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I niül

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I niül
titolo I niül
autore
con testi di
Argomento Letteratura (narrativa, poesia, saggistica...) Poesia in dialetto
Collana Lyra, 43
marchio Interlinea
Editore Interlinea
Formato
libro Libro
Pagine 64
Pubblicazione 2012
ISBN 9788882128333
 
12,00 11,40
 
risparmi: € 0,60
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Disponibile anche nel formato

Franco Loi, superato il traguardo degli ottant’anni, rivive il profondo legame con la sua città, Milano, e con un’Italia in crisi, con la consapevolezza del disagio dell’uomo contemporaneo ma anche con una indistruttibile speranza nel futuro: «Ah Italia scunda, che nissün pö vêd, / Italia che laura e se despera, / Italia sensa gloria e sensa mêd, / tèra d’un diu scundü sensa paüra, / mì te cunussi e cerchi el giüss del crêd / che tègn insèma i gent denter la scüra» (Ah Italia nascosta, che nessuno può vedere, / Italia che lavora e si dispera, / Italia senza gloria e senza possedimenti, / terra d’un dio nascosto senza paura, / io ti conosco e cerco il succo del credere / che tiene insieme le genti dentro l’oscurità).
 

Biografia dell'autore

Franco Loi

Franco Loi
Franco Loi è nato a Genova nel 1930 da padre sardo e madre colornese (PR) ma dal 1937 è vissuto a Milano adottandone il dialetto. Critico letterario per “Il Sole 24 Ore”, ha lavorato alla Mondadori e in poesia si è affermato con le raccolte Stròlegh (Einaudi, 1975) e L’angel (San Marco dei Giustiniani, 1981 e Mondadori, 1994). Si segnalano inoltre Liber (Garzanti, 1988), Isman (Einaudi, 2002), Aquabella (Interlinea, 2004), Album di famiglia (Lietocolle, 2005), Voci d’osteria (Mondadori, 2007), Angel del aria (Aragno, 2011), I niül (interlinea, 2012). Nel 2010 è uscita presso Garzanti la sua autobiografia, Da bambino il cielo. Franco Loi muore il 4 gennaio 2021.

Notizie che parlano di: I niül

«Oh Dio, come lontani camminano gli uomini! / come lontano il filo del tuo chiamare! / L’acqua cresce e cresce quell’oscurità della notte / che fa morire la vita nella vita»

Ìn niul rösa cun di buff de scür
ch'j passa su Milan nel scend la sera...
Ìn niul ch'j sparìss int un fàss ciar
- se sent bujà un quaj can nel fàss de cera
i tecc luntan di câ, rümur se sfànn...
e drè d'un quaj barcun quajvün fa lera,
dü tri bagaj, 'na balla, el ferr d'un tram...
'Me che patiss ne l'òm la luntanansa!
Cume patìss la vita nel tran tran!
Che bèla sera! 'Me taja 'l cel la ransa
che fa vegnì süj câ quèl rìdd legger
e a l'umbra di purtun la lüna dansa
tra quèl tasè di üsèj ch'j par penser.


Sono nuvole rosa con sbuffi di scuro / che passano su Milano nel scendere la sera... / Sono nuvole che spariscono in un chiarore / - si sente abbaiare qualche cane nel farsi di cera / i tetti lontani delle case, rumori si smorzano... / e dietro un qualche balcone qualcuno canticchia, / due tre bambini, una palla, il ferro d'un tram... / Come patisce nell'uomo la lontananza! / Come patisce la vita nella monotonia dei giorni! / Che bella sera! Come taglia il cielo la falce / che fa venire sulle case quel ridere leggero / e all'ombra dei portoni la luna danza / tra quel tacere d'uccelli che sembrano pensieri.

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