Torna con i disegni originali il celebre racconto di un’autrice entrata nel mito. Il sarto di gloucester, popolato dai topini tanto amati da Beatrix Potter e dai suoi lettori di ogni età, è una fiaba natalizia ispirata a una storia vera e pubblicata per la prima volta in forma privata nel 1903. «Al tempo delle spade, delle parrucche e delle lunghe giacche con i risvolti ricamati, quando i gentiluomini indossavano polsini increspati e panciotti di seta di Padova e taffeta con passamanerie dorate, a Gloucester viveva un sarto. Da mattina a sera sedeva a gambe incrociate su un tavolo alla luce di una finestra di una botteguccia in West-Gate Street».
Biografia dell'autore
Beatrix Potter

Un brano dal libro

Da mattina a sera sedeva a gambe incrociate su un tavolo alla luce di una finestra di una botteguccia in Westgate Street.
Finché era chiaro, tagliava e cuciva tutto il giorno, giuntando rasi, sete ricamate e lustrini; i tessuti avevano nomi strani ed erano parecchio costosi all’epoca del sarto di Gloucester.
Ma benché cucisse sete preziose per il vicinato, lui stesso era molto, molto povero, un vecchietto con gli occhiali, il viso incavato, le dita deformate e un abito fatto di stoffe logore.
Confezionava le sue giacche senza sprecare nulla, a seconda dei tessuti ricamati che aveva a disposizione: erano scampoli e avanzi sparsi sul tavolo, «pezzetti troppo piccoli, buoni solo per farne panciotti per i topi», diceva il sarto.
Un gelido giorno appena prima di Natale il sarto cominciò a cucire una giacca – una giacca di seta a coste color rosso ciliegia ricamata a viole e rose e un panciotto di satin tinta crema, ornato di pizzi e ciniglia verde pettinata – per il sindaco di Gloucester.
Il sarto lavorava, lavorava e parlava fra sé e sé. Misurava la seta, la girava e la rigirava e le dava forma con le forbici, sparpagliando scampoli color ciliegia su tutto il tavolo.