Piccole storie matte
| Titolo | Piccole storie matte |
| Autore | Anna Vivarelli |
| Illustratore | Cecco Mariniello |
| Argomenti |
Letteratura per l'infanzia Età di lettura 6-8 anni Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi |
| Collana | Le rane, 9 |
| Marchio | Le rane |
| Editore | Interlinea |
| Formato |
|
| Pagine | 40 |
| Pubblicazione | 2002 |
| ISBN | 9788882122935 |
Biografia dell'autore
Anna Vivarelli

Anna Vivarelli è nata a Torino. Laureata in Filosofia, ha esordito giovanissima come drammaturga e autrice radiofonica per la Rai. Nel 1994 ha pubblicato il suo primo libro per ragazzi, Uomo nero, verde, blu, scritto a quattro mani con Guido Quarzo e nel 1996 ha vinto il premio Battello a Vapore. Due volte vincitrice del premio Cento, da molti anni si dedica esclusivamente alla letteratura per ragazzi e svolge un'intensa attività di educazione alla lettura per scuole e biblioteche. Ha pubblicato per i maggiori editori. Oltre a romanzi, racconti e testi teatrali, è autrice di due libri di filosofia per ragazzi, Pensa che ti ripensa e Io e gli altri. Molti dei suoi testi sono stati tradotti all’estero. Nel 2010 ha ricevuto il premio Andersen come miglior autore, e nel 2023 il premio Rodari alla carriera. Il suo sito è www.annavivarelli.it.
Con Interlinea ha pubblicato Piccole storie matte, Caro Babbo Natale, I gamberetti dispettosi, Animali bruttissimi e insieme a Guido Quarzo Storie da mangiare, La frittata, Uomo nero, verde, blu e Mangia, Matilde!
Un brano del libro
Era una finestra molto presuntuosa. Prima di tutto perché era di un bel legno scuro molto robusto. Poi perché aveva sui vetri delle belle tendine con il pizzo. E infine perché aveva una maniglia così lucida che sembrava di cristallo. «Sono veramente bella» si diceva continuamente. «Anzi, forse sono la più bella finestra della città. Perché dico forse? Sicuramente!».
Nel suo palazzo c’erano tante altre finestre che le somigliavano, ma nessuna era bella come lei. Un giorno arrivò un uccellino qualunque e si posò sul suo davanzale. C’erano delle belle briciole, così se le mangiò.
«Ehi, tu!» gli disse la finestra. «Pussa via!»
«E perché?» chiese l’uccellino. Non era mica offeso. Era soltanto curioso.
«Perché io lo so come vanno queste cose» rispose la finestra. «Uno mangia un po’ più del solito e poi...»
«Hai paura che ti sporchi di cacca il davanzale?»
«Già, proprio così». La finestra presuntuosa non diceva mai la parola cacca perché una che ha le tendine di pizzo non dice queste cose.









