Uno di New York
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Titolo | Uno di New York |
Autore | Enrico Emanuelli |
Con testi di | Eugenio Montale |
Argomento | Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Narrativa italiana |
Collana | Biblioteca di narrativa, 32 |
Marchio | Interlinea |
Editore | Interlinea |
Formato |
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Pagine | 176 |
Pubblicazione | 2017 |
ISBN | 9788868571276 |
Disponibile anche nel formato
A cinquant’anni dalla scomparsa di Enrico Emanuelli, giornalista e scrittore che fondò la pagina letteraria del “Corriere della Sera”, torna il suo romanzo più bello. È un amaro esame di coscienza di un pittore che ha alle spalle una carriera internazionale e torna per caso nella città natale, riconoscibile in Novara, ma non ritrova più gli ideali giovanili. Nel romanzo è ancora viva la sensibilità morale verso una cultura e una società che sempre più diventano globali tradendo i propri valori.
Biografia dell'autore
Enrico Emanuelli
Enrico Emanuelli nacque a Novara nel 1909 e, non ancora ventenne, pubblicò il suo primo libro, Memolo, ovvero vita, morte e miracoli di un uomo, per le edizioni della rivista novarese “La Libra”, alla quale collaborò, fondata dall’amico Mario Bonfantini nello stesso anno, il 1928. Portato a una narrazione psicologica di influenza sveviana, fu letterato prima che giornalista (e lo testimonia la cronologia di Ancora la vita, racconti radunati dopo la morte a cura di Carlo Bo), diventando uno degli inviati speciali italiani di maggiore prestigio, prima per “La Stampa”, quindi per il “Corriere della Sera”, dove assunse la carica di redattore culturale inaugurando la nuova pagina letteraria del quotidiano milanese. Il Pianeta Russia del 1952 e La Cina è vicina del 1957 sono alcuni libri tratti dalle sue corrispondenze giornalistiche, spesso di un valore letterario che trascende la loro origine occasionale, dove si coglie la fine analisi interiore che caratterizza anche i personaggi dei suoi romanzi, come La congiura dei sentimentidel 1943, con la rivolta dell’individuo contro la società. Uno di New York, uscito nel 1959, è un amaro esame di coscienza attraverso la vicenda di un celebre pittore che torna casualmente nella città dove è nato (riconoscibilissima in Novara) non ritrovando più i suoi ideali giovanili. Postumo fu pubblicato il libro-testamento Curriculum mortis, l’anno dopo la morte avvenuta a Milano nel 1967.
Tra le opere pubblicate in volume segnaliamo, dopo l’esordio lirico giovanile dei Canti per una sera, Tipografia Cattaneo, Novara 1927: Memolo ovvero Vita morte e miracoli di un uomo, con una divagazione non inutile a chi legge, La Libra, Novara 1928; reprint s.n.e. [ma: Novara, Tipografia San Gaudenzio, Novara 1995, come supplemento al “Corriere di Novara” del 18 gennaio 1996], con un testo di Altera Emanuelli; poi Manni, Lecce 2004, con presentazione di Giuseppe Zaccaria; Radiografia di una notte, Ceschina, Milano 1932; Storie crudeli, Carabba, Lanciano 1933; Uomo del Settecento. Ippolito Pindemonte, Emiliano degli Orfini, Genova 1933, riproposto con il titolo Ippolito Pindemonte, Uomo del Settecento, con nota introduttiva di Beppe Benvenuto, Aragno, Torino 2008; Racconti sovietici, Ceschina, Milano 1935; Il mondo sulle pareti, All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1942; La congiura dei sentimenti, Mondadori, Milano 1943, 19533; Teatro personale, Muggiani, Milano 1943; Dei sentimenti, Bianchi-Giovini, Milano 1943, poi Edizioni di Uomo, Milano 1944, quindi Accademia, Milano 1947; Bimbi e paesi, All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1945; Il pianeta Russia, Mondadori, Milano 1952, raccolta poi insieme con La Cina è vicina nel volume in cofanetto Mille milioni di uomini, con ventiquattro fotografie di Cartier-Bresson, Mondadori, Milano 1957; Giornale indiano, ivi, 1955; Una lettera dal deserto, Il Saggiatore, Milano 1960, poi: Biblioteca del Vascello, Roma 1995; Settimana nera, Mondadori, Milano 1961; Un gran bel viaggio, Feltrinelli, Milano 1967; poi Endemunde, Milano 2013; Curriculum mortis, ivi, 1968; Ancora la vita. Racconti, 1928-1966, a cura di C. Bo, De Agostini, Milano 1988. In una plaquette stampata in proprio è uscito il racconto Storia di un 31 dicembre, a cura di Diana Rüesch, Biblioteca cantonale, Lugano 2004, prima dell’attuale edizione 2017 di Uno di New York presso Interlinea.
Emanuelli ha anche tradotto opere letterarie, tra le quali: Benjamin Constant, Il Quaderno rosso, Bompiani, Milano 1943; Stendhal, Lamiel, Rosa e Ballo, Milano 1944; Voltaire, L’ingenuo, Muggiani, Milano 1944; André Gide, Incontri e pretesti, Bompiani, Milano 1945. Una sua traduzione è stata riproposta di recente: Julien Green, Mezzanotte, introduzione di Giovanni Bogliolo, Longanesi, Milano 2009.
Inoltre è stato curatore di testi dei quali segnaliamo soltanto: Pietro Verri, Discorso sulla felicità, Muggiani, Milano 1944; Antonio Francesco Grazzini, Le cene, Bompiani, Milano 1945; Cesare Pavese, Otto poesie inedite, All’insegna del Pesce d’Oro, Milano 1964.
Per quanto riguarda la bibliografia della critica selezioniamo alcuni interventi: Giuseppe Antonio Borgese, I Novaresi, in “Corriere della Sera”, 20 giugno 1929; Gianfranco Contini, Frammenti di un bilancio quarantadue, in “Letteratura”, maggio-agosto 1943, pp. 30-33: Oreste Del Buono, Dei Sentimenti, in “Libro e moschetto”, 27 marzo 1943; Massimo Grillandi, Introduzione a Enrico Emanuelli, Un viaggio sopra la terra, edizione originale: Mondadori, Milano 1955; edizione scolastica: 1969, 19733; Anco Marzio Mutterle, Enrico Emanuelli, La Nuova Italia, Firenze 1975; Id., «Il mio distacco, il mio rifiuto»: una risposta inedita di Enrico Emanuelli, in “Carte segrete”, luglio-settembre 1968, pp. 72-75; Renzo S. Crivelli, Buzzati, Emanuelli e il sogno americano, in “Microprovincia”, 26 (1988), pp. 75-84; Giancarlo Vigorelli, Carte d’identità, Camunia, Milano 1889; Id., Emanuelli: il gioco della vita e della letteratura, in Scrittori e città. L’immagine di Novara negli sguardi letterari di sei scrittori dell’ultimo secolo, a cura di Roberto Cicala con un saggio introduttivo di Giorgio Bárberi Squarotti, Interlinea-Centro Novarese di Studi Letterari, Novara 1993, pp. 145-151; Roberto Cicala, in Scrittori e città, pp. 27-35; Dedicato a Emanuelli, sezione di “Microprovincia”, 33 (1995), pp. 7-125; Enrico Emanuelli tra letteratura e giornalismo. Omaggio a cinquant'anni dalla morte, n. 53 della rivista "Microprovincia" (2017).
Un profilo biografico dello scrittore è proposto in Giornalismo italiano 1901-1939, a cura di Franco Contorbia, Mondadori, Milano 2007, p. 1728; in ambito locale si registra la recente monografia illustrata Enrico Emanuelli, testi di Renzo Fiammetti, fotografie di Mario Finotti, Consorzio Mutue, Novara 2015.
Un profilo biografico dello scrittore è proposto in Giornalismo italiano 1901-1939, a cura di Franco Contorbia, Mondadori, Milano 2007, p. 1728; in ambito locale si registra la recente monografia illustrata Enrico Emanuelli, testi di Renzo Fiammetti, fotografie di Mario Finotti, Consorzio Mutue, Novara 2015.
Un brano del libro
Era il primo settembre, di pomeriggio, e una grossa-azzurra auto americana percorreva l’autostrada da Torino verso Milano. Di cattivo umore la guidava Alessandro Enne. Il traffico lo costringeva a continui rallentamenti, e borbottava dentro di sé: “It takes the gall of the Italian to make anyone pay a toll on these cowpaths”. Ma superato il ponte sul canale Cavour pensò ad altro.
Dopo il ponte la strada discendeva e in una macchia di verde apparve il casello di Agognate, il nome era scritto in grande sulla parete.
«Quante storie mi ricorda questo nome» disse alla donna che gli sedeva al fianco.
Trasognata la donna domandò: «Sascia, che storie? Storie belle?» Sedeva di traverso come fosse su un divano: aveva tolto le scarpe e teneva i piedi sul sedile cercando di insinuarli sotto la coscia di Alessandro.
«Né belle né brutte. Direi: lontane» rispose.
Alessandro guardò il paesaggio ai lati della strada. Era un inizio di pianura interrotta da filari di pioppi e di gelsi, da piccole rogge e cangiante di colori. C’erano chiazze verdi, altre già secche e su altre ancora la stoppia gialliccia dava un riverbero caldo e tutto era dentro una luce obliqua, vicina al tramonto.
«Venticinque anni, forse di più». E subito, con felicità, aggiunse: «Ad Agognate passa un fiume meraviglioso, sulle sponde ci sono boschetti di robinie e sentieri misteriosi. Puoi girare il mondo, un posto così non lo trovi».
«Meraviglioso come il Rio delle Amazzoni? Ricordi le sponde che abbiamo visto a Iquitos?»
Alessandro guidò per qualche attimo in silenzio.
… sul rio c’erano stati l’anno prima durante un viaggio nel Perú e la barca a motore di Luis Petros li aveva portati da Iquitos fino a Francisco de Orellana.
Dopo il ponte la strada discendeva e in una macchia di verde apparve il casello di Agognate, il nome era scritto in grande sulla parete.
«Quante storie mi ricorda questo nome» disse alla donna che gli sedeva al fianco.
Trasognata la donna domandò: «Sascia, che storie? Storie belle?» Sedeva di traverso come fosse su un divano: aveva tolto le scarpe e teneva i piedi sul sedile cercando di insinuarli sotto la coscia di Alessandro.
«Né belle né brutte. Direi: lontane» rispose.
Alessandro guardò il paesaggio ai lati della strada. Era un inizio di pianura interrotta da filari di pioppi e di gelsi, da piccole rogge e cangiante di colori. C’erano chiazze verdi, altre già secche e su altre ancora la stoppia gialliccia dava un riverbero caldo e tutto era dentro una luce obliqua, vicina al tramonto.
«Venticinque anni, forse di più». E subito, con felicità, aggiunse: «Ad Agognate passa un fiume meraviglioso, sulle sponde ci sono boschetti di robinie e sentieri misteriosi. Puoi girare il mondo, un posto così non lo trovi».
«Meraviglioso come il Rio delle Amazzoni? Ricordi le sponde che abbiamo visto a Iquitos?»
Alessandro guidò per qualche attimo in silenzio.
… sul rio c’erano stati l’anno prima durante un viaggio nel Perú e la barca a motore di Luis Petros li aveva portati da Iquitos fino a Francisco de Orellana.
Come nelle strade della città, anche su quei volti era accaduto qualche cosa, un logorio che voleva osservare e, nello stesso tempo, non vedere