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Manganelli e la menzogna

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Manganelli e la menzogna
titolo Manganelli e la menzogna
sottotitolo Notizie su Hilarotragoedia con testi inediti
autore
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Saggistica letteraria
Collana Biblioteca di Autografo, 8
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 112
Pubblicazione 2002
ISBN 9788882123062
 
15,00 14,25
 
risparmi: € 0,75
Spedito in 2-3 giorni
"Sontuoso spettacolo fatto di sintassi elaborata, di nomi, verbi e soprattutto aggettivi inaspettati, arte di far sorgere dal pretesto più insignificante una fontana di zampilli verbali, un vortice di analogie, una cascata d'invenzioni esilaranti". Così Calvino definisce lo stile di Giorgio Manganelli (1922-1990) che in Hilarotragoedia ha compiuto uno dei più avventurosi viaggi che la lingua italiana abbia affrontato negli ultimi decenni.
Mariarosa Bricchi, nel suo saggio, finalmente mette in luce i processi creativi di un'opera basilare, pubblicando inoltre una serie di testi inediti dell'autore, "impegnato in un processo illusionistico fondato sull'antitesi tra ciò che il libro dichiara di essere e ciò che il libro è".
 

Biografia dell'autore

Mariarosa Bricchi

Mariarosa Bricchi, storica della lingua italiana, allieva a Pavia di Maria Corti e Cesare Segre, si è occupata di prosa dell’Ottocento e del Novecento. Ha pubblicato da ultimo La roca trombazza. Lessico arcaico e letterario nella prosa narrativa dell’Ottocento italianoEdizioni dell’Orso, Alessandria 2000 e, nel 2002 con Interlinea, Manganelli e la menzogna. Notizie su Hilarotragoedia con testi inediti.

Hilarotragoedia di Manganelli, edito nel 1964, segna l'esordio di un autore quarantenne (nato nel 1922), noto fino ad allora per meno organiche prove letterarie: traduzioni dall'inglese, recensioni e interventi culturali in rivista.
L'opera prima tratta della discesa inesorabile dell'uomo verso l'abisso, e si presenta come una descrizione non tanto dell'inferno, ma piuttosto del mondo sotto specie infernale (o perenne approssimazione all'inferno), garantita dai sensi acuminati di una voce narrante che, dell'inferno che avanza, si esercita a riconoscere persino i più sfuggenti segnali:
"Trasudando e gemendo, la grande macchina del mondo si avvia alla propria distruzione. Tutti gli uomini sono degli apprendisti suicidi. C'è chi indugia il passo fatale: fluttua, si dimentica. E chi, invece, vede nelle cose una "giustapposizione di polvere": ad ogni colpo blasfemo di clacson, già ascolta la tromba del Giudizio. Costui divide in vita la compagnia dei morti, dei non nati, dei misti di vita e di morte; e annota "gli scricchi compitati dai sassi, le smozzicate ragioni degli insetti le confessioni dei vegetali agonizzanti".
Così l'autore presentava il tema del libro in un testo - nato probabilmente come scheda per un catalogo editoriale - rimasto fino a oggi ignoto.

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