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Il corponauta

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Il corponauta
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Titolo in esaurimento: offerta per bibliofili
Questo libro è diverso dagli altri. Ha qualcosa in più di inesprimibile, innanzi tutto perché è la storia di un pensiero allo stato di pura essenza, proveniente da un mondo lontano e alla ricerca di un "involucro" terrestre; dopo aver saggiato varie possibilità, finisce con lo scegliere, come sua casa d'elezione, un corpo umano disabile. E l'autore, Flavio Emer, è un giovame che, costretto alla totale immobilità da un'incurabile malattia progressiva, ha vinto la fisicità sviluppando un mondo interiore di incredibile ricchezza e riuscendo a scrivere questo racconto, pur con grandi difficoltà, servendosi di speciali apparecchiature elettroniche. Emer, che aveva già pubblicato Il mio cielo è diverso (ed. Paoline, poi Oscar Mondadori), offre pagine «di grande tensione espressiva» (Gina Lagorio).

 

Quando il liquido che mi conteneva e io stessa diventammo acqua di mare, la prima sensazione che mi colse fu quella di un grande caos. Una quantità di gocce infinitamente superiore a quella che popolava il fiume mi circondava. La sgradevole immagine di miliardi e miliardi di altre mie simili mi trasmetteva un forte senso di anonimato. In cosa differivo io? Eppure qualcosa mi rendeva unica e irripetibile anche se il detto «simili come due gocce d'acqua» mi rodeva dentro come un tarlo.

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