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Interlinea

La forma della foglia

di Pier Angelo Soldini

editore: Interlinea

pagine: 254

Un romanzo-diario a cavallo tra il fascismo e gli anni sessanta

E divenne Maggiore

Aspetti della storia dell'Ospedale di sant'Andrea in Vercelli

a cura di Giancarlo Andenna, Luca Bianchi, Giorgio Cosmacini, Miriam Clelia Ferrari, Gianmario Ferraris, Riccardo Nelva, Maria Caterina Perazzo, Adriano Soldano

editore: Interlinea

pagine: 276

«Un tempo si diceva comunemente e semplicemente “Ospedale Maggiore”, ora, non si sa perché, si dice comunemente “Ospedale di Sant’Andrea”. In realtà sia l’uno sia l’altro modo di chiamare quest’ospedale vanno bene. Nel primo modo s’indica la supremazia storica dell’ospedale fondato da Guala Bicchieri nei confronti degli altri ospedali che sono esistiti a Vercelli e che poi vennero assorbiti dall’Ospedale di Sant’Andrea, nel secondo modo si ritorna alla dugentesca denominazione originaria. [...] Ricordiamo che dapprima fu un’istituzione religiosa, poi, con bolla di Paolo IV del 1555, divenne un’istituzione laica, amministrata da cittadini vercellesi; nel secolo XIX ebbe una ragguardevole crescita, acquisendo anche un’ottima e ben meritata fama, grazie ad amministratori capaci e scrupolosi nel gestire il suo grande patrimonio fondiario e soprattutto nello scegliere con rigore il personale sanitario, che ancora al principio del Novecento era ritenuto fra i migliori del Piemonte. In questi ultimi decenni gli studi di storia ospedaliera, sia in generale sia di singoli ospedali, hanno avuto un forte incremento, ed è giusto che anche le complesse vicende dell’Ospedale di Sant’Andrea, una gloria autentica di Vercelli, incomincino a essere studiate in modo degno. Per questo v’è da plaudire a Vercelliviva per aver organizzato questo convegno, dove valenti relatori hanno dato importanti contributi sia nell’inquadrare la storia particolare dell’ospedale vercellese nella più vasta storia ospedaliera italiana, sia nell’approfondire la ricerca storica su argomeriti specifici riguardanti importanti momenti del suo passato, fino al secolo XVI. è da augurarsi però che gli studi proseguano anche per i secoli successivi» (Rosaldo Oldano, presidente della Società Storica Vercellese).

Il trionfo di S. Gaudenzio

di Girolamo Antonio Prina

editore: Interlinea

pagine: 156

Uno dei capitoli più importanti che segnano la storia novarese riguarda il patrono san Gaudenzio e, in particolare, il solenne trasporto delle sue reliquie nello scurolo della nuova Basilica. Questo avvenne il 14 giugno 1711, data in cui l’intera città, nessuno escluso, con grande partecipazione e contributo del Consiglio Comunale oltre che della comunità cristiana, divenne teatro e protagonista di una solenne e fastosa festa definita Il Trionfo di San Gaudenzio. Con questo stesso titolo, qualche mese dopo l’evento, Girolamo Antonio Prina pubblicò un’opera di eccezionale valore documentario sulla città e su questo avvenimento tanto capitale, con la riproduzione di grandi tavole che illustrano la processione, l’interno della Basilica di San Gaudenzio, lo Scurolo e altre opere che tuttora costituiscono uno dei più significativi patrimoni storici, artistici e religiosi di Novara. L’opera divenne subito celebre, specie per la qualità delle incisioni in essa contenute. Dopo alcuni secoli l’opera è divenuta anche una notevole rarità. Oggi l’opera viene riconsegnata ad un ristretto novero di persone che hanno care le radici novaresi. Viene ristampata in anastatica la prima edizione del 1711 con procedimenti artigianali di arte tipografica, in una tiratura limitatissima di 150 copie, contenente le celebri e altrettanto rare incisioni.

Omaggio a don Angelo Stoppa

Novarien. 37

rivista: Novarien.

pagine: 400

Omaggio a don Angelo Stoppa. Testi di Dorino Tuniz, Mario Perotti, Giancarlo Andenna, Roberto Cicala, Pier Giorgio Longo, Mirella Ferrari, Battista Beccaria, Vittorio Grassi, Marina Airoldi, Paolo Cirri. Con una sezione di documenti e scritti di don Angelo Stoppa.

Tra melma e sangue

Lettere e poesie di guerra

di Clemente Rebora

editore: Interlinea

pagine: 240

Uno dei maggiori poeti del Novecento testimonia la crisi drammatica della prima guerra mondiale

Cantautori a Natale

De Andrè, De Gregori, Guccini, Vecchioni

a cura di Riccardo Bertoncelli, Giovanni A. Cerutti

editore: Interlinea

pagine: 64

I cantautori ci hanno sempre accompagnato a vivere il Natale in modo diverso e più sentimentale. Questo libro è un viaggio non scontato, che riserva qualche sorpresa e può gettare una luce inedita sul mondo poetico delle parole in musica. Dai ricordi personali (tra cui uno di Guccini bambino in tempo di guerra) a testi di canzoni, dalla Buona Novella di De André alle "favole" di Vecchioni, fino al celebre Natale di De Gregori: "C'è la luna sui tetti, c'è la notte per strada, le ragazze ritornano in tram, ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale, ci scommetto dal freddo che fa…" E, per chiudere, un invito di Riccardo Bertoncelli di "Pace in terra ai rocker di buona volontà".

Le piccole cose di Natale

Un'interpretazione laica

di Francesca Rigotti

editore: Interlinea

pagine: 96

Partendo da spunti quotidiani legati al tema e alle parole delle "piccole cose" del Natale, come i regali, i dolci, il pupazzo di neve, il presepe, la candela, la renna o i canti, ma anche babbo Natale, l'autrice - che vive in Germania, insegna nelle università di Lugano e Zurigo - propone un esercizio fra sapere, intuizione e riflessione adatto a questo particolare periodo dell'anno. Così "in questo momento in cui assistiamo allo sviluppo immateriale e virtuale dell'informazione, ben venga l'albero a ricordarci la concretezza della materia e la presenza dura delle cose".

Prigione di trincee

Memoriale inedito della Grande Guerra

di Giuseppe Cuzzoni

editore: Interlinea

pagine: 164

Un memoriale di un soldato durante la Grande Guerra, un diario inedito di grande valore storico.

La torta

di Mino Milani

editore: Interlinea

pagine: 24

Chi porta davvero i regali di Natale?

I panini di Natale e altre storie

di Guido Quarzo

editore: Interlinea

pagine: 32

Divertenti storie natalizie di Guido Quarzo

Natale a Marradi

L'ultimo Natale di Dino Campana

di Sebastiano Vassalli

editore: Interlinea

pagine: 64

Un grande scrittore torna su un personaggio e poeta, Dino Campana, al quale aveva già dedicato "La notte della cometa". Scrive Vassalli: "È il Natale del 1916: in Italia, un Natale triste. Tutti o quasi tutti gli uomini validi sono lontani da casa, in quelle trincee tra le montagne dove si soffre e si muore per una guerra che, nonostante la retorica ufficiale, non ha in sé proprio niente di epico... Eppure per Dino Campana l'ultimo giorno felice fu il Natale a Marradi. Perché Dino e Sibilla Aleramo siano andati a Marradi, dove lei non era mai stata, proprio in quel giorno di Natale del 1916, non si sa... Forse prima di perdersi in quel crepuscolo della ragione dove stava precipitando da più di un anno, lui ha voluto mostrare i suoi luoghi d'infanzia all'unica persona che aveva avuto un moto d'affetto nei suoi confronti...".

La lingua del peccato e altri testi poetici

di Adonis

editore: Interlinea

pagine: 48

«"Se non scrivo, sento che la mia vita non ha senso, perché la scrittura mi consente di comprendermi e di meglio comprendere il mondo nel quale vivo; mi consente di vivere meglio, di allargare le frontiere". Sono parole di Adonis. Il poeta arabo più conosciuto e tradotto in Occidente. Adonis (pseudonimo di Ali Ahmad Said Esber), nato nel 1930 a Qassabin in Siria da una famiglia di origine contadina, ha cercato spasmodicamente sia nella composizione poetica sia nella vita la libertà. Dopo gli studi universitari a Damasco, dove si è laureato in filosofia, viene arrestato e incarcerato per sei mesi per la militanza in seno al Partito Socialista Siriano. È uno dei motivi per cui si trasferisce a Beirut e in seguito a Parigi, dove risiede tuttora.Poeta del paradosso e dell’estremo, della tensione mistica e della ricerca continua sui più grandi misteri dell’esistenza, la poesia di Adonis abbraccia sia la tradizione occidentale del lirismo alto e filosofico di Hölderlin, Baudelaire, Rilke, sia quella arabo-islamica di autori come il mistico iracheno del X secolo Niffari e il poeta ribelle del IX secolo Abu Nuwas. Adonis, pur rispettando le forme classiche del linguaggio, si libera dalle strutture tradizionali della letteratura araba per ricercare il valore assoluto della parola, espresso dal verso libero.Nei suoi editoriali sul quotidiano arabo Al Hayat e durante le conferenze che tiene nel mondo arabo si propone come uno strenuo difensore della libertà umana e il più acerrimo nemico dei fautori dell’islam politico. È questo forse uno degli aspetti di Adonis meno noti al pubblico occidentale che andrebbe invece scoperto e presentato accanto alla sua opera poetica, che non a caso lo vede esaltare i poeti ribelli della tradizione araba come Abu Nuwas, Mutanabbi e Abu al-Ala al-Maarri» (dalla presentazione di Valentina Colombo).

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