Una cartella piena di fogli
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titolo | Una cartella piena di fogli |
autore | Alessandro Petruccelli |
presentazione di | Geno Pampaloni |
Argomento | Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana |
Collana | Biblioteca di narrativa, 9 |
marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 168 |
Pubblicazione | 2001 |
ISBN | 9788882123277 |
Titolo in esaurimento: offerta per bibliofili
In occasione del censimento Istat 2001 torna in libreria un romanzo che racconta la storia di un addetto alle rilevazioni, venuto a Roma da un piccolo paese contadino. Quasi un diario nel cui fondo sobbollono problemi come disoccupazione, emigrazione, solitudine della metropoli, incomprensioni tra padri e figli, corruzione e droga. Un campionario di umanità nell'Italia degli anni sessanta e di oggi.
«Petruccelli è narratore misurato e concreto; e perdipiù, se non ottimista, perlomeni fiducioso nella vita. questo diario di un addetto al censimento del 1961, venuto a Roma da un piccolo paese contadino, rievoca un neorealismo privo di esibite professoni ideologiche, di stridori espressionistici, e semmai venato di qualche sobria coloritura deamicisiana. I problemi dell'Italia vista dagli occhi di un giovane sobbollono nel fondo (la disoccupazione, l'emigrazione, la solitudine nella metropoli, l'incomprensione tra padri e figli, la corruzione, al droga). Il campionario di umanità che al pari di una pellicola scorre dinanzi a noi è straordinariamente vario e di fiducia sta tra lo spirito vero del racconto di Petruccelli, il suo realismo dal volto umano» (Geno Pampaloni).
«Petruccelli è narratore misurato e concreto; e perdipiù, se non ottimista, perlomeni fiducioso nella vita. questo diario di un addetto al censimento del 1961, venuto a Roma da un piccolo paese contadino, rievoca un neorealismo privo di esibite professoni ideologiche, di stridori espressionistici, e semmai venato di qualche sobria coloritura deamicisiana. I problemi dell'Italia vista dagli occhi di un giovane sobbollono nel fondo (la disoccupazione, l'emigrazione, la solitudine nella metropoli, l'incomprensione tra padri e figli, la corruzione, al droga). Il campionario di umanità che al pari di una pellicola scorre dinanzi a noi è straordinariamente vario e di fiducia sta tra lo spirito vero del racconto di Petruccelli, il suo realismo dal volto umano» (Geno Pampaloni).
«...i loro figli ora li immaginavano tristi pensando che vivevano soli e indifesi in mezzo a gente sconosciuta, ora li immaginavano contenti pensando che il mondo è meno crudele di quanto sembra»