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Primo Levi: il laboratorio della coscienza

Primo Levi: il laboratorio della coscienza Primo Levi: il laboratorio della coscienza
Primo Levi: il laboratorio della coscienza

Il “laboratorio della coscienza” di Primo Levi: un nuovo ritratto dell’autore per il Giorno della Memoria 2022
Un volume di Giovanni Tesio per Interlinea ricorda la complessa personalità dell’autore di Se questo è un uomo con nuove letture e riflessioni.

In programma anche un webinar il 25 gennaio

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«Il desiderio di un incontro che si dirami come un albero crescente, una linfa che nutra il respiro largo capace di liberare l’anidride carbonica dei nostri cattivi pensie­ri, e che dunque – in definitiva – ci renda migliori, ci dia il bene di cui sarebbe bene che fossimo tutti migliori seguaci» su questa base la figura di Primo Levi è analizzata e descritta in un nuovo ritratto complessivo dal libro, in uscita per il Giorno della Memoria, di Giovanni Tesio, Primo Levi. Il laboratorio della coscienza, capace di mettere in luce tutti gli aspetti che contraddistinguono lo scrittore di Se questo è un uomo senza lasciar prevalere una lettura univoca.

Il volume parte «tra ordine e caos» seguendo il «fragile alfabeto della memoria» e basandosi sull’etica della «chiave a stella» senza dimenticare i legami con la Bibbia, l’umorismo e il suono della rima «dopo un certo Dante Alighieri», facendo i conti con la storia e la coscienza dopo Manzoni «al di là della causalità afferrabile dalla ragione». Il libro di Tesio è un atto di amore per l’opera dio Levi, ma anche un atto di omaggio nei confronti di un uomo che ha sempre cercato di «non sovrapporre la maschera al volto, ma di fare in modo che l’uno e l’altra tendessero a essere una cosa sola; montalianamente un invito di compattezza, di serietà: «l’ardua unità – meraviglia del possibile – tra la letteratura e la vita». Come scrive l’autore, è in definitiva un invito a riflettere sulle nostre umane responsabilità: dalla contemplazione del “disumano”, o meglio dell’uomo-non-più-uomo, alla «riflessione dell’individuale responsabilità, la responsabilità di ognuno in quanto “uomo”».

L’interpretazione dell’autore lascia così spazio a memorie private oltre allo studio delle opere e delle riflessioni di Primo Levi, delineando diverse prospettive di approccio nei confronti di un personaggio tanto celebre quanto ancora da conoscere profondamente.

Primo Levi. Il laboratorio della coscienza. «Tutto Levi si può leggere in una sorta di doppio filo incrociato. Da un lato i libri in cui prevale nettamente una volontà di chiarezza e d’ordine, di moralità e di ragione; dall’altro la spinta uguale e contraria dell’enigma e delle tenebre, l’infezione cosmica dell’annientamento: tra ordine e caos» nota Giovanni Tesio, uno dei maggiori studiosi dell’autore di Se questo è un uomo, con un nuovo ritratto del grande scrittore e chimico, che ha scritto: «tu, uomo, sei stato capace di questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali».

Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi (per Interlinea, nel 2014, La poesia ai margini e nel 2020 La luce delle parole), una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); più recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016), e più recentemente ancora, presso Interlinea, un altro volume di considerazioni su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? (2012), un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014), la raccolta di poesie Piture parolà (2018) e ha curato le antologie Nell’abisso del lager (2019) e Nel buco nero di Auschwitz (2021). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2017), poi seguito da due titoli editi da Interlinea, Piture parolà (2018) e Nosgnor (2020). È stato per trentacinque anni collaboratore della “Stampa”, al cui inserto, “Torinosette”, collabora tuttora. Del 2018, uscito presso Lindau, il suo primo libro narrativo, Gli zoccoli nell’erba pesante. Fa parte del comitato scientifico del Centro Novarese di Studi Letterari ed è tra i fondatori e direttori della collana di poesia “Lyra”.

Dal libro:
«Ho sempre pensato che l’attività critica debba accompagnarsi a letture preferite e debba incontrare – o cercare di incontrare – un compagno più che un avversario. So bene che il rischio possa essere un’adesione enfatica, poco controllata, non abbastanza distanziata. Ma che altro è la lettura se non questo? Il desiderio di un incontro che si dirami come un albero crescente, una linfa che nutra il respiro largo capace di liberare l’anidride carbonica dei nostri cattivi pensieri, e che dunque – in definitiva – ci renda migliori, ci dia il bene di cui sarebbe bene che fossimo tutti migliori seguaci. In questa direzione, se ogni scrittore può figurarsi il lettore ideale, vero è che valga il reciproco: che ogni lettore abbia il suo scrittore ideale.
Ebbene, lo scrittore ideale per me è Primo Levi. Innanzitutto perché corrisponde alla mia vocazione di medietà, di ottimismo moderato e relativo; poi perché s’intona con il mio modello di scrittura densa e chiara, nutrita però da qualche vena d’estro lessicale, di creatività impressiva; in terzo luogo perché mi nutre di conoscenze che eccitano e ampliano il campo dei miei purtroppo scarsi saperi tecnico-scientifici, quantunque mi consoli il fatto che, dopo avere parlato, a proposito della Cosmogonia di Queneau (in L’altrui mestiere), delle «troppo discusse “due culture”», Levi abbia voluto sottolineare come non la scienza sia «incompatibile con la poesia, ma la didattica, cioè la cattedra sulla pedana, l’intento dogmatico-programmatico-edificante». Mio scrittore ideale, infine, perché appaga – nella sua enorme capacità di discrezione – un personale bisogno di esame, di indagine, di approfondimento logico ma anche di necessario scandaglio interiore.»

Puoi sostenere il libro e ricevere la copia con dedica dell'autore attraverso la campagna di crowfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso.
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Il professor Tesio terrà due incontri on line, destinati a insegnanti, bibliotecari, educatori o semplici lettori, per approfondire la figura di Primo Levi e per esplorare testi in prosa e poesia che hanno raccontato l'orrore della Shoah. Il costo di partecipazione al webinar include 1 copia del libro in omaggio. 
-Martedì 25 gennaio, ore 17 ISCRIVITI
-Mercoledì 26 gennaio, ore 21 ISCRIVITI





Primo Levi

Il laboratorio della coscienza

di Giovanni Tesio

editore: Interlinea

pagine: 248

«Tutto Levi si può leggere in una sorta di doppio filo incrociato. Da un lato i libri in cui prevale nettamente una volontà di chiarezza e d’ordine, di moralità e di ragione; dall’altro la spinta uguale e contraria dell’enigma e delle tenebre, l’infezione cosmica dell’annientamento: tra ordine e caos» nota Giovanni Tesio, uno dei maggiori studiosi dell’autore di Se questo è un uomo, con un nuovo ritratto del grande scrittore e chimico, che ha scritto: «tu, uomo, sei stato capace di questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali».

Primo Levi: ancora qualcosa da dire

Conversazioni e letture tra biografia e invenzione

di Giovanni Tesio

editore: Interlinea

pagine: 160

Un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d’archivio, tra cui autografi e fotografie.

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