper / che ’l düra e ’l dürarà / istes, splendur de verità / sura chesto altar»: Ultima cena) e si attualizzano per noi; quale scenario, quindi, di un evento da vivere. Nella mente dell’autrice fruizione artistica ed esperienza religiosa finiscono, cioè, per coincidere.»
Immagine: Cena in casa del Fariseo o Maddalena ai piedi del Salvatore, olio su tela (1544 circa), Brescia, chiesa di San Giovanni Evangelista.
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Circolo dei lavoratori di Iseo, il 08.03.2019 alle ore 21.00, Vicolo della Pergola, 7, Iseo (Bs)
Museo Civico , il 22.04.2018 alle ore 16.00, via Turbini 3, Asola (MN)
Biblioteca civica Angelo Anelli, il 02.03.2018 alle ore 17.30, viale F. Agello, 5, Desenzano del Garda (BS)
Per trarci fuori, via dalla fossa,
ci apre la mente
al regno che ci ha meritato
e tu, pittore, senza parole,
come lo hai sperato
lo mostri:
vuoi farcelo sperare