Diritti al cuore

Titolo | Diritti al cuore |
Autore | Antonio Ferrara |
Illustratore | Antonio Ferrara |
Argomenti |
Letteratura per l'infanzia Narrativa italiana per bambini e ragazzi Letteratura per l'infanzia Età di lettura 8-11 anni |
Collana | Le rane, 36 |
Marchio | Le rane |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 64 |
Pubblicazione | 2019 |
ISBN | 9788866991243 |
Disponibile anche nei formati
Un libro illustrato per ragazzi che racconta le avventure quotidiane di Leo, allegro e curioso, che giorno dopo giorno deve confrontarsi con i piccoli grandi problemi della vita di un bambino: i pidocchi, i compiti che a volte non ti permettono di uscire a giocare con gli amici, i ragazzi prepotenti, le interrogazioni, il rapporto non sempre facile con la sorella e i genitori... Un libro che, tra il serio e il faceto, introduce al tema dei diritti dei bambini. Con appendice che riporta la Convenzione Onu dei diritti dei bambini scritta con parole semplici. Dagli 8 anni in poi.
Biografia dell'autore
Antonio Ferrara

Antonio Ferrara è nato a Portici, vicino a Napoli, e vive a Novara. Ha compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori. Autore e illustratore, ha pubblicato libri per ragazzi con le maggiori case editrici italiane ed è impegnato da anni in progetti didattici di promozione alla lettura e dell’arte. Ha ricevuto diversi premi, tra i quali il «Premio Andersen», nel 2012 per il miglior libro oltre i 15 anni con Ero cattivo (San Paolo) e nel 2015 come illustratore. Nel 2017 è tra i vincitori del «Premio Letteratura Ragazzi» della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento con Il fiume è un campo di pallone (Bacchilega). Per le “Rane” ha scritto e illustrato Diritti al cuore, Stasera niente cellulare e La guerra di Becky. L'Olocausto del lago Maggiore oltre ad aver firmato le illustrazioni di diversi libri, tra cui Tommaso è andato via di Ferdinando Albertazzi, La capra Caterina di Roberto Piumini, Chiaroscuro di Guido Quarzo, L’abete di Hans Christian Andersen, Tobia e Giuseppe di Luca Doninelli, Ahmed e altre storie di Carlo Negro, Il lupo, l'albero e la bambina di Vivian Lamarque. Nel 2021 ha pubblicato, sempre per interlinea, Leggero leggerò. Guida impertinente alla lettura e all’amore per i libri.
Un brano del libro
Sono piccoli piccoli. Dei puntini neri, non li vedi facilmente. E vanno sulla testa di tutti i bambini, sui capelli miei, sui capelli di Ivan e su quelli di Amin, perché a loro i capelli piacciono tutti, neri, biondi, rossi, lisci, ricci. E poi sui capelli ti fanno prurito, un prurito che quando cominci a grattarti non la finisci più.
Sono pidocchi.
Ne ho un sacco.
La mamma dice che faccio la collezione.
Io non mi vergogno di avere i pidocchi, ché la maestra ha detto che tanto tempo fa ce li avevano pure le mummie. È solo che mi dà fastidio il prurito, ecco.
La settimana scorsa la maestra ci ha messo in fila e ci ha guardato i capelli. Ce li ha guardati a tutti, uno a uno, e dopo ha detto che i pidocchi ce li avevamo tutti quanti, tutta la classe, tutte le femmine e tutti i maschi tranne Gino, e Gino che non ce li aveva si è messo a piangere perché li voleva pure lui.
Io gli ho detto non piangere, Gino, vedrai che di sicuro i pidocchi verranno pure a te.
«Speriamo», ha detto lui, «speriamo».
E infatti il giorno dopo la madre di Gino, quando è venuta a scuola, ha detto alla maestra Anna guarda che pure Gino ha i pidocchi, è pieno. Subito ho guardato Gino, ed ero contento perché lo vedevo che adesso rideva.
Poi la mamma di Gino è andata via e io e Gino ci siamo fatti attenti perché la maestra ha cominciato a spiegare storia. Dopo un po’ la maestra ci ha detto che potevamo fare l’intervallo e, mentre mangiavo il mio panino, ho chiesto alla maestra Anna che cos’è una mummia.
«La mummia è un re egiziano morto da tanto tempo, un faraone» ha detto la maestra Anna.
Allora ho pensato che se quelli che avevano i pidocchi erano re allora io, Gino, Ivan, Amin, Andrea, Eleonora, Giulia, Graziella, Sofia e tutti gli altri bambini eravamo re e regine tutti quanti, senza distinzioni. E infatti gliel’ho detto.
«L’idea di assomigliare a una mummia non mi piace per niente» ha detto Eleonora. Invece gli altri erano contenti, e si facevano inchini a vicenda, e si dicevano «sire» e «maestà» che non la finivano più.
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