Una raccolta di testi poetici e disegni assolutamente inediti emersi dalle carte giovanili della grande scrittrice piemontese, da poco ritrovati. Uno sguardo sugli inizi della vita artistica di
Lalla Romano, che presentano immagini, temi e situazioni poi sviluppate ed approfondite nella sua straordinaria produzione narrativa. Come ha scritto il critico Cesare Segre, le poesie giovanili di Lalla Romano rappresentano "un inconsueto volo, la cui meta può essere solo il silenzio".
«Il "(forse)" del titolo - l'esitazione che è margine di scrittoio e memento vigile di coscienza critica - rinvia al lavoro, l'altro, del tempo e della lima, che verranno; un prender distanza, mentre "declina, e fu sereno", attendendo trasparenza. E tutto preparare, raccolto ma non sigillato, per una presenza che non cesserà, per un compito che s'innerva nell'invisibile: "con fatica / passiamo sotto il cielo: / una struttura insonne / reggendo". La volontà di passare oltre il fenomeno è in Lalla Romano pari all'urgenza di "deciderlo" nel segno, nel tratto - di pittrice - che individua, che isola componendo: "Ciascuno ha in mano il suo bicchiere rosso, / guardano il vino i vecchi taciturni". Questo è stato il lucido saggiare il varco, il "passaggio dell'aldilà". che Lalla Romano ha sempre tenacemente cercato, nel verso e nella prosa, perché nulla rimaesse d'indefinito» (dalla presentazione di
Carlo Ossola). Edizione a cura di
Antonio Ria.