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Inni natalizi

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Inni natalizi
titolo Inni natalizi
autore
illustratore
presentazione di
traduttore
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia italiana
Collana Nativitas, 12
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 64
Pubblicazione 2021
ISBN 9788868574086
 
10,00 9,50
 
risparmi: € 0,50
Spedito in 2-3 giorni

Informazioni importanti

«Grande è questo carme, nessun altro lo supera in potenza; attraverso quei canti quotidiani di tutta la bocca del popolo ognuno gareggia nel desiderio di confessare la sua fede»: così Ambrogio, il grande vescovo di Milano vissuto tra il 334 (o 340) e il 397, rispondeva ai detrattori parlando dei suoi inni, un’opera tuttora celebre e ricca d’interesse. «Si può dire per Ambrogio che la sua poesia è anche nel suo stile e il suo stile ha la suggestione evocativa, l’eleganza spirituale della grande, genuina poesia classica» (Carlo Carena). Edizione con testo originale a fronte.

 

Biografia dell'autore

Ambrogio

Sant’Ambrogio (339-397) è considerato una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. Funzionario, vescovo, teologo e scrittore, è uno dei quattro dottori della Chiesa d’Occidente, insieme a san Girolamo, sant’Agostino e san Gregorio I papa. è patrono della città di Milano, di cui fu vescovo dal 374 fino alla morte. A lui è dedicata la basilica milanese che ne conserva le spoglie.

Un brano dal libro

inni-natalizi
Al canto del gallo

Eterno creator del mondo,
che governi la notte e il giorno
e le stagioni e i tempi alterni
per alleviare il nostro tedio,

già canta l’araldo del dì,
insonne nel cuor della notte,
notturna luce ai viandanti,
ritmando il migrar delle notti.

A quel canto, desto Lucifero
scioglie le tenebre del cielo,
tutta la torma degli iniqui
diserta le vie del male.

A quel canto, s’anima il naufrago,
si placano i flutti del mare;
colui che è pietra della Chiesa,
a quel canto, lava il peccato.

Leviamoci, dunque, solerti:
il gallo stimola chi indugia,
rimbrotta coloro che dormono,
i reprobi il gallo condanna.

A quel canto, torna speranza,
l’infermo riprende vigore,
il ladro nasconde il pugnale,
al reo rinasce la fede.

Gesù, ai vacillanti volgiti
e col tuo sguardo emendaci:
dinanzi a te cade il peccato,
col pianto è lavata la colpa.

Rifulgi, o luce, ai nostri sensi,
disperdi il sonno della mente:
a te il nostro primo canto,
a te le suppliche eleviamo.

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Ormai s'illumina il tuo presepe / e la notte irradio il suo fulgore: / ormai nessuna tenebra l'offuschi, / ma di fede indefettibile splenda

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