“Nuova corrente” rilancia la sua “lunga fedeltà” a Milo De Angelis mettendo sotto la lente di ingrandimento di sei diversi interpreti alcuni punti nodali della sua esperienza di scrittura. Complessivamente privilegiata dall’indagine risulterà la lirica deangelisiana dell’ultimo ventennio, propiziato da Biografia sommaria e poi approdato alle raccolte degli anni Duemila. A integrare e impreziosire il numero, il lettore troverà anche un intervento di Angelo Lumelli, nel quale il racconto di «un’amicizia rara» si unisce a un’idea di poesia assoluta, «irreversibile»; e potrà riascoltare le parole dello stesso De Angelis, consegnate a un’intervista con Stefano Verdino. Il numero si completa infine con una lunga poesia inedita che De Angelis ci ha generosamente donato e che presentiamo in apertura, rimasta per mezzo secolo tra le carte, nell’originale dattiloscritto dell’Olivetti lettera 32: quasi un poemetto, di un autore ancora minorenne, al tempo, ma già con i sigilli di un prossimo protagonista della poesia italiana.
SOMMARIO
Premessa
L’apprendimento del dolore (1972) (MILO DE ANGELIS)
Il “grande niente” di Milo De Angelis (ALBERTO RUSSO PREVITALI)
Il reale, il sogno e l’autentico: una lettura di Milo De Angelis (MARIA BORIO)
Per conoscere De Angelis con una poesia. La luce sulle tempie (Somiglianze) (ANDREA AFRIBO)
«Tra figure d’indugio e di ansia, siamo scesi / nel bacio […]». Due “forme” del dolore: Tema dell’addio (2005) e Alta sorveglianza (2015) di Milo De Angelis (LAURA TOPPAN)
Le parole estreme di De Angelis: Il penultimo discorso di Daniele Zanin (MASSIMO NATALE)
Nel segno “imprescindibile” di Lucrezio. Milo De Angelis traduttore del De rerum natura (GIORGIA BONGIORNO)
Colloqui, silenzi, terze voci (ANGELO LUMELLI)
Nove domande a Milo De Angelis (STEFANO VERDINO)
Bibliografia di Milo De Angelis
Abstracts
Notizie sugli autori
Nel 2021, poco prima di tagliare il traguardo dei settant’anni, Milo De Angelis ha pubblicato il suo nono libro di versi – Linea intera, linea spezzata, nella collana dello “Specchio” mondadoriano – mentre è del 2022 la sua traduzione integrale del De rerum natura di Lucrezio, ancora per Mondadori: un volume che corona la costante intimità con il poeta latino, cominciata almeno dai tempi della rivista “Niebo”. A ridosso di queste due uscite, “nuova corrente” intende ribadire la sua “lunga fedeltà” al poeta che già quarant’anni fa, nel 1982, considerava fondamentale nel numero 88 Poesia per gli anni 80, in una ristrettissima selezione di nuovi poeti del tempo (con De Angelis, Greppi, Cagnone e Viviani) con corredo di saggi critici.
Oggi si vuole festeggiare De Angelis nel modo migliore: mettendo sotto la lente di ingrandimento di sei diversi interpreti alcuni punti nodali della sua esperienza di scrittura. Complessivamente privilegiata dall’indagine risulterà la lirica deangelisiana dell’ultimo ventennio circa, quello propiziato da Biografia sommaria e poi approdato alle raccolte degli anni Duemila. Si comincia con un saggio di Alberto Russo Previtali, che delinea la «dimensione del vuoto, del nulla, del niente» come «una delle più essenziali dell’opera di De Angelis», un’opera che trova un suo perno essenziale nella «ricerca del punto di convergenza tra l’episodio contingente e la rivelazione della durata». Un saggio in campo lungo è anche quello di Maria Borio, che si interroga su come la poesia risulti per De Angelis – sulla scia di due esperienze come quella di Montale e soprattutto di Luzi – l’unico luogo in cui al soggetto è consentito «sentire e conoscere autenticamente».
Laura Toppan indaga invece due possibili «forme» e «grammatiche» del dolore, esplorandone le diverse possibilità nella poesia luttuosa di Tema dell’addio, con la sua «materia così bruciante», e poi in Alta sorveglianza, sezione conclusiva della raccolta successiva, Incontri e agguati, considerata «quasi una sorta di rovescio» dello stesso Tema; mentre Giorgia Bongiorno esplora proprio la già citata, grandiosa impresa lucreziana, mettendo in luce la pluridecennale e continua «attenzione» di De Angelis «alla pulsazione profonda del testo» latino, in un corpo a corpo che diventa un vero e proprio «duello fra consanguinei», fra il poeta tradotto e il poeta traduttore. Ancora, Andrea Afribo e Massimo Natale propongono un classico esercizio di lettura di un singolo testo, in una sorta di testa-coda fra la prima tappa e l’approdo più recente di questa luminosa avventura poetica: le due explications sono dedicate rispettivamente a La luce sulle tempie (da Somiglianze), una lirica-simbolo dell’«ardente quanto problematica ricerca di un dialogo» con l’altro; e a Il penultimo discorso di Daniele Zanin (da Linea intera, linea spezzata), con la sua «carica ultimativa» e la sua situazione topica, da «parola estrema».
A integrare e impreziosire il numero, il lettore troverà anche un intervento di Angelo Lumelli, nel quale il racconto, per frammenti e barlumi, di «un’amicizia rara» – quella che lega Lumelli e De Angelis da molto tempo, e i cui anni d’oro sono identificati fra il ’71 e il ’75 – si unisce a un’idea di poesia assoluta, «irreversibile»: un linguaggio enigmatico che sia splendida convivenza di opposti, capace di ospitare allo stesso tempo «l’arte dell’incontro e l’arte del commiato». E il lettore potrà riascoltare le parole dello stesso De Angelis, consegnate a un’intervista con Stefano Verdino: potrà tornare a riflettere con lui su memoria e silenzio, sul suo Lacan e su Euripide, sulla traduzione e su quella «sete d’infinito che la poesia conosce bene perché le appartiene fin dall’origine».
Ma questo numero si completa infine con una lunga poesia inedita che De Angelis ci ha generosamente donato pochi giorni fa e che presentiamo in apertura; una poesia che per quasi mezzo secolo è rimasta tra le carte di Lumelli (e da lui ritrasmesse all’autore nel 2016) nell’originale dattiloscritto dell’Olivetti lettera 32, una poesia, quasi un poemetto, di un autore ancora minorenne, al tempo, ma già con i sigilli di un prossimo protagonista della poesia italiana.
m.n. - s.v.
Intervista di Stefano Verdino al poeta Milo de Angelis. Sull'ultimo numero di Nuova Corrente 170