Critica letteraria
Quaderni Montaliani 4
rivista: Quaderni montaliani
pagine: 200
L’epistolario montaliano è, per più versi, il protagonista di questo fascicolo, sia per quanto pertiene alla sezione Testi, con nuove acquisizioni di inediti a (e di) Arturo Loria e Guido Lopez oltre a un’integrazione alle già note lettere a Margherita Dalmati, sia per quanto riguarda la sezione Saggi e note, con un primo studio stilistico su un’importante lettera a Clizia e col ritrovamento di una lettera a Lalla Romano del 1941 che consente di documentare una precoce attenzione di “lettore” delle poesie della scrittrice piemontese.
Tra i saggi spicca la decifrazione della sinora enigmatica figura di G.B.H. segnalata nella cronologia di Zampa in relazione al viaggio londinese del 1948: si tratta di una giovane signora forlivese (Grete Basini, allora sposa del fotografo Sascha Harnisch), già conosciuta nell’ultimo periodo fiorentino, che a pieno titolo va rubricata tra i personaggi femminili della Bufera e altro.
Il fascicolo si completa con l’analisi di un’antologia di giudizi di poeti coevi allestita da Enzo Fabiani su “Gente” in occasione del premio Nobel e con il recupero dal “Corriere d’informazione” di quattro note su opere pucciniane, come omaggio al centenario di un musicista che contò parecchio per Montale. La densa pagina di Eugenio De Signoribus, infine, ci consegna un altro vis-à-vis firmato da uno dei maggiori poeti dei nostri giorni.
Hanno collaborato a questo numero: Leonardo Bellomo, Ida Campeggiani, Alberto Cavaglion, Alessandra Cenni, Eugenio De Signoribus, Alessandro Ferraro, Monica Marchi, Luca Carlo Rossi, Paolo Senna, Stefano Verdino.
Strategie testuali dell'umorismo nelle "Confessioni d'un italiano"
di Michele Carini
editore: Interlinea
pagine: 208
Il volume tratteggia un’indagine approfondita dell’umorismo nelle Confessioni d’un Italiano di Ippolito Nievo, analizzando in particolare come questo fenomeno si realizzi nel corso del primo capitolo del romanzo. Su questo modello l’autore propone quindi una serie di percorsi di taglio per lo più tematico all'interno dello svolgersi delle Confessioni, cercando di mettere in luce «la corrispondenza tra un umorismo della superficie testuale e un umorismo, come dire, complessivo, relativo all’intelaiatura del romanzo». Agli studi sull’umorismo nieviano è dedicata infine una rassegna bibliografica in appendice.
Censura e autocensura tra Otto e Novecento
Autografo 71
rivista: Autografo
pagine: 208
La censura ha continuato a operare in Italia anche dopo la firma della Costituzione repubblicana. Una persistenza che può sorprendere, quando si consideri, con Norberto Bobbio, che «non c’è istituto come quello della censura che serva a caratterizzare un regime»; e allo stesso tempo non stupisce, quando si osservi, ancora con Bobbio, che «la linea di resistenza dei difensori della censura si sposta via via che sorgono nuovi mezzi di sempre più rapida e immediata diffusione delle idee». Per approfondire questa caratteristica di durevolezza e insieme di frequente metamorfosi, sono qui raccolti contributi che abbracciano oltre un secolo, dall’Italia preunitaria allo Stato liberale, dalla dittatura fascista alla repubblica (da Manzoni a Testori, da Arrighi a Bernari, da Papini a Gadda), e includono forme di censura in senso lato, come l’autocensura e l’edulcorazione dei testi per l’infanzia (Croce traduttore di Basile, Primo Levi).SOMMARIOPremessa di Giovanni Battista Boccardo e Luca Carlo RossiSAGGIMargherita Centenari, La Storia della Colonna infame tra censura, autocensura e censure ideologiche »Massimo Castellozzi, «L’opera del poliziesco lapis». La censura austriaca nelle rievocazioni di Cletto Arrighi e di altri scrittori patriotiAnna Modena, Censure di guerra senza rimedio: due casi per l’editore FacchiArianna Saggio, «Un implacabile atto di accusa al presente»: Tre operai di Carlo Bernari e la censura fascistaFlavia Erbosi, La «parola “incriminata”»: gli scrittori e la censura teatrale (1944-1962)Raffaele Vitolo, «Squarciamàfaro», «pisciaturo», «guallera»: sondaggi sulle censure nella traduzione crociana del Cunto de li cuntiGiulia Raboni, «Una misteriosa convenzione». La tregua di Primo Levi e le varianti scolasticheINEDITI E RARIGadda, Germi e Un maledetto imbroglio. Un’intervista di Ettore Zocaro, a cura di Francesco VenturiLa lingua a processo. Dante Isella in difesa dell’Arialda di Giovanni Testori, a cura di Giovanni Battista BoccardoMARGINIIl testo violato e l’inchiostro bianco. Varianti d’autore e potere (Anna Taglietti)Volontà d’archivio. L’autore, le carte, l’opera (Michelangelo Fagotti) Federico Sacco, «Gli editori sono dei gran noiosi». Casi e vicende dei romanzi di Jean Genet tra Francia e Italia (Francesco Ottonello) ABSTRACTS
Roberto Rebora
«Saper dire: cielo»
a cura di Giuseppe Langella, Lucia Geremia, Davide Savio
editore: Interlinea
pagine: 152
Poeta, scrittore e critico teatrale, Roberto Rebora (1910-1992) è stato una delle voci più pure e isolate del Novecento italiano. A trent’anni dalla morte, questo volume collettaneo ne ricostruisce la figura, portandolo oltre l’etichetta di autore della Linea lombarda cui nel 1952 l’aveva ascritto Luciano Anceschi. Accanto all’attività di poeta, si esaminano di Rebora le traduzioni, gli scritti teatrali e le prose memoriali, generate dall’esperienza di internato nei lager nazisti, dopo il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. Gli studi qui raccolti, che si valgono anche di materiali manoscritti e inediti, fanno seguito alla prima giornata di studi a lui dedicata, promossa dal Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita Francesco Mattesini” e dall’Archivio della letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca, dove dal 2018 è costituito il Fondo Roberto Rebora.
Luciano Erba bricoleur e metafisico
Autografo 70
rivista: Autografo
pagine: 192
Luciano Erba, poeta, traduttore e saggista, è stato autore di un’opera di distillata originalità che è cresciuta, in forme coerenti, lungo un arco temporale di oltre mezzo secolo. La sua è una scrittura di toni smorzati e di eleganti disinvolture, variamente segnata da affabilità ironiche e da svagate ritrosie. Con un minimalismo esibito, che non preclude dimensioni più arrovellate e implicitamente tragiche, percorse da interrogativi esistenziali e metafisici. La complessità della sua opera viene qui affrontata da angolature diverse. Vengono indagati la produzione poetica, marcandone evoluzioni e continuità (Prandi e Grignani), testi e stilemi specifici (Magro e Fioravanti), le relazioni privilegiate intrattenute con l’editore Scheiwiller (Cicala), le varianti di Natura naturans e il loro legame con le opere d’arte di Giovanola (Milone) e infine le scelte, spesso ardite, di Erba traduttore da Sponde, Frénaud e Racine (Grata, Poli e Benzoni).
Quaderni montaliani 3
rivista: Quaderni montaliani
pagine: 168
Il terzo annuario montaliano presenta due nuove acquisizioni per il Montale poeta: l’edizione di un inedito assoluto in versi, individuato tra le carte del Centro Manoscritti di Pavia; e la fondata attribuzione a Montale delle versioni poetiche per una celebre messa in scena del Sogno di una notte d’estate al primo Maggio Musicale Fiorentino del 1933. Completa la sezione Testi la pubblicazione di quattro lettere di Montale a Mario Luzi. La sezione Saggi e note si apre con uno studio su Montale traduttore; seguono la ricostruzione di un reportage, apparso sul “Corriere della Sera” sulle città degli scrittori e corredato con il recupero di un articolo disperso, e l’appuntamento con la prospettiva di un poeta, in questo caso Enrico Testa. Chiudono il fascicolo la bibliografia relativa al biennio 2011-2012 e le recensioni. In limine un ricordo di Bianca Montale, preziosa e generosa interlocutrice degli studi montaliani.
Hanno collaborato a questo numero: Stefano Carrai, Francesca Castellano, Franco Contorbia, Ida Duretto, Gianfranca Lavezzi, Anna Nozzoli, Paolo Senna, Enrico Tatasciore, Enrico Testa, Stefano Verdino.
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Il sommario di questo numero:PremessaStefano Verdino, In ricordo di Bianca MontaleTESTIFranco Contorbia, Montale e il Midsummer Night’s Dream al primo Maggio Musicale Fiorentino (1933) Ida Duretto, I grattacieli. Una poesia inedita di Montale al Centro Manoscritti di PaviaStefano Verdino, Montale a Luzi SAGGI E NOTEEnrico Tatasciore, Montale traduttore di Shakespeare. Vecchi e nuovi testimoni dei sonnetsAnna Nozzoli, Le città degli scrittori. Un viaggio in Italia di Eugenio Montale (con un articolo disperso) Enrico Testa, Montale o dell’origine BIBLIOGRAFIA MONTALIANA 2011-2012 a cura di Paolo SennaRECENSIONIChiara De Vecchis, «Sono stato anche bibliotecario». Eugenio Montale al Gabinetto Vieusseux (Stefano Carrai) La prosa di Eugenio Montale. Generi, forme, contesti (Gianfranca Lavezzi)Elena Santagata, «Col rovescio del binocolo». Montale e il sublime del comico (Francesca Castellano)Stefano Carrai, Nell’ombra della magnolia. La poesia di Montale (Paolo Senna) Notizie sugli autori
Lettere ai nipoti
di Giovanni Verga
editore: Interlinea
pagine: LII + 140
Si raccolgono in questo volume le lettere di Giovanni Verga ai nipoti Giovannino, Caterina e Marco, figli del fratello Pietro. Le lettere coprono un arco cronologico che va dal 1897 al 1921: la stagione dei capolavori è chiusa e si apre il lungo periodo del “silenzio letterario” in cui la parabola artistica ed esistenziale dello scrittore maturo si incrocia con le parole affettuose, i rimproveri e i nuovi doveri verso i nipoti, di cui diviene tutore quando rimangono orfani di entrambi i genitori. Le lettere fanno emergere un nuovo punto di vista da cui osservare Verga, in quanto i diversi passaggi della sua biografia possono essere adesso riletti alla luce della dimensione privata dello scrittore, anche in relazione ai viaggi e alle vicende politiche contemporanee, in particolare il dramma della Grande Guerra.
Il «guazzabuglio del cuore umano»
In ricordo di padre Francesco Mattesini
a cura di Enrico Elli, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo
editore: Interlinea
pagine: 160
Un maestro di letteratura e spiritualità è stato padre Francesco Mattesini (1928-2020), francescano e docente di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea e di Filologia dantesca in Università Cattolica, allievo di Giuseppe Billanovich e redattore di “Vita e Pensiero”. Il volume ripercorre i temi a lui più cari: un’occasione importante per tracciare un profilo dell’uomo e dello studioso e per tentare un primo bilancio del lascito culturale e scientifico di storico e critico della letteratura dispiegato «da san Francesco ai contemporanei», come segnala il sottotitolo di una sua raccolta.
Prospettive su una "meta mobile". "Il quinto evangelio" di Mario Pomilio
Autografo 69
rivista: Autografo
pagine: 164
Mario Pomilio ha scritto che all’origine del Quinto evangelio sta l’idea di un libro che «soggiace alle Scritture già note e di continuo ne modifica e ne amplifica il senso, trasformandone la verità in una specie di meta mobile». A tale spirito di ricerca, ermeneutica ed esistenziale, ci si è voluti richiamare dedicando il numero di “Autografo” a questo romanzo che si conferma tra i risultati maggiori del secondo Novecento. Meta mobile, dunque: qui indagata, anche con l’apporto di nuovi documenti d’archivio, da una pluralità di punti di vista che ne mettono in risalto la ricchezza e la complessità. Romanzo-mondo, attraversamento enciclopedico degli apocrifi neotestamentari, costruito su una raffinatissima apocrifia, opera metanarrativa e autoriflessiva, specchio allegorico di una congiuntura storico-politica e culturale di grandi fermenti e contraddizioni, ibrido multigenere subito in parte riscritto dall’autore per la scena teatrale.
Quaderni montaliani 2
rivista: Quaderni montaliani
pagine: 288
Un Montale inedito emerge dal secondo dei “Quaderni montaliani” che si apre con un singolare inedito pertinente al “secondo mestiere” di Eugenio Montale, quello giornalistico, con una prefazione “bocciata” per la Scala e due nutrite serie di lettere indirizzate a Giuseppe Lanza e Giovanni Ansaldo, riconducibili per gran parte agli anni venti e trenta, illuminanti su molti contesti del tempo. Tra i vari testi si legge un’originale “biografia” stilata per le Occasioni, che si snoda dai dati personali del futuro premio Nobel alle vicende editoriali con l’Einaudi (e il ruolo di Leone Ginzburg), a un “dietro alle quinte” di un mancato premio, con il cronologico regesto delle prime recensioni e i riscontri dei primi lettori, oltre a un “francobollo” relativo alla recente edizione commentata di Farfalla di Dinard, accanto alle traduzioni montaliane di poeti di rilievo di successive generazioni come Zanzotto ed Erba, che i redattori hanno anche inteso omaggiare nei loro rispettivi centenari. Due “note” riguardano, infine, altrettanti autori viventi nel rapporto con Montale: il poeta ed editore statunitense Jonathan Galassi, traduttore di saggi e poesie del premio Nobel, e Milo De Angelis, che tiene a rimarcare il suo debito con un testo specifico (Due nel crepuscolo); infine una bibliografia delle opere montaliane aggiornata a cura di Paolo Senna, tra i collaboratori del volume con Stefano Verdino, Gianfranca Lavezzi, Diego Divano, Franco Contorbia, Stefano Carrai, Jonathan Galassi, Andrea Cortellessa, Anna Stella Poli, Milo De Angelis, Andrea Aveto, Paolo Zoboli e Lucilla Lijoi.
Il secondo fascicolo di “Quaderni montaliani” presenta una importante novità: l’avvio di una rubrica di aggiornamento bibliografico permanente che, a partire dal biennio 2009-2010, aspira a dare conto della pubblicazione delle opere di Eugenio Montale e dei contributi sulla sua opera.Hanno collaborato a questo numero: Andrea Aveto, Stefano Carrai, Franco Contorbia, Andrea Cortellessa, Milo De Angelis, Diego Divano, Jonathan Galassi, Gianfranca Lavezzi, Lucilla Lijoi, Anna Stella Poli, Paolo Senna, Stefano Verdino, Paolo Zoboli.
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Il sommario di questo numero:
PremessaTESTIEugenio Montale, Prefazione scaligera 1966, a cura di Stefano Verdino Gianfranca Lave zzi, Sessanta lettere inedite di Eugenio Montale a Giuseppe Lanza (1925-1946) Diego Divano, Ventisette lettere di Eugenio Montale a Giovanni Ansaldo (con due lettere di Ansaldo a Montale) SAGGI E NOTEFranco Contorbia, Dieci paragrafi per Le occasioni Stefano Carrai, Francobollo per Ballerini al “Diavolo Rosso” Jonathan Galassi, Eugenio Montale’s Blackcap PoemsAndrea Cortellessa, Libertà e necessità. Zanzotto fra Ungaretti e MontaleAnna Stella Poli, «Tâche de trouver le sens exact de palabotto!». Philippe Jaccottet e Luciano Erba traduttori di Montale Milo De Angelis, Un antico sortilegioBIBLIOGRAFIA MONTALIANA (2009-2010) a cura di Paolo SennaRECENSIONI“R-EM. Rivista internazionale di studi su Eugenio Montale” (Andrea Aveto) Eugenio Montale, Farfalla di Dinard (Paolo Senna) Eugenio Montale, Poesie. La bufera e altro – Satura (Paolo Zoboli)Eugenio Montale, Quaderno di traduzioni (Paolo Zoboli)Eugenio Montale, Quaderno genovese. Un diario del 1917 (Paolo Zoboli) Bianca Montale, Una sciagurata coincidenza (Zio Eugenio e altri ricordi) (Lucilla Lijoi) Libri e riviste del Fondo Eugenio Montale dell’Università di Genova, a cura di A. Aveto e S. Verdino (Franco Contorbia)
Elegia del verme solitario e altre poesie scapigliate
di Ernesto Ragazzoni
editore: Interlinea
pagine: 144
Una nuova antologia, con inediti, di un poeta scapigliato e improvvisatore (nato sul lago d’Orta nel 1870 e spentosi a Torino nel 1920 dopo una carriera come giornalista e inviato per “La Stampa” nella Parigi della Belle époque), dimenticato per molto tempo e riscoperto negli ultimi decenni. La sua Elegia del verme solitario fu un cavallo di battaglia di Vittorio Gassman. Questa silloge attesa da molti, a cura di Cesare Bermani, raccoglie testimonianze rare, mettendo in evidenza come Ragazzoni sia stato un anarchico anticolonialista e antimilitarista con la passione per Edgar Allan Poe, di cui sono pubblicate alcune traduzioni. «Ragazzoni non fu un uomo celebre qualunque. Straordinario dissipatore di se stesso e del suo talento, fu il poeta dei buchi nella sabbia e delle pagine “invisibilissime”, cioè non scritte» (Sebastiano Vassalli).
Dell’io prigioniero
Pirandello, Levi, Berto, Sanguineti
di Laura Nay
editore: Interlinea
pagine: 204
I quattro scrittori presi in esame, molto diversi fra loro, sono accomunati dall’inesausta ricerca di un indizio che permetta di non smarrirsi nel labirinto. Li unisce infatti una condizione di separatezza e di prigionia, che non necessariamente coincide con i muri di una cella ma che, pur sempre, si configura quale esperienza limite per un io che nella scrittura trova il modo per dare espressione a tale separatezza e contemporaneamente per mantenere vivo il rapporto – alle volte deformato, altre illusorio – con gli altri. Le loro opere diventano così il luogo dove poter sperimentare nuove forme di scrittura capaci di esprimere se stessi e il mondo, dove è consentito all’io prigioniero, per poter sopravvivere, dire di sé e tenere saldamente il filo che ancora lo lega a ciò che è stato, come a ciò che spera e vuole essere, ma soprattutto per imparare a conoscere la propria prigione.