L’autore osserva la vita con disincantata ironia, in un atteggiamento di aristocratico isolamento intellettuale dai «tanti » che o credono (e dunque non pensano) o semplicemente non pensano, dal loro «assurdo niente» o dall’«ovvio» che si consuma nelle «secche voraci della quotidianità» (27 maggio). «Per vivere ci vuole assai coraggio / ma per esistere basta l’esser nati», si legge in Fortezza Bastiani. Se dunque una simile esistenza è un «deserto sterminato e irrilevante » (Sri Lanka), «in bilico fra il niente del rumore e la fatica del silenzio» (Fall), allora non resta, appunto, che il rifiuto di essa, l’apologia dell’inesistenza. (Paolo Zoboli)
Biografia dell'autore
Sergio Pozzi
Quando ha esordito come scrittore con la trilogia costituita da Due odi e un amore (2019), Tre stagioni e un contagio (2020) e Quattro fedi e una vera (2021), per neutralizzare un’imbarazzante omonimia Sergio Pozzi (classe 1953) ha fatto seguire al suo nome l’epiteto “marinaio del vento”, che ha letto a Valparaíso nella casa di Neruda (il quale ha però “rubato” l’espressione a García Lorca). Sempre tornando alla dimora di Ternate e al buen retiro della natìa Mornago (entrambi in provincia di Varese), Pozzi gira infatti per il mondo per fare l’accompagnatore turistico, o forse meglio fa l’accompagnatore turistico per girare per il mondo, e nei suoi libri riversa, sotto il velo di una disincantata ironia, la sua esperienza di esso e la sua visione dell’esistenza.