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Piccole storie matte

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Piccole storie matte
Titolo Piccole storie matte
Autore
Illustratore
Argomenti Letteratura per l'infanzia Età di lettura 6-8 anni
Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi
Collana Le rane, 9
Marchio Le rane
Editore Interlinea
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 40
Pubblicazione 2002
ISBN 9788882122935
 
8,00 7,60
 
risparmi: € 0,40
Spedito in 2-3 giorni

Età consigliata

A partire dai 6 anni.
Chi lo dice che le fate sono sempre allegre? O che le finestre non possano avere dei sentimenti? Nelle Piccole storie matte di Anna Vivarelli succede questo e altro: gamberetti dispettosi che si divertono a fare scherzi agli altri abitanti del mare, un inventore scansafatiche che viene eletto sindaco, una zanzara in cerca di una fiaba tutta per sé, una strega testarda come un mulo... E tutto in uno stile diretto ed efficace in grado di divertire anche i lettori più piccoli.
 

Biografia dell'autore

Anna Vivarelli

Anna Vivarelli
Anna Vivarelli è nata a Torino. È laureata in Filosofia e ha esordito giovanissima nella scrittura con testi per il teatro e per la radio. Scrive libri per bambini e ragazzi dalla metà degli anni novanta. Ha pubblicato per i maggiori editori e ha vinto molti premi. Con Interlinea ha pubblicato Piccole storie matte, Caro Babbo Natale,  I gamberetti dispettosi e insieme a Guido Quarzo Storie da mangiare, La frittataUomo nero, verde, blu e Mangia, Matilde!. Nel 2010 ha ricevuto il premio Andersen come miglior autore, e nel 2023 il Premio Rodari alla carriera. Il suo sito è www.annavivarelli.it

Un brano del libro

Vivarelli, Piccole storie matte, libro illustrato per bambini, Le rane InterlineaEra una finestra molto presuntuosa. Prima di tutto perché era di un bel legno scuro molto robusto. Poi perché aveva sui vetri delle belle tendine con il pizzo. E infine perché aveva una maniglia così lucida che sembrava di cristallo.
«Sono veramente bella» si diceva continuamente. «Anzi, forse sono la più bella finestra della città. Perché dico forse? Sicuramente!».
Nel suo palazzo c’erano tante altre finestre che le somigliavano, ma nessuna era bella come lei. Un giorno arrivò un uccellino qualunque e si posò sul suo davanzale. C’erano delle belle briciole, così se le mangiò.
«Ehi, tu!» gli disse la finestra. «Pussa via!»
«E perché?» chiese l’uccellino. Non era mica offeso. Era soltanto curioso.
«Perché io lo so come vanno queste cose» rispose la finestra. «Uno mangia un po’ più del solito e poi...»
«Hai paura che ti sporchi di cacca il davanzale?»
«Già, proprio così». La finestra presuntuosa non diceva mai la parola cacca perché una che ha le tendine di pizzo non dice queste cose.

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