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Acquedotto

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Acquedotto
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Informazioni importanti

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Una poesia visionaria, che il curatore definisce così: “Šalamun guarda attraverso una bottiglia di latte fuori dalla porta nel mattino; vede tutto il suo popolo, la sua storia e le sue abitudini, e si diverte a sostituire tutte queste cose tra loro a piacere o a invertirne l’ordine, trasformando il mondo reale in un mondo di abitudini familiari capovolte e grottesche”. Una raccolta di poesie che fanno conoscere al pubblico italiano un poeta sensibilissimo, molto legato anche alle vicende storiche di una terra vicina all’Italia. Lo stesso titolo fa riferimento ad una delle vie del centro storico di Trieste, oggi via XX settembre.
 

Biografia dell'autore

Tomaž Šalamun

Tomaž Šalamun
Tomaz Salamun è nato a Zagabria nel 1941. Ha dato alle stampe il suo primo libro di poesie, in clandestinità, nel 1966. Da allora ha pubblicato molti volumi di versi, ha curato e partecipato a diverse antologie. Le sue opere sono tradotte in tedesco, inglese e in serbocroato. Interlinea nel 2001 ha pubblicato Acquedotto.

Un brano del libro

Acquedotto*
Sarei dovuto nascere nel 1884 a Trieste,
in Acquedotto, ma non ho potuto.
Mi ricordo una casa scura a tre piani:
al pianterreno c’era il salotto arredato,
e il mio bisnonno, mio padre,
che come ogni mattina leggeva attento
le notizie della borsa, soffiava in aria
il fumo del sigaro e in un lampo
faceva i conti. Quando
ero già da tre mesi nel grembo della
mia bisnonna, ci fu una riunione
che ha rimandato il mio arrivo di due generazioni,
ha messo per iscritto la decisione,
ha messo il foglio bianco in una busta
e l’ha spedito all’archivio viennese.
Mi ricordo che dopo ho viaggiato a ritroso
verso la luce e lì, disteso sulla pancia,
ho visto un uomo alto, non più giovane,
che brontolando ispezionava gli scaffali,
prendeva qualcuno dallo scaffale vicino
e lo spingeva a forza con la testa
verso uno scivolo d’aria.
Avevo la sensazione di avere sette anni,
e che il mio sostituto, mio nonno,
fosse un po’ più vecchio, sui nove o dieci.
Ero rassicurato. Anche se tutto questo
mi commuoveva. Ricordo che per un po’
ero come malato, probabilmente per la luce
troppo forte, poi i polmoni, come delle borse,
sono tornati normali. Quando
raggiunsi il tono giusto mi addormentai.
Sapevo che avevo là sotto il mio corpo
e nel sonno l’avevo visto spesso. Era
un uomo dai movimenti lenti, coi baffi,
un sognatore che era stato banchiere tutta la vita.

Presentato a Belgioioso "Acquedotto" di Tomaz Salamun


Il poeta sloveno Tomaz Salamun

Giuliano Donati ha curato la traduzione delle poesie di Salamun

Salamun, Donati e Roberto Cicala di Interlinea

Il castello di Belgioioso

Salamun con il traduttore Giuliano Donati

Ma io sono leggero, molto leggero. Quando morirò sarò ancora più tremendo. / I peccati sono i miei alleati.

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